Il "re,, è ancora Clay

Il "re,, è ancora Clay Ha respinto a Manila l'assalto di Joe Frazier Il "re,, è ancora Clay Lo sfidante al titolo mondiale dei massimi, con il volto gonfio di pugni, rinuncia a proseguire la lotta dopo il 14° round - "E' stato, dice Ali, il match più duro della mia carriera" - Ken Norton e George Foreman i prossimi possibili rivali del riconfermato campione (Nostro servizio particolare) Manila, 1 ottobre. Muhammad Ali ha vinto l'aspra battaglia con Joe Frazier e si è confermato campione del mondo dei pesi massimi. Lo sfidante è rimasto seduto nel suo angolo al gong del quindicesimo ed ultimo round e l'arbitro, il filippino Carlos Padilla, ha proclamato vincitore l'ex Cassius Clay. Non è chiara, data la differenza dei regolamenti pugilistici nelle varie parti del mondo, l'esatta definizione del verdetto: Padilla ha proclamato il k.o. tecnico, ma in America qualsiasi soluzione anticipata del combattimento che non sia dovuta a squalifica viene genericamente definita come k.o. In Europa tuttavia il campionato del mondo, svoltosi sul ring dell'» Araneta Coliseum » davanti a 27 mila spettatori, sarebbe stato archiviato come vittoria di Muhammad Ali per abbandono dell'avversario. E' stato infatti Eddie Futch, manager di Joe Frazier, a convincere il suo pugile dell'opportunità di non proseguire una lotta ormai senza sbocco e che gli avrebbe fatto correre il rischio di compromettere la sua integrità fisica. Il volto di Frazier era gonfio di pugni, « Smokin' Joe « perdeva sangue dalla bocca ed aveva entrambi gli occhi semichiusi per il gonfiore. Futch ha faticato a convincere Joe, ma ci è riuscito ed ha comunicato all'arbitro la decisione di non proseguire la lotta, di cui il signor Padilla ha preso atto senza esitazione. Un drammatico epilogo per un campionato del mondo che. generalmente considerato soltanto come un colossale affare Finanziario, non ha invece tradito l'attesa nemmeno sotto l'aspetto agonistico e spettacolare. Nei limiti di autonomia atletica legati alla loro non più verde età, il campione Ali e lo sfidante Frazier si sono battuti benissimo. Soprattutto Frazier. per il quale si temeva che la lunga assenza dal ring nascondesse un rapido e definitivo declino, è stato una grossa sorpresa. Joe ha stentato, com'era prevedibile, a trovare la misura della sua boxe nelle prime fasi del match, quando la maggiore velocità e la prontezza di riflessi di Ali dettavano legge. Ripresa per ripresa tuttavia lo sfidante è cresciuto di tono, è riuscito a ritrovare l'esatta meccanica di movimento — passettini laterali e continui spostamenti sul tronco — necessaria per consentirgli di passare sotto i colpi dei rivale e di scaricare tutta la sua potenza nel lavoro a distanza ravvicinata. Nella fase centrale del combattimento Clay. assillato dalla esasperante continuità aggressività di colui che veniva un tempo chiamato il » Marciano nero ha attraversato alcuni momenti difficili. Soprattutto nel decimo round Ali. dopo essersi sentito le gambe molli in seguito ad un violentissimo gancio sinistro, ha sentito aleggiare lo spettro della sconfitta. Frazier. tuttavia, pur essendosi notevolmente avvicinato alla condizione di forma dei s'.ioi tempi migliori, non possiedo più la stessa vitalità atletica di cinque anni fa. Joe si è progressivamente spento, dopo aver invano tentato di sgretolare la resistenza di un rivale a cui l'esperienza e la superiore intelligenza hanno consentito di arginare in qualche modo la burrasca. Frazier. a partire dal dodicesimo round, è diventato per Ali un bersaglio sempre più legnoso e meno mobile e il campione del mondo, che aveva saputo accortamente conservare qualche riserva di energia, è venuto fuori alla distanza, dominando a suo piacimento. La chiave del match è stata un violentissimo destro che. a metà del tredicesimo round, ha fatto volare il paradenti di Frazier. Da quel momento lo sfidante, coi riflessi rallentati e le gambe pesanti, non ha potuto che rassegnarsi a diventare un facile bersaglio per Clay. il campione del mondo, pur difettando di potenza, ha colpito con tale continuità e precisione da trasformare il volto di Frazier in una maschera gonfia e sanguinolenta. La rinuncia nell'intervallo tra il quattordicesimo ed il quindicesimo round non ha fatto che anticipare di tre minuti un verdetto che in ogni modo la giuria aveva già stabilito. Al momento della sospensione, secondo l'arbitro Padilla, Muhammad Ali era in vantaggio di 6 punti (66-60) mentre il margine del campione era di cinque punti (67-62) per il giudice Ouiazon e di quattro punti (66-62) per il signor Nadayag, il terzo componente della giuria filippina. Muhammad Ali. negli spogliatoi, ha tributato aperti elogi al valore sfortunato dello sfidante: » Avrebbe potuto battere chiunque al mondo all'ìnluori di me -, ha detto Ali. soggiungendo poi: - E' stato certamente il combattimento più duro della mia carriera ». Circa il suo futuro. Ali non si e pronunciato chiaramente: ha detto che questo potrebbe essere anche stato l'ultimo suo match, ma un minuto dopo si è smentito, sostenendo di essere disponibile per incontrare il vincitore di una semifinale tra George Foreman e Ken Norton. Frazier. presentatosi ai giornaiisti con gli occhi coperti da occhiali neri, ha detto di non avere per era intenzione di ritirarsi dal ring, ma di sperare anzi In una nuova occasione di battersi con Clay. - Avrei voluto portare a termine l'incontro — ha concluso Frazitr —. ma Futch ha deciso diversamente e se lo ha tatto, lo ha latto certamente nel mio interesse -. Manila. Un violento destro di Clay a segno sul volto dello sfidante Joe Frazier (Telefoto)

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