Dramma durato anni svanisce in mezz'ora

Dramma durato anni svanisce in mezz'ora Si applica il diritto di famiglia Dramma durato anni svanisce in mezz'ora Allo Stato Civile ieri si sono presentate le prime sei persone che hanno finalmente potuto dare il nome ai figli nati fuori del matrimonio - Dice un padre: "Giorno di festa grande" « l'or me è un giorno iti Testa grande; finalmente ho messo a posto le mie cose davanti agli uomini ». Giuseppe Tomaino, G0 anni, dipendente comunale, dopo aver sposato nel '73 la donna con la quale vive da circa troncarmi, ieri ha potuto riconoscere ufficialmente i figli nati prima del matrimonio: due ragazze già sposate, che per molte ragioni intuibili hanno preferito mantenere il cognome della madre (la legge lo consente), e un ragazzo di 12 anni, clic ora può portare il cognome del padre. « Ma non sta qui la mia soddisfazione — afferma Giuseppe Tomaino —. Ciò che conta è che ora sono tutti e tre figli miei a tutti gli effetti ». Si è chiusa per lui e per i suoi familiari una parentesi su un lungo periodo d'incertezza e di disagio. L'ha fatta scattare quella norma della nuova legge sul diritto di famiglia che consente a chiunque abbia avuto un figlio dentro o fuori, prima o dopo un qualsiasi matrimonio, di riconoscerlo come suo e ciò con un atto pubblico valido a tutti gli effetti civili e legali. La legge è in vigore da sabato; da ieri ha cominciato a dare i primi risultati, attraverso i suol dispositivi più innovatori. Uno di questi è appunto il «riconoscimento», che interessa migliaia di persone. Secondo llstat, nel '71 (non si hanno dati più aggiornati) In Italia sono nati 20 mila 990 figli naturali, cioè illegittimi. A Torino i bambini nati fuori dal matrimonio sono, ogni anno, alcune centinaia. Nel '73 e nel '74 in particolare, gli illegittimi sono stati rispettivamente 795 e 746. Cifre elevate, che sul piano umano giustificano l'applicazione d'uno strumento legislativo con cui definire la posizione di tanti giovani (ma anche di molti adulti). Come Giuseppe Tomaino ieri si sono recate negli uffici del Comune in via Milano altre cinque persone per « regolarizzare la situazione», quattro uomini e una donna, che hanno visto riconosciuti i loro figli: in totale otto. E' avvenuto dopo la deposizione delle pratiche previste nelle mani del capo reparto nascite dello Stato civile, dottor Maffei. La procedura richiede circa mezz'ora per definire il nuovo stato delle cose. Fuori, lungo i corridoi, la coda di coloro che hanno richiesto informazioni e documenti. In tutto, dalle fi,30 alle 14 di ieri, più di trenta. C'era anche una coppia di giovani con un bambino nella carrozzella. Lui aveva la fede al dito, lèi no. C'erano uomini e donne d'ogni età. Un avvocato agiva per conto di un cliente: «E' una data importante — ha detto — un giorno da ricordare. Finisce l'era dei bambini adulterini o illegittimi, cessano di essere "figli della colpa" quelle migliaia di creature clic un codice e una morale arretrati relegavano in una situazione anormale, causa per molti genitori e ligli di drammi penosi». L'entrata in vigore del diritto di famiglia ha creato problemi al Comune, in particolare allo stato civile? «Un aumento di lavoro nei nostri uffici era previsto — afferma il capo ripartizione dello Stato civile dottor De Francesco —. Con un po' di pazienza per ora siamo in grado di lare fronte alla richiesta di in/ormazionl e all'accoglimento delle domande. Si presentano l documenti oggi e nel giro di due-tre giorni l'atto del rico nascimento è compiuto. Per noi non si tratta di un'esperienza del tutto nuova. Già svolgevamo pratiche simili, ma era diversa la procedura e i casi limitati al riconoscimento di figli nati prima del matrimonio. Ora l'operazione è plìt snella e — quello che più conta — aperta a tutti, uomini donne, sposati o no », Se la coda nei corridoi dovesse allungarsi a dismisura? «Si farà richiesta di nuovo personale Aspettiamo di conoscere meglio il comportamento degli interessati all'applicazione delle norme previste dal diritto di famiglia». Ci sono molti punti da chiarire sulle nuove norme. Avvocati e cit tadini telefonano di continuo al Comune per avere spiegazioni Una chiamata è giunta persino dal Canada. Anche due giovani donne straniere, che vivono a Torino hanno voluto chiarimenti sulla loro posizione. Sposi con gli abiti d'ogni giorno si sono incrociati ieri mattina con altre coppie in ab bigliamento solenne e codazzo di invitati. C'era anche una sedicenne che non può pronunciare il suo «si» perché ora serve il decreto del tribunale dei minorenni e ha voluto sapere perché. Nei corridoi dello Stato civile, a Palazzo civico, si muove un'umanità varia, che comincia a vivere la realtà di una famiglia che sarà diversa da quella dipinta dalla tradizione, più aperta ai problemi e alla partecipazione, ai temi della sicurezza sociale, dell'assistenza reciproca fra i coniugi, uniti oggi dagli stessi diritti-doveri senza alcuna discriminazione. zo delle visite è « politico », non servirà probabilmente nemmeno a coprire le spese. Ma è stato contenuto di proposilo, come stimolo per un'educazione allargata a tutta la sfera sessuale dell'individuo: dai più attuali sistemi di contraccezione, alla nascita di un figlio, alla sterilità, impotenza, inibizioni e nevrosi. Le finalità e funzioni dell'Aied sono state illustrate ieri dal presidente regionale Guerrini, dagli avvocati Gianaria e Liliana Ponsero, da un ginecologo e da specialisti In andrologia e psicologia. « Un'iniziativa per l'emancipazione della donna — ha detto tra l'altro l'avv. Ponsero — che vuole finalmente gestire la sua maternità e i suoi sacrifici ». « Una sollecitazione soprattutto — ha affermato Guerrini — agli enti locali perché predispongano strutture sanitarie e sociali e affrontino responsabilmente questi problemi. Crediamo di poter dimostrare che con pochi mezzi, se la volontà c'è, si può far molto ». « Un centro — ha spiegato il dott. Blandino — che svolgerà un lavoro parallelo a quello che prima o poi dovranno fare gli enti pubblici ». « Questa è la prospettiva nella quale ci muoviamo — ha aggiunto il segretario dell'Aied ing. Billotti — se non sarà possibile ottenere una convenzione con la Regione, potremo prendere in considerazione il conglobamento delle nostre strutture in quelle pubbliche ».

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