Drammatica cattura di 3 giovani banditi caroselli d'auto, spari, una donna ferita

Drammatica cattura di 3 giovani banditi caroselli d'auto, spari, una donna ferita Avvistati da carabinieri e polizia mentre si preparavano a una rapina Drammatica cattura di 3 giovani banditi caroselli d'auto, spari, una donna ferita Dopo l'inseguimento sui corsi Sebastopoli, Agnelli e Cosenza, la caccia si conclude in via Dina - Un'inquilina al balcone è stata colpita da una pallottola vagante - Due degli arrestati confessano l'assalto di giovedì alle poste di Rivoli Un drammatico inseguimento con sparatoria tra carabinieri e banditi ha tenuto ieri, poco dopo mezzogiorno, centinaia di persone co! flato sospeso. Intercettati prima di un colpo nell'ufficio postale di via Osoppo i rapinatori sono stati braccati lungo corso Sebastopoli, corso Agnelli e corso Cosenza, Ano in via Dina, da «gazzelle» dei carabinieri, «volanti», radiomobili della questura e dei vigili urbani; nelle case popolari di via Dina decine di uomini armati hanno perquisito ogni alloggio per stanare i fuggìaschi. Al termine dell'infernale carosello sono stati fermati tre giovani; dopo ore di inter| rogatori due di questi hanno con| fessato: sono gli stessi banditi che, insieme con altri due complici, avevano assaltato giovedì mattina l'ufficio postale di Rivoli. La caccia all'uomo di ieri si scatena alle 12,30. In via Osoppo, nei pressi dell'ufficio postale, una «gazzella» dei carabinieri incrocia due auto sospette, già segnalate: sulla prima, una Fiat «125», c'è solo il conducente, mentre a bordo dell'Alletta targata Savona, che la segue, sono stipati altri cinque giovani. Può essere la solita tecnica, un'auto per fare il colpo e un'altra «pulita» su cui trasbordare. Le targhe sembrano confermarlo: la «125» non risulta rubata, mentre l'Alfetta è uguale a quella usata l'altro ieri per l'assalto di Rivoli. All'italt» intimato dai carabinieri le due vetture partono di scatto. S'inizia il folle carosello, l'allarme dato via radio fa concentrare sul posto tutte le auto disponibili delle forze dell'ordine. In corso Sebastopoli, all'altezza del 235, i banditi abbandonano l'Alfetta e balzano sulla «125»: nella potente berlina che doveva servire al colpo lasciano un fucile a canne mozze ed un sacco di plastica con alcune pistole. Proseguendo la funga lanciano dalla «125» altre due pistole calibro 7,65, cinque paia di guanti, quindici cartucce e due passamontagna. Sempre tallonata dai carabinieri, nel frastuono delle sirene che stanno accorrendo sul posto, l'auto dei rapinatori sfreccia lungo corso Agnelli e corso Cosenza, sotto gli occhi smarriti dei passanti. La drammatica sequenza si conclude in via Giacomo Dina, nei meandri delle case popolari. Abbandonata anche la «125», che si è scontrata con un camion della spazzatura, 1 banditi tentano di fuggire a piedi e far perdere le proprie tracce. Per primo viene bloccato il proprietario dell'auto, Luigi Marasco, 18 anni, via De Maistre, già noto ai carabinieri. Poco dopo termina anche l'avventura di Luigi Cipriani, 16 anni: per evitare la cattura sembra che il ragazzo metta mano alla pistola (in una conferenza stampa 11 col. Schittino ribadirà questo sospetto), e i carabinieri aprono il fuoco. Nella sparatoria resta leggermente ferita una donna, Margherita Pellegrino vedova Ferrerò, 64 anni, via D'Arborea 25. Affacciata al balcone del quarto piano, in attesa di condurre a scuola il nipotino, sta osservando il carosello di auto e uomini armati nella via. Ad un tratto un dolore acuto al ginocchio destro, vede la gamba insanguinata. E' ferita di striscio da un proiettile vagante: sorretta dal nipote suona il campanello dei vicini di casa che l'accompagnano al Mauriziano, dove viene medicata e giudicata guaribile in quindici giorni. Mentre anche Luigi Cipriani è trasferito negli uffici del nucleo investigativo s'inizia in via Dina una perquisizione «a tappeto». Numerosi testimoni hanno visto altri banditi rifugiarsi nelle case popolari e segnalano 11 fatto alla polizia. Decine di agenti della «mobile» bloccano gli ingressi, armati di mitra, mentre funzionari con il vicequestore Montesano controllano gli alloggi. Il terzo arrestato è Carmelo Di Tavi, 18 anni, dopo una breve colluttazione con un capopattuglia: nel suo alloggio si scoprono dieci cartucce per fucile e 50 proiettili cai. 7,65. Mentre lo portano in questura viene controllata in modo definitivo anche la targa dell'Alletta: è la stessa auto con targa Savona usata giovedì dai rapinatori a Rivoli. Questo particolare inchioda i fermati. Interrogato dai funzionari Fersini e Sassi, alla presenza del difensore, avv. Toselli, Carmelo Di Tavi finisce per confessare: «Ho partecipato al colpo di giovedì, oggi volevamo tentare di nuovo»; indica il nascondiglio della sua parte di bottino o (mezzo milione, che viene recuperato) e forse il nome dei complici. Al nucleo investigativo dei carabinieri si registra quasi contemporaneamente la confessione di Luigi Cipriani: anche lui è uno dei quattro di Rivoli. Luigi Marasco, il terzo fermato, si sarebbe invece unito alla banda solo per il fallito assalto di ieri, come autista della seconda auto. Margherita Ferrerò ferita nella sparatoria - Carmelo Di Tavi, Luigi Cipriani e Luigi Marasco sono stati arrestati

Luoghi citati: Arborea, Cosenza, Rivoli, Savona