Scontro dc-pci sull'economia

Scontro dc-pci sull'economia Consiglio provinciale Scontro dc-pci sull'economia A proposito di un documento sulla crisi produttiva - Polemiche sulle proposte di azione programmatica Scontro frontale tra de e pei — con il psi alla finestra — ieri in Consiglio provinciale. Un ordine del giorno presentato dal de Fantino sulla grave situazione economico-produttiva della nostra provincia è stato il pretesto per un vivace confronto tra il partito «leader» della maggioranza e quello che conduce l'opposizione. Nel documento, che denuncia le difficoltà di molte aziende e la preoccupazione per il frequente ricorso a Cassa integrazione e licenziamenti, si chiede la convocazione di un'apposita riunione del Consiglio provinciale preparatoria alla conferenza regionale sull'occupazione. Il vicepresidente Mercandino, a nome della giunta, ha detto di «far proprio il documento)), annunciando per il 7 ottobre la riunione. Il capogruppo comunista Ardito ha però proposto di sopprimere il capoverso dell'ordine del giorno in cui si sottolinea l'accentuarsi del carattere monoproduttivo dell'industria piemontese «in pieno contrasto con le scelte di diversificazione a suo tempo effettuate dal governo regionale, dagli enti locali e dalle organiszazioni sociali». Fantino si è opposto: «La giunta in pochi secondi ha cambiato parere», ha detto. Nella polemica sono entrati anche Ajassot (pei) e Brustia (de); Mercandino invitava a «procedere speditamente» nella votazione. Mentre il presidente Salvetti cercava di riportare l'ordine scampanellando, Brustia ha minacciato di abbandonare l'aula ritenendo che gli fosse stata tolta ingiustamente la parola. Anche Giuglar (pri) ha criticato 11 modo di condurre il consiglio divenuto «dialogo Ira de e pei mentre le altre lorze sono tagliate Inori». Arrigo (pll) ha chiesto «maggiori riguardi per le minoranze». Al termine della discussione l'ordine del giorno con le modifiche chieste dal pei, è stato votato all'unanimità. Fantino ha rilevato che si è voluta fare una «distorsione polemica ed una strumentalizzazione», Brustia ha auspicato che il 7 ottobre non si facciano «ancora parole e demagogia». Calmate le acque, si è aperta la discussione sullo «sfato della Provincia e sulle proposte di azione programmatica» presentate dal vice presidente Mercandino: « Ci troviamo in una situazione difficile con disponibilità limitate — ha detto — e dobbiamo compiere una scelta sui bisogni più urgenti». Nel dibattito sono intervenuti tutti i gruppi. Pesanti sono state le critiche avanzate sul documento dal de Solavaggione che si è detto «stupito per il modesto risultato della collaborazione fra pei e psi» ed ha definito il «rapporto» sullo stato della Provincia «un catalogo di problemi della comunità torinese ed un elenco un po' manieristico di buone intenzioni». «In sintesi — ha detto Solavaggione — le forze della maggioranza per la limitata portata delle scelte sin d'ora proposte e per gli indirizzi appena accennati, non lasciano neppure intendere guai è la loro potenziale capacità ad uscire da una posizione puramente rivendicatlva. La giunta con l'equivoca relazione sullo stato della Provincia pare invece voler mettere le mani avanti per ribaltare appunto su altri le carenze già previste per la propria attività futura». Per la de hanno ancora parlato Brustia, Brizio, Sibilie, Puddu. Quest'ultimo ha chiesto che la Provincia faccia un censimento dei mezzi di trasporto «per il loro utilizzo più idoneo per tutte le categorie sia lavoratori che studenti». Nel dibattito sono ancora intervenuti con giudizi variamente critici il missino Boetti-Villanis, il repubblicano Giuglar, il socialde¬ mocratico Viano ed il liberale Arrigo. In sede di comunicazioni, il presidente Salvetti ha espresso una certa soddisfazione per i recenti provvedimenti adottati dalla Cassa depositi e prestiti che «aprono uno spiraglio per i debiti degli enti locali».