In uno sprint tutto italiano Paolini s'impone su Gimondi

In uno sprint tutto italiano Paolini s'impone su Gimondi I De Vlaeminck battuto nel Giro d'Emilia In uno sprint tutto italiano Paolini s'impone su Gimondi Terzo Chinetti, quarto Moser, quinto Zilioli - Per il marchigiano è la settima vittoria stagionale - Baronchelli deluso: "Dovevo fare di più" (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 4 ottobre. Enrico Paolini ha infranto l'incantesimo dell'imbattibilità di Roger De Vlaeminck vincendo, sul traguardo del Giro dell'Emilia, una volata tutta italiana davanti a Gimondi, al giovane Chinetti, a Francesco Moser e a Italo Zilioli. Il belga della Brooklyn c'era nella pattuglia di diciannove corridori che si è contesa la vittoria sull'immenso rettilineo d'arrivo di via Stalingrado: Roger, che aveva lavorato molto sulle salite assieme a Panizza, assumendosi la responsabilità della corsa come ogni uomo da battere che si rispetti, si è però lasciato sorprendere in un momento in cui il drappello di testa aveva rallentato il ritmo e ognuno dei suoi componenti cercava la posizione più proficua per lo sprint. L'avanguardia ondeggiava sulla destra del vialone d'arrivo, in un attento controllo reciproco, e Pao lini ha giocato temerariamente la sua carta ad oltre trecento metri dallo striscione, scattando allo scoperto, tutto solo, sulla sini¬ stra. Quando gli avversari, De Vlaeminck soprattutto, si sono resi conto del pericolo, il due volte campione d'Italia era ormai lanciato, virtualmente irraggiungibile, tanto è vero che il belga ha addirittura rinunciato ad inserirsi in uno sprint ormai perduto. Il solo che abbia dato l'anima per cercare di riacciullare Paolini, esibendosi egli pure in una volata lunghissima, è stato il vecchio Gimondi, ma il bergamasco è riuscito appena ad avvicinarsi allo scatenato marchigiano della Scic, non ad annullare totalmente il vantaggio che Paolini aveva guadagnato scattando di sorpresa. Paolini, che è alla settima vittoria stagionale — gli altri suoi successi più brillanti sono una tappa del Giro e la Coppa Bernocchl — aveva fatto quest'anno un'Incredibile collezione di ben undici secondi posti ed aveva quindi puntato tutto sul Giro dell'Emilia per infrangere questa serie negativa. Il marchigiano non è uno scalatore, ma nei momenti di buona condizione come ora regge il passo dei migliori, almeno sulle medie asperità come quelle del Giro dell'Emilia. Ha avuto qualche difficoltà sulla prima salita, quella di San Benedetto Val di Sambro. torse per aver accusato il brusco salto di ritmo della corsa, tranquilla per più di cento chilometri e poi animata, nella discesa da Mongardìno verso Sasso Marconi, da un tentativo di Moser in compagnia di Poggiali. La coppia della Filotex è stata raggiunta dopo una decina di chilometri di furibondo inseguimento e sulla successiva salita, con il giovane De Faveri a fare per un certo tempo da battistrada, la selezione si è fatta piuttosto severa, mettendo in difficoltà, tra gli altri, anche Paolini e Baronchelli. Poi il velocista della Scic si è ripreso e si è mantenuto sempre a galla tra i migliori, anche se il peso della corsa è stato quasi sempre sulle spalle di Panizza e De Vlaeminck. Il belga, appunto con la collaborazione del piccolo vincitore della Milano-Torino, ha animato il più serio tentativo, sviluppatosi sulla salita di Monzuno con una sortita di Conti, tallonato appunto da Panizza. e continuato poi con l'aggregarsi alla coppia di testa di un quartetto comprendente Riccomi, Battaglili, Paolini e De Vlaeminck. Questo sestetto, in cui il tandem della Brooklyn svolgeva la maggior parte del lavoro, è stato raggiunto dagli inseguitori, guidati da Gimondi. Moser e Baronchelli. ai piedi dell'ultimo strappo, quello dell'Osteria delle Ganzole. Un'asperità che è riuscita soltanto a stoltire le file di un gruppo che si era ritatto piuttosto numeroso ed a lanciare nella discesa verso Bologna l'avanguardia di diciannove corridori che si è disputata appunto la vittoria sul rettilineo di via Stalingrado. Ad una settimana dal Giro di Lombardia ovviamente la vittoria di Paolini in questo Giro dell'Emilia splendidamente organizzato I dal collega Ermanno Mioli la pia- ! cere a tutti, anche se quelli che la carta indica come i più attesi protagonisti della 'classicissima' di chiusura figurano tra i battuti e non appaiono eccessivamente soddisfatti di se stessi. Il più deluso fra tutti è Gibi Baronchelli, il quale riconosce onestamente: «Non mi sono proprio piaciuto: avrei dovuto fare qualcosa di più. per convincere gli altri ed anche me stesso». Gianni Pignata Ordine d'arrivo: /. Enrico Paolini (Scic) chilometri 233 in 6 ore 3'. alla media di chilometri 38,580: 2. Gimondi (Bianchi-Campagnolo): 3. Chinetti (Funi); 4. Moser; 5. Zilioli; 6. Panizza; 7. De Vlaeminck; 8. Poggiali: 9. Conti; 10. Bertoglio; 11. Riccomi.