Musica dall'India

Musica dall'India LE RAGIONI DEL SUO FASCINO Musica dall'India Nella vita musicale torinese va segnalata l'attività svolta dalla associazione italo-indiana che tra lezioni di yoga e zen, conferenze, viaggi in India, organizza anche un corso di sitar ed alcuni concerti. Il primo di questi s'è svolto l'altra sera al Conservatorio, da¬ vanti ad un pubblico incon-sueto, fatto soprattutto di giovani. La musica indiana accoglie entro le proprie strutture tutta una serie di contenuti religiosi in cui l'ascoltatore deve a poco a poco penetrare sino alla magica sospensione dello stato nirvanico. La musica è il veicolo a doppio senso che trasmette all'ascoltatore le rarefatte emozioni dell'artista divinamente ispirato per avvolgerlo di suoni, prolungati in un corteggio di vibrazioni segrete, ed in questa atmosfera elevarlo all'identificazione con il flusso panico che presiede alla vita del cosmo. L'annullamento dell'io nel tutto avviene senza scosse e progressivamente: i pezzi, prima di organizzarsi in forme simmetriche, nell'ordine divino del flusso cosmico, divagano in capricciosi preludietti che alludono forse al disordine della vita empirica ed a poco a poco la incanalano sulle vie della meditazione: in 1 della forma di questa musica pizzicate, come il sitar, e per- ! cussione) tenevano bordone j alla voce principale che si sbizzarriva in ammirevoli vir- essa l'uomo si realizza compiutamente perché trova la sublimazione delle sue due componenti fondamentali, la carica erotico - sensuale ed il bisogno di trascendenza. Questi ed altri particolari tecnici relativi alla minuta articolazione del linguaggio e sono stati forniti, prima di ogni pezzo, dal protagonista della serata, Sangitacharya Manfred M. Junius, un tedesco che da molti anni coltiva la difficile arte del sitar ed è ormai un'autorità nel campo; accanto a lui Pandit Shankar Chatterje e Krishna Rumar al tabla ed al tamburo (corde tuosismi. Ma non tutti i pezzi j cullavano l'ascoltatore nel- ! l'immagine d'una fluttuante beatitudine: un lamento tragico cupo e roco è nato ad un certo punto dal registro basso del sitar, una trenodia elevata all'alba da un antico cantore per il padre morente. Junius, dedicando questo brano alle vittime delle recenti sopraffazioni politiche, lo hajportato come esempio della capacità di rappresentare il |dolore umano. p. gal.

Persone citate: Krishna Rumar, Pandit Shankar Chatterje

Luoghi citati: India