L'assassina dell'olandese dice: "Seppellitemi con Iui,, e si spara mentre irrompe la polizia

L'assassina dell'olandese dice: "Seppellitemi con Iui,, e si spara mentre irrompe la polizia Sanguinosa fine di un flirt balneare in una squallida camera d'albergo L'assassina dell'olandese dice: "Seppellitemi con Iui,, e si spara mentre irrompe la polizia Al "Primula" di piazza Carignano - Ma le è tremata la mano e non è ferita gravemente ■ In una specie di lucida follia ha raccontato la sua assurda passione per il fisico straniero: "L'ho ucciso perché lo amavo troppo: avrei voluto vivere con lui, ma non potevo lasciare mio figlio" - L'altra sera all'ultimo incontro, dopo le vacanze trascorse insieme sulle spiagge di Finale Ligure, è andata con la pistola nella borsetta: "Non ho potuto tirarla fuori in via Roma, c'era troppa gente. L'ho fatto appena siamo arrivati in una strada tranquilla" « Avevo deciso di ucciderlo e di uccidermi. Gerard era entrato nella mia vita, non potevo lare a meno di lui. Ma non potevo abbandonare il mio bambino ». Fiorella Bonfanti pronuncia queste parole con calma e distacco, di fronte al cronista che la osserva muto, nella camera dell'Ospedale San Giovanni, L'assassina ha un solo rammarico: « Sono stata vigliacca, ho sbagliato il colpo per me ». Parla lentamente, con calma, in una specie di follia lucida, senza tralasciare alcun particolare. Il suicidio che non ha commesso subilo dopo aver fulminato in via Principe Amedeo, mercoledì sera, il fisico olandese a cui era legata da una derilante passione, l'ha tentato ieri mattina nella stanza d'albergo dove si era rifugiata. Ha premuto il grilletto della pistola mentre la polizia sfondava l'uscio. Ma le è tremata la mano; ferita a una spalla, guarirà in pochi giorni. La tela cala così sull'ultima scena del delitto, j tragico epilogo di un «flirt» balneare. Ricapitoliamo l'antefatto. Mer- j coledi sera, mancano pochi mi- I nuti alle 22. In via Principe Ame- j deo c'è il silenzio più completo, I la strada è deserta. Risuonano ! nella notte due colpi di pistola, I primi accorsi scorgono davanti al portore del 14 C, a pochi passi j dall'Ingresso della Camera del la- j voro, un corpo immobile di uomo, ; accasciato a terra. Sotto il capo si sta formando una pozza di sangue. Nessuno ha assistito all'assassinio. La vittima è stata raggiunta da un solo proiettile che è entrato nella schiena uscendo con un largo squarcio dalla gola. Per terra due bossoli di pistola cai. 7,65. In tasca al morto un passaporto olandese, intestato a Gerard Yan Marie Wiegman, . a"", abitante a Ryswilt, un SJiT.*ì. l„-*!'-___?0._i gli ha una discreta somma in valuta estera. Chi gli ha sparato? Sul marciapiede è rimasta una valigetta 24 ore, piena di documenti scritti i in olandese e francese. Il primo spiraglio per gli uomini della Mobile che si mettono alacremente al lavoro viene da una agendina, che contiene un indirizzo di San ! Carlo Canavese: Fiorella Bonfanti Lepore, via delle Scuole 18. Fiorella Lepore, in costume da bagno, sorride da una fotografia nascosta tra i documenti. Dietro, una dedica: « Ti amo, Fiorella ». La traccia <• quella giusta. A San Carlo Canavese la polizia giunge nella notte con molte speranze. La famiglia Lepore abita In una villetta isolata. 11 marito, Vincenzo, 46 anni è im- i piegato nell'esattoria comunale I presso la Banca Popolare di No- i vara E' in casa solo Dice ai 1 funzionari: « Non vedo mia mo glie dalle 13,30 di oggi. MI ha accompagnato in ufficio, poi ha detto che andava a Torino, per commissioni ». Non gli dicono nulla del delitto. Si fa solo parola di un certo olandese. L'uomo conferma che ha appreso qualcosa dal figlio Alberto di 11 anni. Al ritorno dalle vacanze al mare, in Riviera, ha parlato spesso e con parole entusiastiche del « giovane olandese amico della mamma ». Aggiunge l'uomo: « Il nostro matrimonio è finito da tempo. Restiamo insieme solo per lui, Alberto. Ma io come lei facciamo ciascuno la nostra vita ». Non rimane, per il dott. Fersini capo della Mobile e per i || I suoi collaboratori, che cercare la donna. Mentre alcuni agenti sor- vegliano 1? villa a San Carlo, 1 altri seguono una traccia impor- I