Un tulipano in città di Mirella Appiotti

Un tulipano in città TERRAZZE E GIARDINI Un tulipano in città Un tulipano nano, testa lunga e gambe corte, specie di bassethound del mondo vegetale, bianco e giallo con grandi pennellate di rosso: fiorisce sul balcone a febbraio, proprio quando si è esausti dopo i lunghi mesi grigi. E' una kaufmanniana precoce, niente di specialmente snob o difficile, viene su praticamente da solo, prepararselo è elementare, basta la voglia di lavorare un po', adesso. L'autunno anche per il giardiniere dilettante è una stagione molto indaffarata, tra tutto quello che si deve « togliere >• e ciò che si vuol « mettere ». Ritirati al riparo (ai primi veri freschi di ottobre) gigli e ibiscus, gerbere e peonie, clematis e primule, ci sarà poi, come si è visto, il rito dei gerani che va molto bene compiere secondo le regole più antiche: le piante estirpate, ben pulite, leggermente incartate e sistemate in qualche angolo di cantina. Via loro, nel contenitori liberi ecco lo spazio per le essenze «nuove», quelle che per fortuna di noi settentrionali, stanno magnificamente fuori al freddo e anche al gelo, lavorando nascoste per poi esplodere in primavera. E' tutta la grande troupe delle bulbose. Tulipani, narcisi, giacinti, crocus (che sono tuberi ma si comportano in modo del tutto simile agli altri e vengono considerati « della famiglia ») vanno interrati adesso, cioè con quella sottintesa elasticità che quasi sempre accompagna le operazioni botaniche, da oggi alla metà di novembre benché l'optimum sia in ottobre. Terra poco argillosa, preferibilmente mista a sabbia, ben nutrita ma mai con letame, concime naturale tipo sangue secco o polvere di ossa. Il bulbo sarà affondato ad una profondità di tre volte la sua altezza, buona innaffiatura: e dimenticarselo. A germogliare, penserà per conto suo. In un inverno particolarmente gelido si potrà intiepidirlo con una leggera copertura di foglie. A proposito di bulbose e soprattutto di tulipani, di cui i floricoltori offrono in commercio quindici specie diverse, ciascuna delle quali con centinaia di varietà, il problema non è nella loro coltivazione abbastanza elementare, quanto nella disponibilità che specialmente in Italia si ha verso questo fiore asiaticoolandese, accolto largamente da chi provvede al verde pubblico, meno amato per i piccoli giardini e per il terrazzo cittadino. E' vero che il tulipano può apparire duro, poco duttile, pur nello splendore di certe forme, colori e linee purissime (ci sono dei bianchi davvero da cigno, dei gialli solari senza macchia, dei rossi sanguigni drammatici) ottenute da ibridatori geniali. E' anche vero che. per chi ha fantasia, tanta perfezione può fare l'effetto raggelante di una bellissima donna senza spirito. E stufare: soprattutto quando si amano le essenze semplici, vicine ai caratteri originari. Allora si provi a cercare, magari da Forgia che è un botanico appassionato, sapiente in fatto di bulbi pressapoco quanto un professore universitario, i tulipani botanici e scegliere tra questi « capostipiti ». i billora o i kolpakowkianì, o tra tutte le varietà di kaufmanniana, non grandi, non forzati, con un sapore selvatico, robusti come l'aria che preferiscono, quella di montagna, tanto è vero che sono ampiamente coltivati nei giardini rocciosi. Hanno una bellezza scabra e aguzza, così è Vacuminata, fiore fatto di dita stecchite e magre, rosse come fiamma. * * Prezzemolo a tutto gas. Lo si vuol allevare sul balcone, anche adesso, prima che arrivi il freddo? Immergere i semi in acqua tiepida. Lasciarli un paio d'ore. Asciugarli delicatamente. Seminarli. Otto giorni: e le piantine spunteranno. Mirella Appiotti

Persone citate: Forgia, Giardini

Luoghi citati: Italia