Il Milan "passa" da Buticchi a Rivera

Il Milan "passa" da Buticchi a Rivera Alla vigilia delle Coppe europee una svolta nel calcio italiano Il Milan "passa" da Buticchi a Rivera Alle venti di ieri sera completato il passaggio delle azioni dal presidente in carica al giocatore - "Vogliamo ricostruire il Milan — dice Gianni in una conferenza stampa a Milano — e tornerà Rocco come direttore tecnico" ■ "Io farò soltanto il giocatore" - Previsto per lunedì prossimo il vero trapasso di gestione (Nostro servizio particolare) Milano, 15 settembre. Alle venti Rivera è diventato il padrone del Milan. Qualche minuto prima in uno studio legale gli avvocati delle due parti avevano firmato l'accordo, cosi congegnato: Buticchi si impegna a passare tutte le azioni da lui direttamente o indirettamente detenute a Rivera ed in cambio l'avv, Ledda ritira il procedimento di sequestro chiesto ed ottenuto tempo addietro. Per avere il Milan Rivera (o chi per lui) deve versare qualcosa come 470 milioni per ottenere 45 mila azioni, in pratica il 57 per cento del capitale azionario. In realtà spenderà quasi due miliardi, quelli che Buticchi ha impegnato sotto forma di anticipazioni o fidejussioni. Per Buticchi ha firmato il prof. Grassetti, noto giurista, che aveva avuto una procura da parte del presidente (prossimamente ex) milanista. La giornata era stata lunga e faticosa, tortuosa addirittura nell'evolversi degli eventi. Già ieri erano iniziati contati. Oggi ci sono volute due lunghe sedute (circa sei ore complessivamente) per discutere ogni modalità. Alle venti e cinque l'avv. Ledda è comparso nel salone delle riunioni della società « Albatros » di cui Rivera è presidente. In un salone tutto moquettes, quadri futuristi alle pareti e ninnoli metallici, Rivera aveva atteso con evidente emozione sin dalle 17,30. Cinque giornalisti intorno, pronti a carpirgli le prime dichiarazioni, un caffè per ingannare la attesa e poi nel finale, addirittura l'invito a farsi un panino. Poco protocollare ma molto efficace. Ha detto l'avv. Ledda: » L'accordo è stato firmato, Buticchi non può più tirarsi indietro. Fra qualche giorno avverrà il trapasso materiale delle azioni. Al suo rientro da Liverpool, Buticchi dovrà convocare il consiglio' di amministrazione per informare i consiglieri della nuova realtà. La clausola di gradimento in questo caso non funziona, non può essere un paravento con cui rifiutare l'accordo. Verso lunedi, all'incirca. Rivera dovrebbe diventare esecutivamente il nuovo maggiore azionista del Milan ». Completo di grisaglia grigia, camicia azzurra, cravatta nera con figurette in bianco, Rivera, piuttosto emozionato, ha risposto alle domande. — Quali sono i suoi impegni programmatici di fronte ai tifosi che l'hanno sostenuta in questa vicenda? « Su due piedi non si possono tracciare programmi. Chiarisco un fatto: io ritorno al Milan da giocatore, almeno per ora. La presidenza non m'interessa. Sono di parola e quando entrerò materialmente in possesso delle azioni tra qualche giorno, provvedere a girarle al gruppo di cui sono stato il portavoce o l'esponente principale: tre o quattro persone in tutto. Non chiedetemi dei nomi, non posso farli per ragione di correttezza. Il Milan ancora ha un Consiglio di amministrazione in carica. Quando, verso lunedì, ci sarà il trapasso, renderò noto il nome di queste persone tra cui uscirà il presidente. Nostro obiettivo è, per dire uno slogan, ricostruire il Milan. Posso fare una sola anticipazione: tornerà Rocco co- me direttore tecnico. E' l'unica