tante. La famiglia della donna è 1 di Verona, potrebbe essere an data là. Oppure potrebbe essersi recata a Torri del Benaco, sul lago di Garda, dove attualmente si trova il figlio. Alle 22.30, mez- z'ora dopo il delitto, c'era un treno por Verona in partenza da Porta Nuova. La Bonfanti-Lepore potrebbe averlo preso. La polizia compie controlli sul convoglio che viaggia nella notte, facendolo ispezionare nelle stazioni prima che arrivi a destinazione. Nulla. L'inchiesta non fa passi avanti fino a ieri mattina, verso le 10,30. In Questura Si passano al setac. ci0 le scnede Annate dai clienti degli alberghi torinesi. Ed ecco, su un tagliando dell'albergo nPri- ! tmula» di piazza Carignano 8, il ! gnome di Fiorella Bonfanti. Il maresciallo Mari con i brigadieri Siviero e Tifone, pochi minuti dopo, è nella « hall ». Prega la proprietaria di bussare alla camera della donna: « Dica che c'è suo cugino ». Ma, dall'interno, una secca risposta: a Non ho cugini ». Alle insistenze dell'al- pnbslnbergatrice un'altra breve frase: i ce Un momento ». Passano alcuni secondi, che sembrano intermina- , bill, e la decisione di sfondare l'uscio è immediata. Al di là del . j battente che cede di schianto, gli agenti vedono la donna sedu ta sul letto con la pistola in pu gno. Si sta avvicinando l'arma al petto, preme il grilletto. Lo mano destra trema, la canna sobbalza e il colpo diretto al cuore si conficca più in alto, nella spalla, uscendo sotto l'ascella sinistra. Fiorella Bonl'anll non perde neppure conoscenza. E' sempre presente a se stessa, ha in le- Bta un pensiero fìsso, lo stesso 1 enc pna guidata nella fredda : esecuzione del crimine. Già sul- 1 I ia confessione: « L'ho ucciso lo, , lo amavo troppo. Ma dovevo j l'auto che la porta all'ospedale San Giovanni vecchio, mormora scegliere tra lui e mio tìglio ». Le sue condizioni non sono gravi. Guarirà in dieci giorni, appena dimessa sarà trasferita alle « Nuove ». Per tutto il giorno ieri le in- dagini sono proseguite a ritmo serrato, per collocare ogni tas- sello nel mosaico della storia. Si sono prodigati senza posa il dott. Fersini, il dott. Rosa, i fun- zionari Vinci e Sassi E' stato possibile accertare che Gerard Wiegman, il quarantenne olande- quarante se ucciso, lavorava come esperto di computers, partecipava a con gressi internazionali, faceva il consulente per diverse aziende francesi, olandesi, belghe. La sua j » biografia » è stata fornita in ; gran parte dalla stessa Bonfanti. l La polizia ha accertato anche il modo in cui la donna si è pro- curata la pistola, sottratta da un cassetto nell'ufficio del marito. Si era fatta fare apposta un dop- I 1 pione della chiave. Mercoledì ha ■ approfittato di un momento che I l'uomo telefonava e si è talpa- : dronita della Beretta 7,65, di preI prietà della Banca Popolare di i Novara. La donna ha parlato anche con il cronista che si è trovato di fronte non una donna schiacciata dal peso del delitto, e nemmeno « confusa » mentalmente, prostrata dalla tensione nervosa. Febbricitante dal letto dell'ospedale, Fiorella parla quieta, con coerenza. E benché quel che dice mostri una logica stravolta, una prospettiva allucinata, ha il volto sereno. Due grandi occhi I intensi spiccano nella cornice ! bionda dei capelli tagliati corti. ' E' sempre la stessa persona che I i vicini descrivono « d'aspetto ri! servato, elegante. Come donna si ] faceva guardare ». Parlando, ogni tanto rialza con un gesto autoI matico la ciocca che le ricade i sulla fronte. Dice: « Ho conosciuto Gerard al primi di giugno a Finale Ligure. C'ero andata con mio figlio Alberto. Stavamo alla pensione Villa Pia. Lui era bello, molto bello. Un uomo splendido, garbato, pieno di spirito e di fascino. Ho trascorso un mese bellissimo, facevamo grandi progetti. CI amavamo. Voleva persino comperare una villa a Finale, eravamo andati a vedere Il posto ». Fiorella rievoca 11 suo flirt balneare con occhi sognanti. Sembra persa In un altro mondo. Non parla mai del marito, per lui ha solo una rapida battuta: « Siamo praticamente divisi da anni, ci legava solo il bambino, tengo multo a lui ». La « confessione » prosegue: « Lui è entrato prepotentemente nella mia vita, io