Domani i 2 carabinieri-banditi saranno interrogati dal giudice

Domani i 2 carabinieri-banditi saranno interrogati dal giudice Amarezza e costernazione fra i commilitoni Domani i 2 carabinieri-banditi saranno interrogati dal giudice (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 25 settembre. «Non si sono nemmeno resi conto di quello che facevano», dicono i carabinieri dei due loro colleghi arrestati dopo aver rapinato l'ufficio postale di Albino, presso Bergamo. «E' stato un atto sconsiderato, una pazzia: allontanati dall'Arma, volevano prendere ì soldi per non tornare in Sicilia, dove avrebbero dovuto continuare il servizio militare nell'esercito. Macché nostalgia del paese, sono ragazzi di famiglie per bene e se fossero tornati a casa avrebbero ricevuto giusti rimproveri: li avevamo messi in congedo otto giorni or sono per scarso rendimento». Diego Lana, di Caltanissetta, e Mario Marino, di Catania, hanno 19 anni, sono rinchiusi nel carcere di Breno, in vai Camonica: carabinieri ausiliari da due anni (da dodici mesi dicono i carabinieri: e questo è uno dei tanti particolari discordi della vicenda), martedì alle 13,10, vestiti in maglietta e blue-jeans hanno assaltato l'ufficio postale di Albino, in via Sant'Anna. Sono entrati con il volto nascosto da una manica di pullover infilata come un passamontagna, chiusa in cima da uno spago e con due buchi per gli occhi. «Erano banditi — dicono le impiegate — ma sono stati gentili. Uno soltanto ha parlato: State calmi, ha detto, non vi succederà niente». Era il Lana, meno conosciuto nel paese, un centro industriale nella vai Seriana con 10 mila abitanti. Marino, invece, aveva prestato servizio nella zona da tempo e non ha aperto bocca. Lana ha scavalcato il bancone, si è recato nel retro e ha invitato un'impiegata a mettersi insieme con le altre davanti alla cassaforte, poi ha ordinato: «Apritela». Dentro non v'erano soldi, allora il bandito ha frugato nei cassetti e ha trovato 880 mila lire. Li ha infilati nella maglia. In quel momento è arrivata sulla porta una funzionarla dell'ufficio. Una delle impiegate l'ha vista e ha gridato: «Non entri, non entri». I rapinatori si sono spaventati, sono usciti e saliti sulla moto posteggiata pochi metri più avanti. Hanno tentato di farla partire, ma inutilmente. Via Sant'Anna è in discesa, dal centro storico del paese porta sulla provinciale per Bergamo e elusone; i due giovani, gettate le mascherature, hanno spinto la moto, ma è stato inutile: un guasto e la mancanza di benzina hanno impedito loro la fuga sul mezzo. Marino di corsa s'è allora aggrappato ad un camion ed è giunto sino a elusone, Lana si è nascosto sulle sponde del fiume Serio. Le impiegate intanto avevano dato l'allarme e i carabinieri avevano attuato posti di blocco, organizzando anche una battuta nei dintorni. Verso le 14,30 Diego Lana veniva catturato: in tasca aveva ancora la pistola calibro 22 usati per la rapina (Marino impugnava invece una 7,65: le armi erano state acquistate regolarmente e denunciate). Alle 15,45 veniva arrestato anche Mario Marino. Come? A questo punto le versioni sono due. Ufficialmente Marino è stato fermato nella campagna tra Sovere e elusone, ma secondo indiscrezioni egli, in realtà, è stato preso quando in divisa s'è presentato regolarmente in caserma a elusone per prendere servizio alle 16 come stabilito dal ruolino. E' una vicenda delicata. Dopo l'arresto dei due giovani vi sono state alcune ore di silenzio sul caso: «Indagavamo — spiegano i carabinieri — i due fermati non avevano uncora confessato, dovevamo attendere la decisione della magi stratura per comunicare l'av venuto arresto». Il mandato di cattura veniva firmato dal sostituto procuratore Giancarlo Battila ieri mattina e la notizia diventava di dominio pubblico. Sempre secondo le indiscrezioni, Diego Lana, su bito interrogato, avrebbe ammesso la sua colpa e avrebbe fatto il nome del complice, Mario Marino, il quale senza sapere che il collega era stato catturato si sarebbe presentato come nulla fosse accaduto in caserma. Di fronte al fatto di due colleghi diventati rapinatori i carabinieri avrebbero avuto un