Le battute «audaci» dopo tanta censura
Le battute «audaci» dopo tanta censura CRONACA TELEVISIVA Le battute «audaci» dopo tanta censura Non avevamo ancora visto La compagnia stabile della canzone con variété e comica finale e francamente eravamo un po' curiosi perché ne ave- vamo sentito parlare bene e malissimo. La puntata di ieri., be', di- ciamo subito che questa quar-ta puntata non ci ha convin- to molto. Anzi, non ci ha con- vinto per niente. Tutta la prima parte dello show era esclusivamente e ri gidamente riservata agli ap passionati di musica leggera: c'erano solo cantanti e canzonette. Da sotto una cupola spessa di capelli, Cocciante soffiava, gemeva e rantolava; Mia Martini proponeva « Sarò tua se vuoi, questa notte »; Gigliola Cinquetti sussurrava « Voglio fare l'amore con te »; Gi-.„ Paoli narrava la storia di una rela¬ ione interrotta perché il prò-tagonista aveva incontrato l'amante felice con il marito e il figlioletto; insisteva Mia Martini « Fra le tue braccia mi abbandonerò, sul tuo respiro mi addormenterò...»; e Gianni Nazzaro riproponeva un antico successo del povero Marino Barreto in un'atmosfera di finto night. Niente da eccepire sui cantanti: qualcosa invece sulle canzonette che, tolto un motivo di Cocciante, ci sono sembrate sulla solita linea della convenzionalità e della banalità di tipo commerciale (con un pizzico di ingenuo erotismo, ora permesso dalla Rai). Comunque, è una prima parte che qui, in questa puntata, non ci è parsa di livello superiore a quello di tanti programmini canori che finiscono sulla fascia delle 19 o vengono infilati di sera come tappabuchi. Precedeva, tra l'altro, una sigla interminabile. In mezzo alle canzoni c'era il simpatico Christian De Sica, conduttore e animatore. Non sappiamo che figura abbia fatto nelle altre trasmissioni, stavolta era volonteroso, ma eccessivamente gesticolante e al di sopra delle righe: forse non era colpa sua, ma del copione che lo obbligava a una l di quelle infami macchiette di j ubriaco che dovrebbero esse re proibite di legge. Seconda parte, « sceneggia i ta ». Se non altro, encomiabi le il tentativo di far ridere, j Come attore di « sceneggia- ta », De Sica junior se la ca1 vava senz'altro meglio, ma il i Più bravo era Gino Paoli ve ! stito da prete. Modesto lo sketch. Da una parodia di I vecchie canzoni si possono ri- 1 cavare cose molto più diver- tenti, e con relativa facilità. Terza parte: la comica, con Rascel e signora. Tema: il sesso in fabbrica. A questo punto noi che per anni abbiamo protestato contro la codina pruderie delle riviste televisive, dovremmo sciogliere un inno di compiacimento. Non lo facciamo per due buone ragioni: primo, in questa « apertura » verso un clima leg¬ 1 prmente malizioso e piccan- 1 te, la tv e anvata tardissimo, dopo vent'anni di gretta ac! canita censura; secondo, la j scenetta in questione era di i un umorismo piuttosto discu! tibile e, nonostante le bat; tute spregiudicate per il video (« Quante volte fa l'amol re, lei? » oppure « Se uno ha un'urgenza improvvisa...») e . nonostante l'esperto mestiere di Rascel e l'amabilità della Saltarini, risultava limitatamente spiritosa e di tipo decisamente sforzato. E allora? Allora, per farci un'idea più precisa de La compagnia stabile della canzone ecc. ecc., aspettiamo la quinta e ultima puntata. Gli spettatori che sicuramente hanno voltato le spalle al « nazionale » per passare al « secondo » sono stati i fans del cinema muto: sul « secondo » c era nientemeno che un film di Tom Mix, leg- gendario eroe degli Anni Ven ti. Si tratta di una serie bella ma brevissima: ancora un film, sabato, e sarà conclusa. Tornando al canale naziona. le, registriamo dopo lo show ™J?T^™ ÌnÌf^rHoi?« anno dopo bilancio della si- SES?li£.£l S ,££ ssaft colonnelli . u. bz.
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