non ne potevo più lare a meno. Ma era molto più buono di me. Purtroppo, data la situazione, ho dovuto ucciderlo ». Il racconto si sofferma sui ricordi dell'estate. La donna dal 9 giugno al 20 luglio è rimasta a Finale con il figlio. Il marito l'ha raggiunta soltanto verso la fine delle vacanze, l'olandese se ne era già andato. La relazione (la Bon . tanti precisa « solo platonica, in- ! tellettuale e basta ») continua con lettere e telefonate, prima al ma- re poi a San Carlo Canavese. Mer- coledi scorso, l'epilogo. Gerard Wiegman avverte l'inna- IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIII morata che verrà a Torino ma solo per poche ore, di ritorno da Vienna dove ha partecipato a un congresso. Lei si prepara all'incontro. Prenota una camera in un hotel del centro. Alle 15 va a Porta Nuova per l'arrivo del tre¬ no. Gerard lascia la valigia al deposito (stamane verrà prelevata dalla polizia in presenza del padre e del fratello che sono attesi dall'Olanda) poi insieme si recano in albergo. Vi si fermano dalle 15,30 alle 19,30, secondo gli ; accertamenti della polizia. | L'assassina spiega: « In serata eravamo a passeggio in centro. Siamo entrati in un bar, per consumare delle paste e un panino. Poi ci siamo trattenuti In via Roma. Io dovevo ucciderlo. Da due giorni avevo nella borsetta la pistola. Per tre volte ho tentato di prenderla per sparargli, ma c'era truppa gente e non ho avuto 11 coraggio. Più tardi l'ho condotto In via Principe Amedeo. Non pensavo ad altro che attuare il mio proposilo. Ormai ero a un bivio della vita, o lui o mio figlio. Ho scelto mio figlio ». La sequenza dell'omicidio è esatta nei particolari più minuti nei ricordo della donna: « La zo na cra buia. Mi sono fermata di colpo, mentre lui continuava camminare. Allora ho preso la pistola c gli ho sparato da dietro. Due colpi. L'ho visto cadere. Dopo, sono andata al Primula. Mi ripetevo: " Che vigliacca so¬ no ". Dovevo spararmi subito anch'io, per morire con lui », Raggiunto l'albergo, a pochi metri dal luogo del delitto, Fiorella Bonfanti va tranquillamente a letto. Alle 7,30 di ieri mattina chiede un bicchiere di latte e « La Stampa ». Legge avidamente la cronaca del delitto. Scopre di essere già ricercata. Al cronista dirà più tardi, stupita: « Ma quando esce il giornale? Come avete latto a sapere tutto così in trotta? ». Nella squallida camera d'albergo, capisce che è arrivato il momento di decidere. Ma prima vuole lasciare un messaggio. Scrive con calligrafia minuta, su un cartoncino bianco, una decina di righe indirizzate a don Ferruccio, il suo vecchio « padre spirituale » in Val d'Aosta (la famiglia vi ha abitato prima di trasferirsi a San Carlo due anni fa). Poche frasi: « E' stato un amore intellettuale. MI amava troppo. L'ho sognato questa notte. Mi ha preso per mano per condurmi con sé. Voglio clic I nostri corpi siano sepolti Insieme In terra d'Olanda ». Ha anche un ultimo pensiero per il figlio, vuole che venga affidato agli zìi di Torri del Benaco, un paese sul Lago di Garda. Il messaggio si chiude con la frase « Grazie per la comprensione » seguita dal suo nome, Fiorella. Ha appena posato la penna quando sente bussare alla porta. Non le restano che pochi Istanti per premere di nuovo il grilletto Probabilmente senza l'intervento della polizia al « Primula » Fiorella Bonsanti sarebbe riuscita a uccidersi, attuando completamente il disegno maturato nella sua mente sconvolta, a quarantadue anni, da un amore «impossibile». Ora nel suo letto all'ospedale ripete il cruccio per la sua vigliaccheria, ancora in estasi per la indicibile « bellezza e intelligenza » dell'uomo che ha strappato bruscamente alla vita con una pallottola spietato, esplosa a tradimento. L'inchiesta prosegue oggi con l'arrivo dei familiari della vittima da Amsterdam. Il padre e un fratello, Gerard era scapolo, quasi sempre lontano da casa, in viaggio per lavoro in tutti i paesi d'Europa. Antonio De Vito Ezio Mascarino Fiorella Bonfanti si è appena sparata - In ospedale parla di Gerard Wiegman - L'ucciso aveva con sé questa foto della donna scattata al mare: è servita a mettere la polizia sulla buona pista - Il marito dell'omicida