Palio: un giorno di festa per dimenticare la crisi di Marinella Venegoni

Palio: un giorno di festa per dimenticare la crisi Asti si prepara alla corsa di domenica Palio: un giorno di festa per dimenticare la crisi (Dal nostro inviato speciale) Asti, 17 settembre. Asti, oggi in sciopero contro la «cassa integrazione» che dilaga, si prepara al tradizionale Palio di domenica prossima. Quest'anno ricorre il settimo centenario: il primo Palio documentato (dalle «cronache» del Ventura) risale al 10 agosto 1275. Quel giorno gli astigiani sconfissero Alba, e in segno di vittoria organizzarono la corsa sotto le mura della città presa. La manifestazione, ripresa nel 1967 dopo essere stata interrotta dal 1934, vive nell'atmosfera della gravissima crisi economica e del recente trapasso di poteri dalla vecchia alla nuova amministrazione comunale, avvenuta il 21 agosto scorso. «Ci siamo trovati, in settembre, molti problemi ammassati: scuole, trasporti, palio — dice la prof. Laurana Laiolo Archimede, assessore al Turismo — e non ci è rimasto che dare continuità ad una decisione già presa». Nei rioni, come sempre, fervono i preparativi. Sono per ora coinvolti gli «addetti ai lavori»; rettori, loro familiari, amici e ragazzi della contrada ancora in vacanza. «La gente — afferma il proprietario di un bar del centro — comincia ad avvertire l'atmosfera di festa il giorno prima della corsa, quando vede, oltre alle case e ai vicoli imbandierati, aggirarsi gente in costume». Non è un Palio facile, quest'anno. «Occorre ringiovanire le sfilate, basta con la soli-1 ta tradizione delle dame e ca-1 valieri, tutti della buona borghesia, che sfoggiano i loro costumi — dice Pippo Sacco, rettore del rione di San Secondo —. Già Vanno scorso, nói abbiamo cercato di dare un'impronta personale alla manifestazione. Quest'anno, ì per il centenario, ci saranno i j soliti tamburini e il vessillifero (è militare, spero di fargli avere una licenza), ma rievociteremo la presa di Alba. Al- j cune guardie trascineranno \ dieci prigionieri della città sconfitta, legati con autentici ceppi e pesanti catene, che abbiamo pagato un patrimonio. Si dovrà sentire lo strisciare dei ferri sull'asfalto». Anche altri rioni, come quello di San Paolo, apporteranno alcune modifiche al tradizionale corteo. «Abbiamo, oltre a dame e cavalieri, alcuni mercanti e una figura corazzata — spiega Giuseppe Cavanna, 68 anni, rettore da tre anni della contrada —, ma I l'atmosfera è arruffata, c'è bi- j sogno di giovani, che portino nuova linfa e idee a questo Patio un po' stanco, dopo nove anni». In realtà, le idee nuove ci sono, ma sono rimaste pareri e suggerimenti. «/I Palio è rinato dall'iniziativa di un ex sindaco alla vigilia della sua elezione a deputato — dice Valerio Miroglio, pittore, una delle figure più note in città —, la premessa era sbagliata. Strumentalizzare un fatto di folklore significava farlo diventare un fenomeno da "cir-1 censi". Lo è diventato in parte, perché i rioni, con la loro spontaneità, hanno dimostra- \ to che non è possibile con- \ frollare fino in fondo le ini-1 ziative; questa è stata l'unica j componente positiva». «Il Palio sopravviverà — | prosegue Miroglio — a patto che si trovi la chiave per re- j stituirlo alla sua autenticità. L'artificiosità è determinata da questa finta cattiveria di ! un rione contro l'altro, che non significa nulla per nessuno. I borghigiani d'un tempo erano cattivi con l'autorità; ma oggi c'è solo finzione, e finzione non significa liberazione. Il futuro della manifestazione dipende dai consigli di quartiere e circoli scolastici, che devono discuterla e organizzarla. La fucina d'un tempo, la parrocchia, non rappresenta più nessuno». «I i-ioni devono sostenere molte spese — racconta il commerciante Cavanna — quest'anno per esempio abbiamo dovuto aprire una nuova sede, perché la vecchia era in parrocchia e non tutti erano d'accordo. A me non sembrava necessario. Abbiamo ingaggiato un fantino che è proprietario del cavallo. La loro corsa ci costerà un milione, due se entreranno in finale, quattro se otterranno la vittoria. Però abbiamo buone speranze; uno speciale mangime è giunto dall'America per il cavallo, che è al sicuro in una tenuta. Chissà che questo famoso drappo cremisi non diventi nostro». Chi paga la manifestazione? «Un milione lo dà l'amministrazione comunale ad ogni rione — spiega Pippo Sacco — 250 mila lire la Cassa di Risparmio, 100 mila l'ente turismo. Questi soldi bastano appena per l'affitto dei costumi, delle scarpe e delle bandiere. Il resto è pagalo con i contributi dei negozianti del quartiere e con gare che organizziamo (cacce al tesoro, gare di bocce, eccetera)». Dice Laurana Laiolo Archimede, assessore al Turismo: «La struttura del campo del Palio dura una giornata ed è costosissima. Sarebbe opportuno sfruttarla più a lungo. Abbiamo chiesto al Consiglio del Palio di farci uno spettacolo teatrale su Pavese, ma ha rifiutato perché non è nello spirito della manifestazio ne. Dopo la corsa faremo i conti, per vedere quanto costa il Palio al Comune e orgaaizzarci le idee per l'arino prossimo. Abbiamo comunque impiegato a montare i palchi lo stesso numero di uomini degli anni precedenti. nonostante ci siano problemi ; gravi da risolvere per ottobre ». «Ci rendiamo conto — conclude l'assessore — che si tratta di un avvenimento economico per la città, di grande interesse popolare, più la sfilata che il Palio stesso. Abbiamo voluto dare un significato diverso alla manifestazione: saranno ridotti i biglietti omaggio, per la prima volta saranno presenti sul palco d'onore le organizzazioni sindacali, una rappresentanza della Saclà occupata, e i bimbi di due istituti religiosi: comunque, il momento folkloristico-culturale dev'essere discusso dalla base, dal consiglio di quartiere, perché diventi di interesse per tutti». Marinella Venegoni Asti. Giovani in costume in giro per la raccolta delle offerti: per il Palio ("La Stampa")

Luoghi citati: Alba, America, Asti, San Paolo