"Sono morie nello spirito le norme sul vilipendio,.

"Sono morie nello spirito le norme sul vilipendio,. Le arringhe di difesa per i nove pacifisti "Sono morie nello spirito le norme sul vilipendio,. Ai giudici: "Riflettete se siano compatibili con una società democratica leggi che impediscono di criticare le istituzioni" Assoluzione perche il fatto non costituisce reato chiesto dalla difesa; condanne da otto a sedici mesi chieste dal p.m.: queste le contrapposte conclusioni del processo che si è celebrato In Corte d'assise contro I pacifisti accusati di vilipendio alle Forze Armate e istigazione alla disubbidienza. Per I nove Imputati il p.m. Savio aveva chiesto sette condanne: un anno e quattro mesi al principale imputato, il prof. Giuseppe Marasso, otto mesi a Piercarlo Racca, Domenico Sereno Regls, Alberto Pcrlno, Vito Bologna, Glannantonio Bottino; sei mesi per Enrico Vencsla, all'epoca del fatti minorenne. Assoluzioni per Insufficienza di prove soltanto per Giovanni Salio e Giovanni Pellissler. L'udienza di ieri è stata interamente dedicata alla difesa rappresentata dagli avvocati Guidetti Serra, Magnani Noya, Zanca, Masselli, Gianaria, Costanzo, Ferrari. « E' ancora accettabile lo spirito delle norme che puniscono i reati di vilipendio e di istigazione alla disubbidienza? Quale rispondenza hanno queste norme nella nostra società? ». ha esordito uno dei difensori. «E' soprattutto a voi, giudici popolari, che rivolgo questa domanda. I giudici togati vi diranno di applicare il codice, ma voi dovete rijtettere su queste norme clic prevedono e puniscono come reali certi tipi di comportamento, critici nei con/ronti di determinate realtà sociali come l'esercito o i tribunali militari ». A determinate e specifiche accuse rivolte agli imputati, la difesa ha replicato contestando punto per punto. « Per arrivare all'ipotesi di reato prevista come istigazione alla disubbidienza, ha detto un secondo difensore, non è sufficiente gridare uno slogan a! vento ma occorre che vi sia un pericolo concreto e reale. Che poi gli Imputati, a cominciare dal professor Marasso, abbiano gridato "Disertate, disertate", è piuttosto dubbio visto che questa non è una frase tipica del gruppo della non violenza al quale lutti gli imputati appartengono ». Vi sono poi le espressioni più pesanti pronunciate dai pacifisti nei cortei del marzo e del novembre del 1971, quali "Stato schifoso", "esercito strumento di repressione" e così via. I difensori hanno sottolineato la differenza di espressione che si può usare in un salotto e quella "gridata" in un corteo. Indubbiamente, lo slogan per avere una sua efficacia, a volte supera i limiti del buon gusto e del rigido e formale rispetto della legge. Un difensore ha anche citato una sentenza pronunciata dalla corte di Cassazione nel 1905: stabiliva « essere più importante garantire a tutti l cittadini la libertà di espressione piuttosto che punire opinioni anche aspramente critiche nei confronti delle istituzioni ».