Karpov vince il torneo col lungo "catenaccio" di Luciano Curino

Karpov vince il torneo col lungo "catenaccio" Scacchi, ancora primo il campione del mondo Karpov vince il torneo col lungo "catenaccio" (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 settembre. Anatoli Karpov, campione del mondo di scacchi, ha vinto il Torneo internazionale che per 25 giorni si è disputato al «Leonardo da Vinci». (Un capolavoro di organiszazione e un successo di pubblico). La classifica finale è la seguente: Karpov 3 punti e mezzo (premio di 12 mila dollari, circa 8 milioni di lire); l'ungherese Lajos Portìnch, 2 punti e mezzo (6 mila dollari). 1 premi per il terzo e il quarto posto (di 4 e di 3 mila dollari) divisi tra il sovietico Tigran Petrosian e lo jugoslavo Ljubomir Ljubojevie, terminati a pari punti. Esatta la previsione della vigilia, che indicava Karpov vincitore. Sbagliato, invece, il pronostico che assegnava il secondo e il terzo posto ai due grandi maestri sovietici, Tal e Petrosian, entrambi ex campioni del mondo. Michail Tal è stato eliminato nel girone di qualificazione, che aveva incominciato male, con due sconfitte dovute soprattutto alle sue pessime condizioni di salute. Peccato, perché era uno dei giocatori più amati dal pubblico, e ammirato per la sua inesorabile fantasia e intraprendenza. Una mente eccezionalmente brillante. Il girone eliminatorio si è disputato «all'italiana»: ognuno dei dodici giocatori ha incontrato direttamente gli undici avversari, per i primi quattro posti che ammettevano alla semifinale. Ha vinto sorprendentemente Portisch, precedendo di mezzo punto Karpov. Il giovane sovietico ha subito, in questa fase del torneo, la prima sconfitta da quando è campione del mondo per la rinuncia di Fischer. Ha perso contro lo svedese Ulf Andersson, 24 anni, il più giovane giocatore del Torneo (anche Karpov ha 24 anni, ma qualche mese più di Andersson). Portisch, Karpov, Petrosian e Ljubojevic sono entrati nella semifinale. L'ungherese e lo jugoslavo hanno disputato tra loro quattro partite; altrettante la coppia KarpovPetrosian: i due vincitori dei matches avrebbero disputato la finale per il primo posto; gli sconfitti quella per il terzo e quarto posto. Le partite tra i due sovietici non hanno dav- vero soddisfatto il pubblico. Sono stati quattro pareggi, raggiunti in poche mosse e apparentemente mai faticati. A Karpov il pareggio andava bene poiché, per il sìio miglior quoziente nel girone di qualificazione, gli consentiva la finale per il primo posto. Anche Petrosian pareva soddisfatto delle comode patte che gli consolidavano la fama di giocatore «più difficile da battere» (nel girone all'italiana era stato l'unico senza sconfitte: 2 vittorie e 9 pareggi). Nelle loro quattro partite di semifinale, invece, Portisch e Ljubojevic hanno giocato al massimo, con rabbia agonisti ca, per interminabili ore. Una vittoria dell'ungherese e tre pareggi, tutti sofferti. Dopo questa fase del torneo, è stato evidente che Karpov e Petrosian entravano nell'ultima fase abbastanza freschi, mentre gli avversari erano assai provati. La finale si è disputata sulle sei partite per il primo e sepondo posto (Karpov-Portisch). e altrettante per il terzo e quarto ( Ljubojevic-Petrosian). Il primo duello è stato vinto da Karpov. Un successo meritato. Il campione del mondo è stato, in tutto il torneo, il giocatore più continuo, il più lucido e freddo in ogni situazione, perfettamente nutrito di teoria, ma anche brillante nel centro partita dove conta l'estro. Su Portisch aveva anche il vantaggio di essere arrivato meno «spremuto» alla finale, e di disporre di un «secondo» (il grande maestro sovietico Furman, suo allenatore) che lo aiutava ad analizzare le partite sospese. Portisch era solo. Delle sei partite, Karpov ha vinto la seconda. Poi ha difeso il vantaggio, sempre pattando. Una specie di «catenaccio» contro il quale si era battuto Fischer (e poiché la sua tesi non era stata accolta, aveva rinunciato al titolo). Ricorda uno dei maggiori esperti, Mario Monticelli, che secondo la tesi di Fischer, al punto in cui è la tecnica del gioco, un grande maestro se non vuole rischiare, ma scegliere continuazioni tranquille, ben difficilmente può essere battuto, ed è in grado di concludere una patta dopo l'altra. Fischer chiedeva perciò due partite di scarto in una sfida. Si ricorda che il «match» su 24 partite tra Karpov e Korcnoi (il vincitore si sarebbe dovuto incontrare con Fischer per il titolo mondiale) terminò con 3 vittorie di Karpov, 2 di Korcnoi e ben 19 patte. Un solo punto di scarto, dunque, che secondo Fischer (e non soltanto lui) non basta per indicare un reale equilibrio di valori. Detto questo, bisogna però ripetere che il Torneo di Milano è stato meritatamente vinto dal giovane campione del mondo. Tra Petrosian e Ljubojevic ci sono stati quattro pareggi e una vittoria per parte. L'altra sera il «quasi invincibile» Petrosian è stato visto piangere. Da più di un anno era imbattuto, da oltre tre anni non perdeva contro avversari non sovietici. Anche lui è apparso provato dal lungo e diffìcile torneo. Anche lui. l'irriducibile Tigran, con i nervi a pezzi come tutti, eccetto Karpov. Luciano Curino er. se iù eo Milano. Karpov, sorridente, riceve il premio (Telef. Ap)

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