"Punita" con 7 coltellate perché denunciò l'amico

"Punita" con 7 coltellate perché denunciò l'amico "Punita" con 7 coltellate perché denunciò l'amico Una madre di 8 figli - L'uomo, per vendicarsi, l'affrontò in strada - Ha confessato: condannato a 6 anni e 11 mesi • "Non l'ho mai sfruttata" La corte d'assise (presidente Barbaro, p.m. Sciaraffa, cancelliere Ferlito) ha condannato a 6 anni e 11 mesi di reclusione, più un anno di casa di lavoro, Bruno Mungari. 43 anni, di Crotone, responsabile di tentato omicidio della sua amica Benedetta Porto. 38 anni, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione della stessa Porto, di possesso d'un coltello di tipo proibito. Il rappresentante della pubblica accusa aveva proposto 11 anni e 2 mesi. La notte del 20 luglio 1973, poco prima della mezza, Mungari avvicinò la Porto in via Pio VII dove la donna sostava in attesa di clienti. Tra i due nacque una discussione: improvvisamente l'uomo estrasse un coltello e colpi l'amica. Sette coltellate alla schiena, al fianco e all'addome. La Porto fu trasportata alle Molinette e sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, con asportazione di parte dell'intestino. Non si è mai saputo chi accompagnò la donna in ospedale. Probabilmente qualcuno del «giro» perché gli stessi infermieri del pronto soccorso se la trovarono di fronte sola e sanguinante. Mungari si presentò spontaneamente in questura: «Ho saputo quanto e successo alla Porto e poiché sono sicuro che farà il mio nome mi costituisco». Mungari, in un primo tempo, negò tutto, ma le indagini portarono ben presto alla luce tutta una serie di circostanze accusatorie. Anzitutto si accertò che il crotonese, noto come contrabbandiere di sigarette, aveva vissuto per circa 13 anni con la sorella della Porto, Elisa, in piazza don Albera 15. Là aveva conosciuto Benedetta, intrecciando con lei una relazione, in un primo tempo di nascosto. Poi Benedetta aveva acquistato un alloggio in corso Sebastopoli 310, versando 4 milioni in contanti e firmando un buon numero di cambiali. L'alloggio fu intestato alla donna e all'amante, che andò ad abitare con lei. Dopo circa sette mesi Benedetta si stancò della convivenza e decise di lasciare Mungari. Il pomeriggio del 20 giugno, un mese prima del ferimento, nell'appartamento di corso Sebastopoli, scoppiò un violento litigio tra i due amanti. Mungari colpi la donna a pugni e a calci: al «Mauriziano» la giudicarono guaribile in 10 giorni. Quel giorno stesso Benedetta si recò in questura e denunciò il convivente: j «Mi sfrutta, si fa mantenere, gli ho intestato metà dell'alloggio, pur pagandolo tutto con soldi miei, mi accompagna sui posti di j lavoro, anche fuori Torino, e mi1 sorveglia, facendosi consegnare circa 50 mila lire il giorno». Questa, secondo l'accusa, la ragione del ferimento. Mungari voleva punire l'amica per averlo denunciato e, al tempo stesso, costringerla a ritrattare le gravissime accuse. La donna, minacciata i da sconosciuti anche quando il j crotonese era già in carcere, ha fi- | nito per cedere, rischiando addirittura l'incriminazione per falsa ; testimonianza. Recitava una lezione imparata a memoria: «Non mi ha mai sjruttato. pagavamo tutto metà ciascuno, anche l'alloggio. Lo denunciai perché mi aveva picchiata». I giudici non l'hanno creduta. Mungari ha ammesso di aver colpito l'amica, senza volerla uccidere. Ma ha negato disperatamente Io sfruttamento. «Vivevo bene, con il contrabbando. Piuttosto, quando ancora non faceva la prostituta, sono stato io che l'ho aiutata finanziariamente». Benedetta Porto è madre di otto figli.

Persone citate: Bruno Mungari, Ferlito, Mungari, Sciaraffa

Luoghi citati: Crotone, Torino