Ambrosetti matricola più brava

Ambrosetti matricola più brava L'avvio del campionato di rugby induce all'ottimismo Ambrosetti matricola più brava La serie A di rugby ha vissuto il suo primo episodio della stagione '75-76. Il turno d'avvio non ha riservato alcuna sorpresa — a meno che tale voglia considerarsi la sconfitta dell'Algida sul terreno di un fortissimo Metalcrom — ed ancora una volta gli squadroni hanno imposto la loro legge. Nulla di nuovo, dunque, sotto il cielo della pallovale italiana? Tutt'altro. Dietro la facciata delle aride cifre dei risultati fioriscono infatti rigogliose molte confortanti constatazioni che testimoniano l'ascesa lenta, ma costante, di questo sport maschio latto per atleti forti. La puma considerazione che giustificé l'ottimismo è intanto fornita dal livello di gioco raggiunto dalla quasi totalità delle squadre. Un livello medio che tende all'alto e che è suscettibile di ulteriori veloci balzi. Questo miglioramento qualitativo — più evidente proprio nelle squadre cosiddette minori — ha a nostro avviso la sua origine, come del resto è avvenuto per altri sport nostrani, nell'avvento di una nutrita schiera di giocatori stranieri. Come è avvenuto per la nazionale azzurra che si è rivolta a | fonti d'ispirazione anglosassone (con quali benefici effetti s e già ' visto) anche le squadre di club I in queste due ultime stagioni han: no rivolto la loro attenzione alj l'estero. E' cosi accaduto, per il ! naturale evolversi dell'iniziativa I che quella che in un primo tempo I era soltanto ed esclusivamente I un'ambizione di rinforzare la prò| pria squadra con elementi di va| lore, si sia in breve trasformata in ■ autentica evoluzione del gioco. E ! poiché l'attenzione dei nostri di! rigenti (favorita anche dallo spiriì to dilettantesco degli atleti InterI pellaiiì si è rivolta soprattutto ai I vivai britannici, o di ispirazione ! britannica, ecco che ci troviamo l coinvolti in una fase di autentico < progresso basato sui dettami traì dizionali ed al contempo moder'. nissimi della scuola anglosassone. Diciamo - scuola » anche perché j é avvenuto che i nostri giocatori . non si siano limitati ad avvalersi del decisivo appoggio dei compa! gni d'oltre frontiera: ma da essi. I vinti anche dalla forza dell'esemI pio, stiano attingendo una nuova ! mentalità, un nuovo modo di conj cepire il gioco e le sue finalità. i Una sola giornata di campiona¬ to non è sufficiente a dare un quadro esauriente della consistenza delle forze in campo, ma intanto si è già potuto constatare la validità del contributo atletico e di impostazione tattica ollerto dai vari Cunnington. Conradie. Greenwood, Williams. Glazsher, Delange, Donovan, Carrington, Callow e soci. Tanto più se si tiene conto che molti di costoro oltreché giocatori sono anche allenatori. Già perché un'altra grossa novità è rappresentata proprio dai trainers: sette (su 12) nei clubs di serie A sono forestieri. Sei di estrazione anglosassone ed il settimo, il vecchio - mago » Saby, della più illustre tradizione francese. In questo contesto anche la squadra torinese, l'Ambrosetti, si accinge a recitare un suo preciso ruolo. Con l'arrivo dei gallesi Bowring (l'allenatore-giocatore) e Waskett, con l'inserimento del -gruppo genovese», capitanato da Puppo ed Oneto, accanto alla vecchia guardia rappresentata da Rossini e Fogliato, il quindici neopromosso sta trovando una sua non trascurabile fisionomia. Come ha dimostrato con l'onorevole compor¬ tamento contro il plurititolato Petrarca (vincitore per 22 a 12), il team torinese è già in grado di tener testa senza sfigurare anche alle formazioni che vanno per la maggiore. Se si pensa ai 48 punti incassati dall'altra matricola, il Gasparello, a Brescia ed ai 34 subiti dall'Amatori Catania all'Aquila, l'obiettivo minimo — che è quello di non retrocedere — sarà senz'altro raggiunto dall'Ambrosetti. E, cammin facendo, non è escluso che la squadra cara a Travaglini e Fogliato si prenda qualche grossa non preventivata soddisfa! zione: perché la - cura gallese » adottata da Bowring potrebbe anche palesarsi miracolosa. I primi sintomi del radicale miglioramento si sono già visti — lo ripetiamo — domenica scorsa al debutto al Motovelodromo: gli oltre duemila appassionati spettatori presenti, benché sconfitta, hanno applaudito la loro squadra. C'è da augurarsi che non manchino anche ai prossimi appuntamenti: contribuiranno a lar si che il ritorno di Torino nel giro del grande rugby non duri una stagione soltanto. Giuliano Califano

Luoghi citati: Aquila, Brescia, Catania, Torino