Trapianto del rene: tremila ammalati sono in esasperante attesa della legge di Giuliano Marchesini

Trapianto del rene: tremila ammalati sono in esasperante attesa della legge Dibattito al congresso di medici e scienziati a Verona Trapianto del rene: tremila ammalati sono in esasperante attesa della legge Tre volte la settimana devono sottoporsì al "lavaggio del sangue": l'intervento chirurgico risolutivo è ostacolato da troppe difficoltà burocratiche - "Soddisfazione" per la disciplina dei prelievi approvata venerdì alla Camera - Trecento operazioni già compiute da due équipes d Oii l d ltt tti ttiti h (Dal nostro inviato speciale) Verona, 4 ottobre. Tre volte la settimana si sottopongono all'emodialisi, cioè a quel trattamento che viene comunemente definito «lavaggio del sangue». Oltre tremila di questi malati, costretti all'andirivieni tra casa e ospedale, aspettano un intervento risolutivo: il trapianto del rene. Ma le difficoltà da superare sono ancora molte, e spesso l'attesa si fa esasperante. L'esigenza di eliminare presto certi ostacoli, anche di tipo burocratico, si è avvertita al Congresso della Società dei trapianti d'organi, che si è concluso oggi a Verona. Quanto finora s'è fatto in Italia in questo delicatissimo settore, è dovuto quasi interamente agli sforzi dei chirurghi, degli assistenti. L'equipe diretta dal professor Piero Confortini, ad esempio, ha compiuto, nell'ospedale veronese, un'ottantina di trapianti di rene da donatore vivente, e quella milanese del professor Malan ne ha effettuati oltre 220 da cadavere. Operazioni che hanno consentito, nella maggior parte dei casi, di restituire il paziente alla vita normale: una giovane sposa, poco tempo dopo l'intervento, è diventata madre, ed ora è in attesa del secondo bimbo, molti altri malati hanno potuto riprendere pienamente le loro attività. Dati i risultati cui sono giunti gli studi e le tecniche operatorie, sarebbe possibile fare parecchio di più, aumentare sensibilmente la percentuale dei «recuperi»: ma occorre prima di tutto rimuovere gli intralci. Mentre qui a Verona si svolgevano i lavori del Congresso, è giunta notizia che le Commissioni Giustizia e Sanità della Camera hanno approvato il disegno di legge per la disciplina dei prelievi di parti di cadaveri a scopo di trapianto. E' un progetto legislativo che rimbalza dalla Camera al Senato, perché si è ritenuto opportuno apportarvi alcune modifiche. L'importante, comunque, è che si faccia qualche passo avanti, anche se diverse cose lasciano tuttora perplessi i chirurghi. Sul provvedimento passato al vaglio delle Commissioni, i partecipanti al Convegno della Società dei trapianti d'organi hanno espresso il loro primo giudizio con una mozione in cui «con soddisfazione» prendono atto dell'approvazione. «L'assemblea — si aggiunge nel documento — ritiene all'unanimità che in linea generale la legge risponda alle necessità più urgenti. Ma auspica che alcune incertezze del testo vengano eliminate nella stesura definitiva, perché ne risulti più efficace e rapida l'applicazione». «Il problema fondamentale per il trapianto del rene — dice il professor Confortini — è questo: avere a disposizione il maggior numero possibile di cadaveri ai quali prelevare gli organi. 2?" però anche una questione di' tempo. Noi non possiamo aspettare giorni, corriamo sul filo delle ore, se non dei minuti, dato che si tratta di trapiantare organi vitali. La legge dev'essere esauriente sotto questo profi¬ lo, deve assolutamente metterci in condizione di agire il più rapidamente possibile». Uno dei punti che vanno apprezzati nel progetto legislativo, sottolinea Confortini, è quello che prevede l'obbligo ai «rianimatori» di segnalare immediatamente i possibili donatori, «in modo che si metta in moto quella complessa macchina che è necessario far funzionare per riuscire ad arrivare al trapianto in tempo utile». Durante questo Congresso di Verona, s'è parlato diffusamente anche di immunologia, dei sistemi più efficaci per combattere eventuali crisi di rigetto: hanno portato il loro contributo scienziati di fama internazionale, come l'israeliano Feldman, il jugoslavo Kastellan, i francesi Voisin e Mathé. «In questo campo — dice il professor Confortini — si sono compiuti progressi enormi. Sono stati identificati elementi nuovi, quelli che noi chiamiamo antigeni da trapianto. Sappiamo ette ogni persona reca in sé un corredo pqptil ». pi è o e li si msuo o aa, er di o a eo e — — si ahe da ni o genetico caratteristico, che viene trasmesso dal genitore al figlio. E' un pò quello die cent'anni fa Landsteiner scoprì per i gruppi sanguigni. Con l'individuazione degli antigeni da trapianto la popolazione è divisa in molti altri gruppi, che noi non sappiamo precisare perché il numero delle combinazioni è altissimo. Ma, grosso modo, si può dire che esiste una probabilità su sette o ottocento che due individui presentino determinate attività genetiche. Questo è molto importante per i trapianti, perché i risultati sono tanto migliori quanto più è vicina l'affinità tra donatore e ricevente». La ricerca è piuttosto laboriosa, ma il ricavato consente di affrontare gli interventi con un largo margine di tranquillità. «Adesso — osserva Confortini —, si tratta di compiere un meticoloso lavoro di coordinamento, in modo da mettere insieme tutte le nostre esperienze e qtiindi eseguire trapianti sicuri». Giuliano Marchesini

Persone citate: Confortini, Feldman, Landsteiner, Malan, Piero Confortini, Voisin

Luoghi citati: Italia, Verona