Tartufi: pochi e molto cari di Piero Cerati
Tartufi: pochi e molto cari Polemica Alba-Asti Tartufi: pochi e molto cari Anche la qualità, per ora, non è eccellente (Dal nostro inviato speciale) Alba. 22 settembre. Le contrattazioni per i tartufi avvengono nel cortile della Maddalena ad Alba. L'uomo in abito scuro apre un fazzolettone bianco e mostra la sua merce preziosa: il « bianco » della Langa, il tuber magnatum Pico, che costa oggi 15.000 lire l'ettogrammo, adatto quindi al pranzo d'un re in esilio. Il mercato dei tartufi si è aperto ad Alba, su ordinanza del sindaco, il 20 settembre. Il controllo delle guardie comunali è severissimo: i funghi sotterranei devono essere maturi, sani, distinti per specie e varietà, il « tritume » (pezzi di tartufo) deve essere venduto separatamente; inoltre, i trifulau devono possedere il «patentino» rilasciato dalle autorità locali per dimostrare di essere dei «professionisti», di lavorare con scrupolo e serietà. Chi contravviene a queste norme è multato. Tuttavia, i tartufi erano in vendita su altri mercati (nell'Astigiano, ad esempio) sin dal 1" agosto, in violazione all'allegato numero 1 della legge Salari sulla raccolta dei funghi sotterranei che spiega come il tartufo bianco d'Alba maturi dal 1" ottobre. I casi quindi sono due: o sbaglia la legge, o i tartufi bianchi non erano d'Alba, ma bianchetti o fioroni da poco prezzo e venduti invece molto cari. E' difficile credere in un errore della legge: nelle Langhe, l'Associazione trifulau sino al 20 settembre, data dell'ordinanza del sindaco, ha denunciato chi vendeva i « bianchi » d'Alba per truffa in commercio. Sembra però che il prodotto raccolto nell'Albese venisse portato nell'Astigiano e messo regolarmente in vendita: prezzo 1215 mila lire l'etto. E' stato un autunno d'oro per i funghi, scesi a 3 mila lire il chilo, non lo è per i tartufi, anzi non lo sarà mai. t funghi sotterranei diventano sempre più rari per la moderna lavorazione della campagna, per l'uso degli antiparassitari con l'elicottero, che non risparmia gli angoli più riposti delle colline, ma soprattutto per l'anticipata e indiscriminata raccolta dei tartufi: è un prodotto di valore e fa gola a molti, dovrebbe essere lasciato maturare sottoterra affinché la « madre » possa procreare (usiamo termini non scientifici) nel prosieguo degli anni, invece è raccolto quando ancora è verde, poco profumato e quasi insapore. Ai professionisti (i trifulau) si sostituiscono gli avventurieri, che zappano e guastano il terreno dove il fungo ipogeo prolifica, arraffano e non restituiscono il suolo alla primitiva integrità. Profonde zappature e tartufaie rovinate sono state scoperte nel Monferrato; nelle Langhe il fenomeno è stato contenuto grazie all'opera dell'Associazione trifulau, ma il « bracconaggio » continua ancora. Nelle Marche e in Toscana i cercatori di tartufi sono giunti ad un accordo: la raccolta comincia il 1" ottobre, chi trasgredisce è denunciato. La Regione Piemonte o le Province potrebbero intervenire, altrimenti il tartufo è destinato a scomparire. Vi sono però altre possibilità per agire contro il bracconaggio e calmierare i prezzi. Un micologo cuneese è riuscito a far crescere « artificialmente » i funghi: ha seminato pezzi di cappelle di porcino sulle radici d'un castagno riuscendo a micorriz- zarle (a fecondarle, termine anche questo non scientifico, ma più chiaro). L'ambiente e la stagione favorevole hanno fatto crescere funghi porcini ottimi (è presumibile che la micorrizzazione sia avvenuta due-tre anni or sono, non certamente l'anno scorso). Per i tartufi neri si può agire nello stesso modo. Ancor meglio, dopo gli studi condotti dall'Orto Botanico di Torino, la Guardia forestale (in accordo con l'Ispettorato agricoltura e foreste regionale e l'Istituto piante da legno) ha messo in sito piantine di querce micorrizzate, che dovrebbero produrre tartufi neri tra due-tre anni. Per il « bianco » delle Langhe non si è ancora giunti a questo punto, ma si è sulla buona strada. E' inutile negarlo: la Francia ha già in atto intense coltivazioni di tartufi neri, sarà interessante sentire che cosa diranno i suoi tecnici ad Alba l'il ottobre quando si svolgerà, nell'ambito della Fiera del tartufo (5-19 ottobre), un convegno internazionale sulla coltivazione dei tartufi. Piero Cerati
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