II fungo: un piatto d'oro di Omero Marraccini

II fungo: un piatto d'oro I prezzi non tendono a diminuire II fungo: un piatto d'oro Il raccolto è abbondante, ma la grande richiesta mantiene le quotazioni altissime -1 danni nei boschi della ricerca indiscriminata Calizzann, 17 settembre. Sulla piazza di Ceva, il venditore cercava di far «digerire» il prezzo dei funghi ai gitanti della domenica, suonando valzerini e mazurche di Casadei. A Torino, Asti ed Alessandria non c'è la musica, ma i prezzi sono sempre gli stessi: ottomila al chilo per gli ovoli, 4 e anche 5 per i porcini. Con un po' di ipocrisia, i negozianti e i titolari di „, bancarelle indicano il prezzo I per ettogrammo. Ci sono in 1 vendita anche funghi a costo ® inferiore, in città: porcini ad esempio da 3000 lire al chilo, ma sono mangiucchiati dalle lumache e hanno i vermetti. Anche a Calizzano, la patria del fungo dalla Valbormida, i funghi costano cari. Eppure i sono nati con abbondanza eccezionale. Ce lo conferma Gianni Tabò, titolare della «Maria Perrone Tabò» di Calizzano la più importante azienda della provincia di Savona, in questo settore. «I prezzi — dice — restano relativamente alti perchè non esi¬ ste un vero e proprio merca-1, e to. Eppoi la richiesta è intensa. Il maggior consumo avviene da parte dì aziende come la nostra, dai negozi, dai ristoranti e da moltissimi privati che ne fanno incetta settimana per settimana ("tornerò per il week-end, me ne serbi qualche chilo»). I privati acquistano funghi per farli I essiccare o metterli sott'olio. Una domanda così diversifi- ■ cata e costante porta naturalmente ad una standardizzazione elevata del prezzo, anche nel primo passaggio, fra compratore ed offerente». Quello che dice Tabò è però smentito da numerosi raccoglitori «professionali» della zona. Si tratta per lo più di gente che normalmente lavora in campagna e che adesso «fa la stagione» dei funghi, di operai ed impiegati, in ferie o malattia, che giungono dai centri del Piemonte e dalla Riviera. «I commercianti — affermano — ci danno una miseria: massimo 2500 lire al chilo nei giorni in cui di lunghi se ne trovano pochi, ma appena l'offerta aumenta, ti rifilano anche 1500 lire, per partite di prima qualità che poi vediamo sui mercati in vendita ad ottomila lire». Nelle grandi città ì funghi giungono anche da regioni lontane. In Toscana sulle pendici dell'Armata e dell'Abetone, ad esempio, ogni sera si possono vedere camion con i targa «To» e «Mi», che raccol- gono il lavoro della giornata di centinaia e centinaia di cercatori. Partono funghi di primissima qualità, che al ristorante pagheremo 3000 lire per piatto, ma ricevono dopo aver trascorso la giornata a schiantarsi le reni, piegati nel sottobosco, non più di due- 1 mila lire al chilo. Domenica scorsa, a Ceva, c'era la mostra del fungo, una iniziativa che si ripete ormai da quattordici anni a cura del «Gruppo micologico cebano» presieduto dal professor Ernesto Rebaudengo. Una manifestazione interessante: oltre 350 specie esposte, cioè alcune migliaia di funghi, mangerecci e non, di tutti i colori e dalle forme più strane. L'avvenimento aveva richiamato gitanti, da Torino, dalle altre città del Piemonte e dalla Liguria. Chi aveva creduto di poter comprare buoni funghi, a prezzi convenienti è rimasto deluso: sulle bancarelle dei privati lungo la via, a parte le musichette di Casadei e la promessa di una foto a colori gratis col cestino in mano, per chi ne acquistava almeno due chili, i prezzi erano come in città. A Ceva c'era anche Luigi Pollotti, un appassionato e «famoso» cercatore di MillesiI mo. Secondo Pollotti, quej sfanno, qualcosa non funziona. C'è speculazione. «Soltanì to nel 1948 — ricorda — si è avuta una annata abbondante come questa. Eppure nei negozi il prezzo resta alto, ma ai raccoglitori danno poco. Gli esercenti si sono passati la voce, nei grandi come nei piccoli centri. E' possibile soltanto presso i cercatori acqui¬ stare funghi di ottima qualità, per duemila lire e, talvolta, per millecinquecento». «Il prezzo dei funghi — dice invece Maria Lanteri, esercente di Cairo Montenotte — subisce lievi oscillazioni da un negozio all'altro. In effetti si è standardizzato perché i cercatori, quest'anno, vogliono di più». E' insomma un giro vizioso e le «colpe» si palleggiano fra gli uni e gli altri. Che i funghi però, ogni stagione, siano ricchezza per parecchia gente, lo conferma una relazione, fatta dal professor Rebaudengo di Ceva per l'amministrazione provinciale di Savona. «Il giro di affari — dice, senza voler precisare — è di diversi miliardi». Non si spiegherebbe altrimenti quella che generalmente viene definita la «guerra dei funghi» fra le popolazioni residenti nei luoghi di produzione ed i cercatori di città. Una «guerra» che si traduce talvolta in episodi anche gravi. Nella zona di Sassello, un cercatore è stato picchiato a sangue da alcuni contadini che non volevano entrasse nel loro bosco. Spesso i gitanti della domenica al ri-1 torno dalla macchia trovano le gomme delle auto tagliate j con i coltelli. Episodi di que- j sto genere sono frequenti: so- j no avvenuti in Val Bormida, I in Val Tanaro e Val Corsaglia. Contro i turisti italiani si sono messi anche i francesi : nella zona di confine. La setti- : mana scorsa numerosi conta- : dini hanno bloccato le strade con i trattori ed hanno co- ! stretto i cercatori di funghi a lasciare sul posto quanto ave- ! vano raccolto. Hanno lasciato | loro solo un paio di chili di | funghi. «Sono sufficienti — ! hanno detto — a meno che non vogliate farne mercato». I «Gli interessi sono molti — j soggiunge il professor Rebau- i dengo — poi c'è la questione dèi danni al sottobosco ». j Pare infatti che la raccolta ' indiscriminata dei funghi non solo danneggi l'ambiente ma anche le piante di alto fusto, per il rapporto di simbiosi esistente nell'humus. Per questa ragione, ma soprattutto per i motivi di ordine economico, in difesa degli interessi dei proprietari dei terreni, da più parti si sollecita una legislazione in materia. Si chiede che la proprietà del fungo sia lasciata al titolare del fondo. Omero Marraccini

Persone citate: Casadei, Corsaglia, Ernesto Rebaudengo, Gianni Tabò, Luigi Pollotti, Maria Lanteri, Maria Perrone, Rebaudengo, Tabò