Il disavanzo dello Stato "giunto a limiti estremi,, di Emilio Pucci

Il disavanzo dello Stato "giunto a limiti estremi,, Nel 1976 si toccheranno gli 11.515 miliardi Il disavanzo dello Stato "giunto a limiti estremi,, 4300 miliardi più di quest'anno - Per il personale prevista una maggior spesa di 1082 miliardi completa oggi le previsioni economiche: nel 1976 il disa-vanzo pubblico toccherà il li-vello record degli 11 mila Roma, 1 ottobre. |Un ulteriore dato negativo 515,6 miliardi di lire, con un peggioramento, nei confronti dell'anno in corso, di 4342,8 miliardi. «Si tratta — è detto nella "nota preliminare" al bilancio di previsione 1976 distribuita stamane in Parlamento — di un disavanzo che indubbiamente si pone ai limiti estremi di ogni compati bilità con il sistema che deve necessariamente rappresenta- re il vertice di una parobola di cui è attesa la fase discen- dente in tempi brevi e ad unritmo adeguatamente soste- nulo». Le cause del pesante dete- rioramento sono facilmente spiegabili: da un lato gli ac- cresciuti impegni di spesa de- cisi dal Parlamento in tempi i passati e recenti; dall'altro , una più modesta dilatazione delle entrate, dovuta al fatto che «alcune categorie di tri-\outi sono ancora largamente al di sotto delle attese, quale , diretta conseguenza della non \ compiuta attuazione della ri- forma tributaria». \Si impone, a questo punto, una netta inversione di ten- denza: l'auspicio del governo, si legge nella «nota», è quello che aumentando produzione, scambi e introiti fiscali (at- traverso una decisa battaglia contro gli evasori, n.d.r.), si riesca a contenere entro limi- ti più accettabili il disavanzo e si accentui ulteriormente il processo di qualificazione del- l'intervento statale. Questo si- gnifica che «dovranno radi-calmente modificarsi taluni orientamenti e taluni conviti- cimenti che continuano ad in- sistere sul tema dell'incre- mento illimitato della spesapubblica pur di rilanciare Ve- conomia». Da tempo ormai, prosegue il documento, i bilanci pubbli- ci «non conoscono cessazioni di spese, ma solo continuazio- ne di quelle esistenti, proroga intese a fronteggiare ulteriori improrogabili esigenze». Un nuovo aggravamento della situazione viene poi dalla finan- di quelle venute a scadenza e accoglimento di nuove spese za degli enti locali, con inde- bitamenti avviati verso i 25 mila miliardi di lire. Così inquadrata la dura realtà della finanza pubblica, la nota passa ad analizzare (è la prima volta ) la spesa se- condo i destinatari: «E' un'a- natisi — si sostiene — che consente un'immediata e più reale percezione dell'effettiva destinazione della spesa stata le», in quanto si riescano a porre in risalto i settori dove maggiormente si concentra la crescita della spesa. n dato più interessante di questo nuovo metodo riguar ^a i maggiori oneri per il per sonale ih attività di servizio (Pju 1082 9 miliardi di lire ri spetto al 1975) che risultanocosi suddivis;: \x 62 per centc Per il personale dipendente ministero della Pubblica Tsrnirinnp- il •>« npr npnrn r>er fstluzl0ne- 11 ?« tento Pei 11 nersonate ,miltfnre e delcorpi di pollzia; 1110, perce,n' to per il personale civile compreso quello della magi- stratura. In tema eli acquisto di beni e servizi, poi, l'aumen-to di 556,8 miliardi di lire, tra l'anno in corso e il prossimo si attribuisce per il 57 per cento al solo ministero della Difesa „ restante 43 per ,, . amministra-<*£° "'L^sWanTeX con « °m complessivamente con "f""'' . La relazione previstale e programmatica, consegnata ieri dal governo al Parlamen to (crescita del reddito del 2 per cento nel 1976, contro i calo del 3-3,5 per cento que sfanno, sono i dati più signi ficativi ) viene oggi variamente commentata dai partiti. Se per l'organo della de, Il Popò lo, il discorso del governo è «un discorso responsabile petI gente responsabile», secondo i socialisti «tutto quanto i governo appare in grado dj offrire è, ancora una volta, i1 programma di emergenza de! finito la scorsa estate», \ Secondo il deputato comu nista Barca, «porre il proble\ ma delle compatibilità in ter1 mini di semplicistica scelta j fra la quantità da destinare a consumo e la quantità da de | stinare agli investimenti (ten1 tando in modo provocatorio \ di contrapporre occupati e d1 soccupati) significa non aver I ancora capito che il problema delle compatibilità non è un problema contabile ma politi-co-sociale». La vicepresidenza del Con- siglio, con una nota ufficiosa, è intervenuta questa sera nel- la polemica sulle cifre del do- : sor Bruno Trezza, sottolinea i come la destinazione a consu mi o a investimenti delle ri \ sorse addizionali disponibili '■ nel 1976 «rappresenti una scelta che condiziona il futu- cumento inviato dal governo ai sindacati sulla situazione economica. Il consulente eco- nomico di La Malfa, profes- ro, ma non il livello del reddi to del 76', in quanto i positivi effetti degli investimenti non potranno manifestarsi nel cor so dello stesso anno». Ciò si gnifica che dal punto di vista della domanda, i 2000 o 3000 miliardi di più del '76 «posso no essere destinati a consumi o ad investimenti, mentre dal punto di vista delle condizioni effettive del sistema economico e delle sue prospetti¬ ve future, la scelta fra consumi ed investimenti assume importanza centrale». Emilio Pucci

Persone citate: Bruno Trezza, La Malfa

Luoghi citati: Roma