Due milioni di doppiette "Spara tu, che sparo io,, di Omero Marraccini

Due milioni di doppiette "Spara tu, che sparo io,, Oggi l'apertura generale della caccia Due milioni di doppiette "Spara tu, che sparo io,, Quanti sono? Parlano di due milioni e passa e, oggi, sparano da ogni parte perché è il giorno dell'apertura «vera», quella alla selvaggina stanziale, termine che classifica la timida lepre, starne, e pernici spaurite e ormai «censite» da squadroni di gente e torme di cani che da settimane s'aggirano per le campagne. Poi ci sono i fagiani, saporiti sulla mensa quanto stupidi alla cattura: i cacciatori di una volta li disdegnavano, chiamandoli «sciupacani» perché un puntatore classico col fagiano prende tutti i vizi del mondo. C'è confusione, contrabbandata come fervore e passione. I cacciatori non hanno atteso l'alba per mettersi in marcia: i più erano partiti già ieri o l'altro ieri per zone «che non ti dico» dove — è ammesso illudersi alla vigilia — i carnieri promessi sono «favolosi». Indago per telefono sulla situazione, presso i Comitati provinciali e le sezioni Federcaccia. Rispondono voci accese, concitate. Un po' tutti hanno il dente avvelenato. Le frasi che corrono: «Siamo troppi»; «Ci invadono»; «Non resterà niente»; «Noi facciamo sacrifici, gli altri vengono e ammazzano tutto». Così ad Asti come a Bologna, a Campobasso, all'Aquila, a Metaponto come a Crescentino. A me (e a tanti altri) la caccia piaceva per i suoi ozi e i suoi silenzi. Per la solitudine e anche per parlarne con gli amici, ma oggi è un avvenimento tanto complicato e così lontano da quel senso di poesia che rendeva affascinante questo sport, che devo fare uno sforzo per non essere «anticaccia» e non scivolare verso la retorica opposta, che è quella dei club protezionisti. Questo, se non altro, per giustificare la meraviglia e trovare una spiegazione valida su che cosa sia, o quale sia, la molla che continua a mettere ogni anno, sul piede di guerra i ventimila che minacciano d'invadere il Novarese, gli altrettanti che, accorsi dalla Liguria e dalla Lombardia, si sono accampati nell'Astigiano e nel Cuneese. Bisognerebbe vietarla, l'apertura, e magari mandarli a caccia a scaglioni perché così rischiano di spararsi addosso. «E' il giorno più preoccupante, per noi, di tutto l'anno», dice il geometra Elio Calosso, presidente del Comitato di Asti. Ed hanno ragione gli astigiani, così come i cuneesi e gli alessandrini, al pari dì quelli di Bologna e di S. Benedetto del Tronto. Elio Calosso (ma il discorso vale per tutti) spiega la situazione: «Convengono qui dalla Liguria e dalla Lomoardia e anche da più lontano perché la zona astigiana è ricca di selvaggina grazie ai ripopolamenti fatti a nostre spese. Oltre ai locali avremo non meno di ventimila cacciatori sparsi sulle nostre terre». E, nelle zone venatoriamente interessanti, avvengono situazioni di questo genere: su 70 mila ettari utili alla caccia (Astigiano) si distribuiscono ventimila persone armate di fucile. Si ha dunque una media di un cacciatore ogni tre ettari Quando si pensi che il lìmite stabilito dalla legge per la sicurezza nello sparo è di 150 metri, si può ipotizzare (speriamo che non avvenga mai) che sono super fortunati quelli che, alla sera, non abbiano preso almeno una scioppettata nella schiena. Considerando infatti il limite di sicurezza di 150 metri, ogni cacciatore copre, con il raggio di fuoco della propria arma, qualcosa come 6 mila metri quadrati, cioè sei ettari: dove li mettiamo quindi gli altri aperturisti? Di questo gl'ave problema, della carenza di vigilanza, della necessità di una revisione del sistema riservistico, si rendono conto gli amministratori pubblici, ma spesso hanno le mani legate da tutta una serie di situazioni precostìtuìle. «Ho ereditato una situazione difficile — afferma Michele Moretti, assessore alla caccia pesca e spo>-t della Regione Piemonte —. Molte cose avrebbero dovuto essere state fatte da tempo, si dovrà decidere per il prossimo anno». Moretti, entrato in carica all'indomani delle elezioni, si è battuto per convincere gli astigiani a ritornare nelle loro decisioni. «E' un fatto però — controbatte il geometra Calosso — che noi abbiamo fatto i sacrifici, siamo autosufficienti, ripopoliamo con selvaggina autoctona, e gli altri vengono e sparano a tutto». «Vengono da noi — fa eco il comandante dei servizi di sorveglianza, Oreste Perano — perché abbiamo tanta selvaggina, sarà una strage, pericolosa ed inutile». Ad Asti il clima è di fuoco, il direttore dell'Unione agricoltori, Sandro Gottarelli ha inviato telegrammi per chiedere il potenziamento della sorveglianza sui terreni coltivati. A Cerro Tanaro i cacciatori già ieri pesticciavano i campi. «Faremo denunce — dice Gottarelli — anche contro i dirigenti del Comitato caccia». Lo stesso presidente della Federcaccia, avvocato Ubertone, non è soddisfatto. Nell'Alessandrino la selvaggina quest'anno è poca, ma i cacciatori sono ugualmente tanti: «Sono giunti da ogni parte — dicono al Comitato — sono più di ventimila. Avverrà il solito repulisti e nelle prossime settimane non ci sarà più neppure un uccellino». Situazione analoga in provincia di Novara, zona notoriamente di conquista per milanesi, bergamaschi e bresciani. Poi c'è Cuneo, dove il siste¬ ma delle riserve comprensoriali dovrebbe permettere di salvare qualcosa, ma nelle zone libere si aspettano, con preoccupazione, le solite invasioni dal Savonese e dalla Valle Bormida. Moltissimi i cacciatori giunti anche nel Vercellese, ma la selvaggina è poca: molti carnieri vuoti in programma per stasera. L'apertura è fatta così: di frenesie, di sogni e avventure che portano ad eccessi anche pericolosi, in Piemonte come altrove. Chi non ricorda le proteste dello scorso anno? Piovevano pallini anche nei cortili delle case di periferia. Vi furono disgrazie. Gli agricoltori erano su tutte le furie per i danni provocati alle coltivazioni. I cacciatori pure: i più erano tornati a casa con i carnieri vuoti e il fegato pieno di bile. Omero Marraccini (A pag. 11 rubrica « I lettori discutono » la lettera « Un invito a tutti i cacciatori »). |!;!! i i ! Battuta di caccia durante la scorsa stagione: da oggi si ricomincia (Foto Team)

Persone citate: Elio Calosso, Gottarelli, Michele Moretti, Moretti, Oreste Perano, Sandro Gottarelli, Ubertone