Dionisi non fa il miracolo

Dionisi non fa il miracolo I mondiali universitari si concludono oggi a Roma Dionisi non fa il miracolo Nell'asta il gardesano (3°) fallisce per un soffio i m 5,30 - Vince Tracanelli - La Simeoni seconda nell'alto (Dal nostra inviato speciale) Roma, 20 settembre. E' finita sotto la luce dei riflettori la penultima giornata dei Giochi Mondiali Universitari di atletica leggera, con Sara Simeoni a battagliare nel salto in alto contro un nugolo di agguerrite e con Dionisi a ten tare l'impossibile sulla pedana del salto con l'asta. Renato non ce l'ha fatta, e non poteva essere diversamente: il suo calvario spoitivo è ormai noto a tutti, i tendini delle gambe lo fanno disperare da anni, non può allenarsi e deve ogni volta improvvisare. Anche stasera, rimasto solo in gara per il forfait di Silvio Fraquelli, colpito da un improvviso malanno in nottata, il gardesano ha economizzato il più possibile i salti. E' entrato in lizza alla misura di m 5.10 superandola al secondo tentativo, ha «passato» i 5.20. ai 5.30 ha sbagliato le tre prove a disposizione: di un soffio le prime due. che hanno strappato grida di ammirazione alla folla, nettamente la terza, ormai provato dalla fatica. Ha vinto, con m 5,20, il francese Tracanelli, davanti al canadese Bruce Simpson. terzo il coraggioso Dionisi, il quale ha avuto almeno la soddisfazione di salire di nuovo sul podio della premiazione in una grossa gara internazionale. La sua prova resta degna di ammirazione. La mancanza di preparazione fisica (non corre se non In surplace per non irritare i tendini delle caviglie) lo priva della necessaria sicurezza nella rincorsa. La fase di imbucata, ovvero il momento in cui l'attrezzo si infila nell'apposita scanalatura per far da base a! salto, era per lui ormai un'«azione» automatica: adesso è una cosa faticosa, deve porvi attenzione e non può di conseguenza concentrarsi in anticipo sul passaggio del regolo, che è il momento più delicato del- [ l'esercizio. Per questo, il suo ter- | zo posto di oggi suona come una vittoria della volontà e testimorita — lui considerato sempre un guascone irriverente — della sua modestia. Non si sente umiliato se sconfitto da atleti che a pari condizioni fisiche ridurrebbe al ruolo di comprimari. Anche per Tracanelli è stata una grande serata, che l'ha ripagato da molte umiliazioni, ultima delle quali l'esclusione dalle finali di Coppa Europa a vantaggio del più giovane Abadà. Era dall'Unlversiade di Mosca del '73 che non vinceva una gara importante, I Giochi degli studenti gli portano fortuna. La famiglia Tracanelli si è trasferita in Francia quando l'atleta era un ragazzino, ma attorno a Pordenone li ricordano ancora in molti. Come a San Giorgio di Nogaro si rammentano dei nonni di Argentina Menis, la discobola romena finita oggi seconda alle spalle della bulgara Vergova. I Menis. ci ha spiegato Enzo Del Forno, andavano all'Est a lavorare nelle fornaci, e uno dei tanti viaggi non ha avuto ritorno. Argentina Menis parla anche lei friulano, ed è sempre un bel trovarsi con lo stesso Del Forno e Tracanelli. La battaglia del salto in alto femminile è durata quasi ire ore. alla fine sono rimaste a battersi in un emozionante testa a testa, sulla misura di ni 1,90. la sovietica Galina Filatova e Sara Simeoni, concentratissima ed aiutata dal pubblico che purtroppo — come .'jyversarie | già altre volte — solo a lei ha garantito il necessario silenzio al momento della prova, mentre ha accompagnato i tentativi delle sue avversarie con fischi e boati. Avremmo tanto voluto che Sara andasse vicino alla curva a far tacere i più scalmanati, ma