richiesta che ho avanzato ai miei amici ». Inevitabile il richiamo a Giagnoni, questo capitano di ventura sfortunato che è arrivato al Milan con tante speranze per ricevere altrettante amarezze. Ha detto Rivera: « Non ho parlato di Giagnoni ai miei amici. E' evidente che Rocco avrà bisogno di un allenatore. Giagnoni potrà fare la sua scelta. In ogni caso, resti o vada via, si saprà chiaramente la motivazione ». — Una coesistenza Rocco-Giagnoni è improponibile, per motivi di prestigio da parte di Giagnoni. « Decida lui. Stavolta tocca a lui fare le sue scelte, come disse proprio Giagnoni riferendosi a me in una recente intervista, lo allora feci le mie scelte. Ora la ruota gira e tocca a lui. lo non ho mai, dopo I'11 luglio, espresso giudizi negativi nei suoi confronti. Invece, ho letto parecchie interviste grondanti antipatia contro di me. Se c'incontreremo, e lui sarà il mio allenatore, se così deciderà il nuovo Consiglio, ci chiariremo tante cose ». — Lei, nella famosa riunione dell'11 luglio, disse in Consiglio: Giagnoni non è allenatore da Milan. La scelta di Giagnoni, al di là delle sue passte dichiarazioni, è già indicata... •• lo sono un uomo d'onore. In quella riunione prendemmo la decisione di non rendere pubbli¬ che le nostre dichiarazioni, lo resto fermo a quella parola data allora ». — Se dipendesse da lei Giagnoni sarebbe confermato o no? « Non è un problema di mia pertinenza. La mia sola richiesta è stata quella di far tornare Rocco ». — L'ambiente dei giocatori è stato particolarmente pepato nei suoi confronti recentemente: ci sarà dell'imbarazzo da parte sua o da parte dei suoi colleghi per questo Rivera che rientra? « Da parte mia no di certo. Da parte loro penso altrettanto. In particolari situazioni d'animo, quando si va in campo e la gente ti fischia, posso capire che ci sia stata qualche dichiarazione un po' polemica verso chi, secondo loro, aveva scatenato il putiferio ». — Dirigente occulto, Rivera torna adesso in prima linea come giocatore. Quando inizierà ad allenarsi? « Domani non di certo. Aspetto prima, anche per mia sicurezza, che avvenga il passaggio delle azioni. Dopo inizierò. Agli ordini di chi mi dirà la società, lo sono di nuovo un giocatore dipendente e che ha i suoi obblighi. Dato che dovrò iniziare praticamente la preparazione, è chiaro che i primi tempi sarò allenato solo da Trapattoni o da Zagatti. — Si è mai allenato, di nascosto? « No, ho fatto le mie ferie in santa pace. Ora che sono finite tornerò ad allenarmi ». — Che cosa farà di queste azioni: le darà anche ai tifosi e ai giocatori? Manterrò quanto promesso. Mi metterò nei prossimi giorni in contatto con i tifosi del club di Sesto San Giovanni e con gli avvocati per concordare questo passaggio di azioni. In quanto ai giocatori, non avevo mai promesso niente, questa dichiarazione l'ho letta anch'io e mi ha sorpreso, è stata inventata. In ogni caso non ho niente in contrario: chi le vuole si faccia avanti ». — Non le sembra che Giagnoni in fondo sia una vittima innocente, e che come uomo meriti rispetto? <■ Vittima, mi sembra una parola troppo grossa. In questo caso non ci sono vittime, ognuno ha fatto la sua scelta e le sue battaglie: c'è chi ha vinto e chi ha perso. Quando si parla di vittima, si pensi a quello che ho passato io in questi mesi. Per ben due volte sono andato in bianco, mi avevano promesso un qualcosa e non hanno mantenuto. Mi auguro che questo non accada stavolta, la terza volta Domenico Morace Gianni Rivera

Luoghi citati: Liverpool, Milano, Sesto San Giovanni