"Venite nella nostra bella Uganda a caccia di elefanti e coccodrilli,, di Marinella Venegoni

"Venite nella nostra bella Uganda a caccia di elefanti e coccodrilli,, Terminata la visita in Italia del presidente Amin "Venite nella nostra bella Uganda a caccia di elefanti e coccodrilli,, Intervista al ministro del Turismo sulle prospettive del Paese -1 rapporti con l'Africa \ secondi fini» ha precisato (Dal nostro inviato speciale) Roma, 11 settembre. Ieri, su un quotidiano degli Stati Uniti, è apparsa la notizia d'un colpo di Stato in Uganda. Assente il generale Amin, attualmente in visita privata in Italia, i ribelli ne avrebbero profittato per prendere il potere. Sorridente, un completo blu gessato, formale quanto imponeva la cerimonia di saluto al ministro degli Esteri Rumor e al senatore Spagnolli, ieri sera il presidente ugandese smentiva il «putsch»: «In Africa — diceva — sono molto popolare, e non temo affatto per il mio futuro. Mi assentassi pure per un anno, potrei essere tranquillo: il mio popolo mi aspetterà sempre». Amin ha dichiarato anche d'essere venuto in Europa per cercare «aiuti e tecnologia disinteressata» per il proprio Paese. «Ma senza pressioni e Il presidente aveva al fianco la giovane moglie Sarah, bellissima in abito rosso tempestato di pietre dure. Annoiata, lo sguardo assente, la seconda «first lady» dell'Uganda (Amin ha un'altra moglie, che non ha portato con sé; due altre le ha ripudiate; una, infine, è stata trovata morta qualche mese fa nel bagagliaio di un'auto) masticava furiosamente chewing gum in faccia a quanti le rendevano omaggio. Nel seguito del presidente c'è anche suo padre, un vecchio contadino canuto. In occasione della visita al Papa, il suocero di Amin ha sfoggiato il costume della propria regione: un lungo abito bianco con profondi spacchi laterali. In questo soggiorno italiano, Amin ha respinto la corte dei reporter, e non ha voluto rilasciare dichiarazioni che fossero meno che strettamente ufficiali. Giornalisti francesi, americani, inglesi — anche la BBC è venuta a filmare l'incontro col Papa — hanno strappato solamente un sorriso ufficiale e uno sguardo radente con la coda dell'occhio. «Il presidente non vuole parlare di sé, perché intorno alta sua figura c'è troppa pubblicità — ha detto un diplomatico ugandese — e poi non sarebbe simpatico fare dichiarazioni alla stampa da un Paese che non è il suo ». Amin è partito oggi pomeriggio per Algeri. In Italia restano, ancora per qualche giorno, quasi tutti i ministri che l'hanno accompagnato. Proseguiranno i colloqui con una delegazione commerciale italiana, e prenderanno contatto con industrie di tutto il Paese; cercano materiali e tecnici. I ministri dell'Industria e dell'Agricoltura saranno sabato a Torino, poi a Milano e in altre città. Il ministro del Turismo, colonnello Onaah, andrà a visitare la Fiera del Levante a Bari. «Spero comunque di incontrare qui a Roma il ministro del Turismo Sarti — ha detto Onaah — per avviare un buon rapporto di cooperazione. In Uganda ab biamo ottimi alberghi, ma è un problema di sviluppo e oc corre concordare un piano con chi è più avanti di noi. Attualmente, c'è un albergo ogni 50 miglia, il prezzo è di 7 dollari (quasi cinquemila lire) al giorno per persona, compresi i pasti». Ci sono turisti italiani in Uganda? «Circa 600 al mese; poi canadesi, francesi, moltissimi tedeschi ma pochi inglesi. Il turismo rappresenta il 30 per cento delle nostre ri sorse, in un Paese che è essenzialmente agricolo, ma bellissimo, dove si possono liberamente cacciare tutti gli animali, dall'elefante al coccodrillo». Amin è certamente molto popolare in Europa. Un film piuttosto impietoso, lunghi articoli su quotidiani e riviste, i suoi coloriti interventi nella politica inglese, la recente drammatica storia dello scrittore Dennis Hilss, ne fan■ no uno dei più noti personaggi pubblici del Continente Nero. L'Uganda — grazie anche a lui — è un Paese di cui si parla. E', a suo modo, un eccellente agente turistico, che ottiene effetti contrari. II colonnello Onaah si fa serio. «I fatti sull'Uganda sono stati falsati. Purtroppo, abbiamo molti nemici. Quando qualcuno viene da noi, ha subito la prova di questa distorsione. Due mesi fa, in occasione della riunione dei capì dell'OUA a Rampala, i giornalisti hanno potuto circolare liberamente per tutto il Paese e hanno visto come calunniose erano le voci, che s'erano diffuse in Europa, di stragi e uccisioni. Queste notizie diffamatorie vengono fatte circo sssrtgOasacAslcculsbfrkPdcenncmrsqndm«tlare per invidia, perché il Pae- j se ha eccezionali bellezze: na- ! tura incontaminata, colline 'dolcissime, animali d'ogni 1 specie. Non ci sono stagioni, è sempre estate. Gli assassina sono tutte falsità per dirottare possibili visitatori verso altri Paesi. «Un'altra ragione dell'atteggiamento 'ostile — riprende Onaah — è che Amin è molto amato e potente nel suo Paese, e questo fa invidia negli altri Stati. Il presidente lotta ce?- la pace di tutti i Paesi, in \ Africa e nel mondo, per questa sua azione incontra l'ostilità di quelli che vorrebbero continuare a sfruttare gli africani». E' un problema di risorse, una lotta contro la povertà e la legge antica del colonialismo. Il futuro dell'Africa ha bisogno di buona volontà, di fantasia, di aiuti e di collaborazione. Dice il colonnello Lukakamwa, ministro dei Lavori Pubblici: «Sono qui per prendere contatto con imprese di costruzione e di materiale edilìzio. Nel nostro Paese, il novanta per cento della gente non ha i soldi per farsi una casa; noi forniamo gratuitamente alle famiglie il materiale necessario, ed esse pensano alla costruzione. Con questa politica di interesse nazionale, come credere a un colpo di Stato contro il presidente?». Ad Amin piace farsi chiamare «Dada», che vuol dire «buon padre». Anche se non tutti sono d'accordo. Marinella Venegoni

Persone citate: Dennis Hilss, Rumor, Spagnolli