lo Sp0rt non na pju spazio per certi gesti da libro Cuore. Le due rivali hanno fallito le tre prove all'I,90. la medaglia d'oro è andata alla biondissima sovieti- ca che aveva superato 1,88 alla prima prova, mentre la veronese era andata oltre il regolo alla stes- sa misura, ma soltanto al terzo balzo. Sara Simeoni. non al meglio della condizione fisica, ha comunque disputato una gara semplicemente stupenda. Ha valicato 1,84 ed 1,86 al primo tentativo, lei e la Filatova hanno via via debellato avversarie agguerrite quali l'ungherese Matay, fermatasi ad 1.86 e l'altra sovietica Fedorchuk, la statunitense Huntley. Nel programma di oggi ha fatto j sensazione ancora una volta Pie i retto Mennea. che ha vinto, fer mandosi letteralmente negli ulti I mi 20 metri, una delle batterie dei 200 nel tempo di 21" e un centesimo, limite davvero eccezionale se si pensa alla scioltezza con la quale l'ha realizzato. E' ovviamente il gran favorito per la finale di domani, e viste le sue condizioni si spera che in extremis accetti di dare l'ultimo strappo alla 4x100, che stasera, senza di lui. si è qualificata per la finale, ma che domani troverà ben altre difficoltà. Per Mennea, poi. si calma un attimo persino il pubblico della tribuna Tevere che per il resto del pomeriggio ha inventato un « gioco » nuovo: il lancio del pallone da foot-ball in pista, magari durante una gara. Non si sa più cosa dire di questo settore dello stadio romano, se non sperare che l'atletica riesca ad educarlo presto, a calmarne l'entusiasmo che per ora è uno ostacolo, oltre che una prova di scarsa educazione al cospetto degli ospiti. Ci si aspettava qualcosa di più dai 1500 metri maschili, gara nella quale per gli azzurri erano in pista Zarcone e Riga. Fino all'ultimo momento era stato stabilito che Riga dovesse tirare la gara a Zarcone, ma proprio sul campo di riscaldamento prima del via, 10 stesso Riga ha detto al commissario tecnico Enzo Rossi di voler tentare la sua carta sentendosi in ottime condizioni. Così è stato lo stesso Zarcone, peraltro I non certo brillante come in altre | occasioni, a dover prendere la testa e a tirare per I primi 700 metri. Poi è andato al comando Riga, ma con scarsa convinzione I e appena si è scatenata la bagar- [ re i due azzurri sono stati risucchiati dagli avversari. Ha vinto 11 tedesco occidentale Wessingha- ; ger. nel tempo di 3'39"73. davanti j allo statunitense Heidemreich e al | romeno Ghipu. piuttosto deludente Riga quinto, addirittura decimo ! j | Zarcone. che nel finale ha desistito. Bis della Germania Ovest nella corrispondente prova femminile, con stupenda rimonta finale della Tittel-Wellamn. presentata dallo speaker con un altro nome, ma rivelatasi poi nel suo vero valore al pari della battistrada, la romena Andrej, che si è vista superare all'esterno quando si sentiva ormai sicura della vittoria. Nulla da fare per le azzurre Gargano e Cruciata. Non è andata altrettanto bene la squadra tedesca nel lancio del martello; il primatista del mondo Walter Schmidt è finito soltanto secondo, battuto dal po- deroso sovietico Alexey Spiridonov, che ha lanciato a m. 73.82. Domani gran finale. I Giochi si concludono con l'assegnazione di ben 13 medaglie d'oro, una sicura per l'Italia grazie a Mennea. Poi j tutti pronti a sostenere Fava che. | dopo la favolosa prova nei 10.000. si è deciso ad affrontare i 5 chilometri spalleggiato dal giovane Ortis, rinunciando ai 3000 siepi, gara nella quale si batteranno Scarlezzinl e Cantoreggi. Bruno Perucca

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania Ovest, Italia, Mosca, Pordenone, Riga, Roma, San Giorgio Di Nogaro