Vivere di frutta e verdura
Vivere di frutta e verdura Il convegno nazionale dei vegetariani a Firenze Vivere di frutta e verdura In Italia i vegetariani sono circa 1500 divisi in due categorie: "fruttariani" che si nutrono soltanto di frutta, e " lattovegetariani ", però c'è anche chi si concede qualche pastasciutta (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 20 settembre. Il presidente dell'associazione vegetariani italiana, Ferdinando Delor, medico, milanese, ha aperto a Firenze il 23' congresso nazionale dell'Avi. Spiega con voce tranj quilla: «Non vogliamo persuadere nessuno. Se vi interessa la nosti-a pratica di vita, seguiteci. Siamo dei non j violenti e anche la persuasio i lìc e una forma di violenza». j A1 congresso partecipano 100 ; SOCi, giunti da ogni parte di, laljai ma gij iscritti sono cir ; ca 1500. Si scrivono lettere, ; s; scambiano opinioni e ri1 cette, una volta all'anno si vedono per ribadire i propri principi e far conoscere la «fede» vegetariana ai carnivori. Il patriarca di tutti è Budda, ma si ispirano anche a Pitagora, che già nel Sesto secolo Avanti Cristo, prescriveva ai suoi seguaci una vita vegetariana; predicano il rispetto di tutti gli esseri viventi e la fratellanza universale, vogliono far capire al mondo che non è vero che i popoli che mangiano carne sono popoli civili. Mangiare carne, dicono, non è una necessità ma una abitudine. Le proteine che occorrono per vivere, si trovano non soltanto nella «fettina» ma nelle uova e nei formaggi. Frutta verdura e cereali completano una dieta sana, che rende l'organismo più forte e più resistente agli attacchi dei «mali del secolo»: infarto e cancro. Il discorso si allarga anche al futuro dell'umanità, alla « incombente catastrofe alimentare mondiale ». « Dove vive una famiglia di cacciatori, potrebbero trovare nutrimento dieci famiglie di pastori, cento contadini, e mille vegetariani, coltivando i campì con sistemi biologici, cioè senza ricorrere a elementi chimici ». Lo afferma Julius Fleischanderl, presidente dell'associazione vegetariana austriaca. Ha 72 anni, è vegetariano da cinquanta. Sostiene di non aver mai chiamato il medico per 36 armi e assicura che i suoi acciacchi sono dovuti soltanto all'età. Il suo alimento base è la frutta fresca («mai mangiarla alla fine del pasto »), verdura cruda, cotta al vapore o stufata («mai fatta bollire»), pane integrale, poco latte, niente uova, un po' di formaggio fresco. Sulle singole diete sorgono discussioni. Ci sono i « lattovegetariani », che si nutrono anche con i sottoprodotti degli animali, i « vegetariani » che li escludono, i « fruttariani » che si nutrono esclusivamente di frutta (ricavano le proteine necessarie all'organismo da noci, nocciole, mandorle). E' possibile vivere in questo modo? « Ho conosciuto ai un congresso un fruttariano — spiega il dott. Delor —, 77ii ha assicurato che lavora 10-14 ore al giorno, con leggerezza di corpo e chiarezza di mente ». Uno dei maggiori pregi di una vita senza carne, sostiene Delor, è proprio quello della lucidità dello spirito e della diminuzione di aggressività nell'individuo. La carne contiene una percentuale altissima di fosforo rispetto agli altri cibi. Entrando nel sangue, il fosforo fa di¬ minuire il calcio: gli uomini diventano aggressivi e nervosi. Fra un intervento e l'altro, i partecipanti al congresso discutono della loro alimentazione. Si infervorano, nascono polemiche « La pastasciutta? — dice un giovane romano a un milanese che lo sta informando della sua dieta — ?na fa male! ». « Nella sua dieta mancano enzimi », sentenzia una corpulenta vicentina a una fragile vecchietta. Stupisce la ricchezza delle informazioni e la precisione dei termini. Un dirigente della sezione torinese spiega: « Poiché i vegetariani sono ritenuti esseri straìii, devono sempre mostrarsi informati e parlare con rigore scientifico se vogliono essere presi sul serio ». Un pensionato di Mestre è venuto a Firenze perché qualcuno lo aiuti a risolvere il suo problema. Da due anni segue una rigidissima diel.a a base di cereali e verdure. Ama molto le cipolle crude, ma riesce a mangiarle soltanto col tonno. Occhi scandalizzati lo guardano. «Go la pecca del tonno» confessa amareggiato. E piovono consigli.
Persone citate: Ferdinando Delor, Julius Fleischanderl, Pitagora
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