Moro illustra l'accordo per Trieste e la Zona B di Gianfranco Franci
Moro illustra l'accordo per Trieste e la Zona B Alle Camere il problema italo-jugoslavo Moro illustra l'accordo per Trieste e la Zona B Si dà valore giuridico alla spartizione avvenuta oltre vent'anni fa: la Zona A tornerà sotto la nostra piena sovranità, la Zona B resterà per sempre annessa alla Iugoslavia - Il governo italiano sottoscriverà l'intesa dopo il consenso del Parlamento Roma, 1 ottobre. Il presidente del Consiglio, Moro, o il ministro degli Esteri, Rumor, hanno informato oggi il Parlamento sull'accordo, il solo possibile, raggiunto con il governo jugoslavo per dare una sistemazione definitiva al confine tra i due Paesi e chiudere una controversia aperta trent'anni fa dal trattato di pace imposto all'Italia. Le intese che il nostro governo si accinge a sottoscrivere, una volta ottenuto il consenso del Parlamento, non possono ovviamente non tenere conto, dal punto di vista territoriale, di una situazione di fatto ormai consolidata e irreversibile («E' innegabile — ha detto Moro — che l'assetto uscito dalla seconda guerra mondiale è mutabile solo con un'altra guerra?). Salvo qualche leggera modifica tendente ad eliminare talune sacche e rendere più siculo il confine, si darà cioè concreto valore giuridico con un trattato internazionale alla spartizione, che di fatto è già avvenuta, di quello che avrebbe dovuto essere il territoiio libero di Trieste: la Zona A, che con il Memorandum di Londra del 1954 era stata affidata all'amministrazione dell'Italia, tornerà sotto la nostra piena sovranità, mentre la Zona B resterà per sempre annessa alla Jugoslavia. Per il resto, l'accordo si accompagna a tutta una serie I di intese rivolte a salvaguardare gli interessi delle popolazioni interessate, a migliorare l'economia di quell'area,, ! creando anche una zona fran- j ca a Trieste, e migliorare i rapporti già amichevoli che intercorrono tra i due Paesi. Moro e Rumor hanno parlato dapprima alla Camera quindi al Senato, in aule afj follatissime come nelle grani di occasioni, illustrando con I realismo politico, ma anche ! con amari accenti, le rinunce j che il nostro Paese si accinge ] a fare per eliminare per sempre i postumi di una guerra I perduta, le garanzie ed anche | i vantaggi che il nostro Paese ! è riuscito ad ottenere attra| verso lunghe e complesse : trattative. Domani si aprirà : sulle dichiarazioni del goverj ne un dibattito alla Camera ; che si concluderà con un voto (lo stesso accadrà successivamente al Senato), ma già fin d'ora appare fuor di dubbio che una maggioranza larghissima lo autorizzerà a proseguire sulla strada intrapresa. Oggi tutte le parti politiche hanno isolato a Montecitorio l'estrema destra quando verso la fine del discorso di Rumor e durante quello di Moro ha rivolto al governo pesanti accuse ed insulti cercando scopertamente di creare incidenti. Moro ha reagito con molta freddezza alla gazzarra inscenata dai deputati neofascisti e, rivolto verso i loro banchi, ha detto tra gli applausi scroscianti dell'intera assemblea: «Non desidero, in un momento come questo, fare polemiche di nessun genere. Ma basterà accennare alle responsabilità di chi, in una visione sbagliata degli interessi nazionali e della situazione internazionale, scatenò una guerra della quale paghiamo, con coraggio, le ultime conseguenze». Per primo aveva parlato il ministro degli Esteri esponendo per un'ora le origini e gli sviluppi del problema, le sue implicazioni politiche, giuridiche, sociali ed umane ed i punti fondamentali di intesa, « i soli idonei a consentire la convergenza di ambedue le parti ». Rumor ha esordito affermando che la decisione del governo « non è stata tacile ». « Ed è una decisione — ha proseguito — per tanti aspetti anche amara, consapevoli come siamo non solo delle ragioni emotive, ma del sentimento profondo e della passione civile e patriottica di tante generazioni che le vicende del nostro confine orientale evocano in tutti noi ». Tracciando quindi il senso politico e storico che l'Italia intende dare all'accordo, il ministro degli Esteri ha parlato del clima di collaborazione e di rapporti amichevoli che i due Paesi da anni perseguono. Il trattato comprenderà anche la rinuncia dei due Paesi all'uso della forza, il riconoscimento dell'inviolabilità j delle frontiere e dell'integrità j territoriale e l'impegno per la ! più ampia protezione possibile dei cittadini appartenenti ai diversi gruppi etnici. Il presidente del Consiglio, ! prendendo subito dopo la pa- ! rola per pochi minuti, ha det-1 to che in presenza di dati storici ben chiari dobbiamo tutti dare un contributo, anche con qualche sacrificio, alla stabilità della situazione internazionale. Gianfranco Franci n
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