comprensibile momento di sbigottimento, di qui la necessità di chiedere una pausa per riflettere. Come poteva reagire l'opinione pubblica davanti ad una simile, incredibile realtà? Poi sarebbe prevalsa la logica: ogni anno cinque-seimila carabinieri ausiliari vengono immessi in servizio, se due sgarrano, il giudizio negativo non può ricadere su tutti; inoltre, soltanto nel 1974 trecento carabinieri sono morti o sono rimasti feriti in servizio: se due «pecore nere» sfuggono ai severi controlli di selezione o maturano idee contorte durante la ferma nessuna colpa può ricadere sull'Arma. Il ricordo del brigadiere D'Anna, di Napoli, ucciso mentre affrontava i rapinatori (ha lasciato moglie e Molte circostanze restano ancora da chiarire - I due avevano acquistato regolarmente le pistole usate per la rapina all'ufficio postale quattro figli) sovrasta l'episodio anomalo accaduto nel Bergamasco. A questo punto, il comando avrebbe deciso di spiegare quanto era accaduto ai giornalisti. La versione ufficiale dice però che Lana e Marino erano stati messi in congedo per scarso rendimento da otto giorni; ma le notizie raccolte ad Albino sostengono invece che Marino era in servizio attivo (trasferito da qualche mesa a elusone), mentre per Lana c'è qualche incertezza: qualcuno sostiene però di averlo visto recentemente in divisa. Il giudice Giancarlo Battila li interrogherà sabato: il segreto istruttorio non consentirà di sapere che cosa diranno i due giovani, ma al processo (improbabile che avvenga per direttissima perché la magistratura vuole andare a fondo nella vicenda) si potrà conoscere qual è la verità dei fatti. Ad Albino si coglie qualche commento: «Quei due erano già stati ampiamente puniti, e trasferiti. Ora chi rischia di pagare è il loro comandante, che invece si è sempre adoperato in difesa della legge». Le selezioni per essere accettati nei carabinieri (altro dubbio: Lana e Marino erano in servizio da un anno, come dicono le versioni ufficiali, o da due anni come sostengono altri?) sono sempre rigorose, ma diminuisce sempre più il numero delle domande: il proble¬ ma del reclutamento delle forze dell'ordine diventa sempre più difficile. Resta però la situazione psicologica di grande disagio, c'è il pericolo che l'opinione pubblica non comprenda (o una parte finga di non comprendere) che l'episodio è isolato. Rimane poi un interrogativo imbarazzante: se la moto di Lana e Marino partiva? «Sarebbe stata una rapina come tante altre avvenute nella zona — risponde il giudice Battila — e forse gli autori non sarebbero mai stati scoperti ». E non aggiunge altro. Ma il rovello agita la mente: quelle stradine piccole di Albino, la moto (rubata) adatta a percorrerle con velocità: c'è premeditazione, organizzazione Ma se avere scoperto due carabinieri indegni della divisa è stato un caso, l'averli denunciati è stato un atto di coraggio. Il Paese deve continuare ad aver fiducia nell'Arma. _. _ . Piero Cerati barba. Quest'ultimo, esponente del psdi, fu sequestrato qualche mese fa a Gaggiano di Milano e liberato dopo circa venti giorni. L'uomo, Vittorio Pintauro, 30 anni, originario di Cagliari e residente a Milano, era entrato in una clinica qualificandosi come medico. Aveva anche detto di essere alla ricerca di un collega, risultato inesistente nella casa di cura. E' stato poi accertato che il Pintauro cercava una dottoressa della quale non ricordava il nome, per farsi curare una ferita, in parte rimarginata, alla gamba destra. Portato in questura, l'uomo non ha saputo spiegare la sua presenza a Bologna. E' risultato che ha dei precedenti penali; è stato trovato in possesso di circa 700 mila lire, tra le quali 50 mila del riscatto Malabarba. Pintauro è stato rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte, in stato di fermo per sequestro di persona a scopo di estorsione. Sono in corso indagini per stabilire come sia venuto in possesso della banconota. Secondo quanto egli stesso avrebbe dichiarato, potrebbe averla ottenuta giocando nel casinò di Nizza dove recentemente si è recato, oppure in una banca milanese dove qualche giorno fa avrebbe cambiato diversi assegni.