Amalrik, l'ultima peripezia di Lia Wainstein

Amalrik, l'ultima peripezia LO STORICO DISSIDENTE SARA ESPULSO DALL'URSS? Amalrik, l'ultima peripezia Parigi, 15 settembre. ! « Credo che non mi lasce-1 ranno vivere tranquillo da j nessuna parte. O cercheranno | di costringermi a rinnegare quello che ho scritto o mi metteranno nuovamente in prigione »: cosi comincia una intervista dello scrittore sovietico dissidente Andrej Amalrik, 37 anni, al corrispondente del « Figaro » a Mosca. « Le autorità non vogliono permettermi di vivere a Mosca dove abita e lavora mia moglie », racconta poi, e spiega che per la legge sovietica è necessaria una speciale autorizzazione per poter abitare nella capitale. (Ansa) In questi giorni le peripezie di alcuni dissidenti nell'Unione Sovietica attirano di nuovo e possono apparire in contrasto con la recente conferenza di Helsinki sulla collaborazione in Europa, tra i cui fini è inclusa una più libera circolazione delle idee e delle informazioni tra Paesi d'Oriente e d'Occidente. Mentre a Leningrado si è aperta l'il settembre nel palazzo della cultura del quartiere Nevskij una mostra autorizzata, in cui sono esposte 500 opere di 87 artisti non conformisti, è stato arrestato il pittore Eduard Zelenin, residente a Vladimir, pare per la in-1 tenzione di partecipare ad | una mostra a Mosca, nella stessa zona periferica all'aperto, in cui l'anno scorso un tentativo analogo fu disperso dalle autorità. Seguì la notizia dell'arresto a Mosca dello storico Andrej Amalrik, liberato il successivo 14 settembre e invitato dalla polizia a non trattenersi nella capitale, non essendo riuscito ad ottenere il permesso indispensabile per risiedervi. Di angherie analoghe era già ! stato vittima Solzenicyn, che 1 ogni tanto raggiungeva a Mo j sca la moglie e i figli, ma | spesso alloggiava in provineia, ospite di qualche amico. La sua vicenda si concluse nel febbraio 1974 con un breve arresto e con la deportazione, questa volta in Occidente. Un orientamento del genere sembra prevalere anche nel caso di Amalrik, cui le autorità hanno rinnovato ora la proposta — in verità un po' curiosa, dato che lui stesso non è ebreo ma di remota origine franco-araba, e che la moglie pittrice Gjuzel, è tartara e musulmana — di chiedere l'espatrio per Israele. In precedenza Amalrik, che avrebbe accettato gli inviti di alcune università occidentali, si era invece fermamente rifiutato di ricorrere ad un espediente quale la partenza per Israele pur di porre fine alla sua impari lotta con le autorità, che dura ormai da ben dodici anni. Già nel 1963, infatti, quando era ancora studente di storia russa, Amalrik venne espulso dall'Università di Mosca per la sua tesi, / normanni e la Russia di Kiev, giudicata poco ortodossa. Cominciò così, a 25 anni, la vita senza requie del perseguitato politico. Nel 1965 fu condannato per tunejadstvo (parassitismo ) — una misura repressiva introdotta da Kru- scev — al confino in una i sperduta regione siberiana, L'accusa, ovviamente prete-1 stuosa, era motivata sul pia- ! no formale dalla sua man- canza di lavoro fisso (viveva infatti a casa per assistere il | padre Aleksej, noto storico j dell'arte e invalido di guer- ; ra ) ma e probabile che si1 fosse anche tenuto conto dei rapporti della madre con al-, cimi pittori non conformisti, | dei suoi drammi, ritenuti ] osceni, e forse del suo carat tere indipendente e fiero, alieno da ogni compromesso. Racconta egli stesso rievocando la sua infanzia: « Studiavo assai male, spesso andavo a passeggio. La mamma i mi ripeteva senza sosta: "Se continuerai a studiare in questo modo, diventerai un pastore ". Stranamente questa sua profezia si avverò: nel 1965 fui esiliato in Siberia e lì diventai pustore di mucche nella taiga ». Questa ed altre esperienze del confino sono descritte nel bellissimo libro, noto anche ai lettori italiani, Viaggio indesiderato in Siberia (1970). Amalrik vi palesa uno stile asciutto ed ironico, di ima meticolosa sobrietà che fa pensare a Cekhov e alla migliore tradizione saggistica russa. In quell'epoca morì suo padre ed egli sposò la donna coraggiosa che da allora condivìde il suo destino per il susseguirsi di condanne ed esilii, ancora nel 1970, poi di nuovo nel 1973, fino al maggio scorso, quando Amalrik si trovò in una situazione paradossale, ma in casi del genere frequente. Aveva scontato la pena, non aveva però il diritto di risiedere pres- so la moglie a Mosca. La sua casetta di campagna, ad Aku- lovo, d'altro canto, era nel frattempo misteriosamente diventata inservibile. Tutto ciò che si conosce delle opere di Amalrik è sta to pubblicato solo all'estero, m diversi paesi e lingue, Questi pochi libri danno la misura della sua versatilità, cne neUa vita olatica si ma nifesto nei mesliei.i piu vari ;( Pu). m guadagnare „ fu cal, un laboratorio medico, poso come modello, fu traduttore tografo, operaio edile, correttore di bozze, assistente in cronometrista alle corse au- tcmobilistiche, giornalista, ol- tre, beninteso, ai pesanti la-vori agricoli che gli toccò fa- — è realizzato nel 1963, cicT- po la scoperta di Ionesco e Beckett, e sotto l'influenza re nei periodi di confino. Trovò, malgrado tutto, il tempo di scrivere sette drammi. Un progetto meditato sin dall'adolescenza — a 13 anni scriveva dei testi per il suo proprio teatro di marionette i I i cui seguaci figurano sia Her- I zen e Dostoevskij, sia ai no- ! j stri giorni Amalrik e qualche ! altro autoredi Gogol, Sukhovo-Kobylin, Blok, Ceknov. Nell'opera forse più nota Sopravvivrà l'Unione Sovietica fino al 1984? Amalrik, oltre ad analizzare la società sovietica e le sue scarse possibilità di sperare in un avvenire felice, appare molto vicino, in certe sue impostazioni, alle idee espresse nella prima metà dell'88 dallo storico Pjotr Caadajev. Quest'ultimo, precursore degli attuali dissidenti internati nei manicomi, fu costretto all'arresto domiciliare dallo zar Nicola, I in quanto giudicato pazzo. ! Ma insieme Caadajev, la cui i Prima lettera filosofica fu de- ' finita da Herzen « uno scoppio nelle tenebre », diventò | l'iniziatore di un orientamen to da allora ininterrotto, tra j Incrollabile nelle sue convinzioni, Amalrik rappresenta, in quanto è dato sapere, forse l'unico caso di una posizione pacifica, non violenta e insieme completamente individuale, isolata, condivisa con la sola moglie, ma a quanto pare senza alcun aggancio con altri dissidenti. In una caratteristica fotografia si può vedere la giovane cop- j tello, intenta a manifestare tra il traffico a Mosca, i Benché questo tipo di resi | stenza non costituisca il ben1 che minimo pericolo per il I regime sovietico, le autorità, pia, ognuno munito di un car-1non essendo riuscite finora a spezzare Amalrik, sembrano decise a liberarsi di un cittadino cosi innocuo ed ostinato. Rimane ora da vedere se I Amalrik accetterà di seguire I la strada dell'espatrio o se i di nuovo si vorrà ricorrere a i misure coatte. | Lia Wainstein 1 | Andrej Amalrik i Andrej Amalrik