La tv alle Olimpiadi: si deciderà lunedì

La tv alle Olimpiadi: si deciderà lunedì In crisi le trattative fra Ebu e Comitato organizzatore dei Giochi La tv alle Olimpiadi: si deciderà lunedì La differenza è di sei miliardi - In caso d'insuccesso, saranno trasmesse soltanto due sintesi di dieci minuti al giorno (Nostro servizio particolare! Londra, 11 settembre. Se riusciremo a seguire da casa nostra alla televisione le prossime Olimpiadi (e per la prima volta a colori in Italia), dipenderà dal risultato del braccio di ferro in corso da 18 mesi fra il Comitato organizzatore delle olimpiadi in Canada (Cojo) e l'Unione europea di radiodiffusione (Ebu). Le trattative per la cessione dei diritti televisivi sono ad un punto critico. Pochi giorni rimangono ormai per cercare un compromesso. Il divario fra le due parti è enorme: 9 milioni di dollari (6 miliardi di lire). Se entro lunedi la controversia non verrà risolta, novanta milioni di televisori in Europa ed altre centinaia di milioni nel resto del mondo (con la sola eccezione del Nord America) resteranno senza Olimpiadi. Secondo l'Ebu. che è incaricata delle trattative, dopo II 15 settembre mancherà il tempo per approntare le attrezzature tecniche per le trasmissioni televisive in diretta dal Canada all'Europa. Il Comitato organizzatore canadese pretende dall'Ebu 18 milioni di dollari (12 miliardi di lire) per i diritti televisivi. L'Ebu, il cui presidente, sir Charles Curran, è direttore generale della Bbc, aveva inizialmente proposto un milione e 700 mila dollari (circa un miliardo e 150 milioni di lire). Negli ultimi 18 mesi l'Ebu ha aumentato gradualmente, ma con grande riluttanza, la sua contro-offerta ad un massimo di 9 milioni e 300 mila dollari (6 miliardi e 230 milioni in lire) quasi metà della somma richiesta da Montreal. « £' la nostra ollerta finale — ha dichiarato sir Charles Curran — non possiamo assolutamente andare più in là ». L'Ebu rappresenta 35 enti televisivi europei e per le prossime Olimpiadi agisce anche per con¬ to dell'Oirt, l'Unione televisiva per l'Europa orientale, e in rappresentanza delle altre reti televisive in Asia. Sud America. Africa e Medio Oriente. Oltre 350 milioni di telespettatori in quei Paesi rischiano pertanto di non ricevere le 130 ore di trasmissioni programmate in « diretta » dal Canada. Il Comitato organizzatore canadese si è irrigidito nei confronti dell'Ebu dopo essere riuscito a cedere per 25 milioni di dollari (quasi 17 miliardi di lire) i diritti per il Nord America ad una rete televisiva statunitense (Abc). Quest'ultima, che vive di pubblicità, ha già ricavato a sua volta 40 milioni di dollari (quasi 27 miliardi di lire) dagli « sponsors ». L'Ebu è in una situazione ben diversa anche perché parecchi enti televisivi da essa rappresentati non trasmettono pubblicità o comunque lo fanno in limiti ristretti. Per le Olimpiadi di Monaco. l'Ebu versò nel '72 2 milioni di dollari (circa un miliardo e 300 milioni di lire) per i diritti televisivi europei. Se il punto critico non verrà superato vedremo soltanto due volte al giorno una breve sintesi di dieci minuti delle principali gare. Per la radio si prevedono minori difficoltà nelle trattative che vengono condotte separatamente da quelle per la tv. Non è la prima volta che sono in gioco i diritti televisivi per le Olimpiadi; da quelle di Roma del 1960, che furono le prime ad essere trasmesse per tv in di¬ retta, i negoziati sono sempre stati lunghi e complessi. In passato si è però sempre giunti ad un compromesso ma questa volta si teme che il divario fra le due parti sia troppo grande. Inoltre bisogna tener conto delle gravissime difficoltà organizzative e finanziarie cui il comitato canadese deve far fronte a Montreal. Quantunque la città alla quale i Giochi olimpici vengono assegnati si incarichi direttamente del complesso organizzativo e di tutti i preparativi, il Ciò si riserva il diritto di intervenire, quale ente supremo olimpico, in qualsiasi vertenza che possa sorgere. Di conseguenza lord Killanin. presidente del Ciò. si è incontrato a Londra in questi giorni con il sindaco di Montreal Jean Drapeau « Nel mio incontro ho fatto pre- sente che sommando l'importo j pagato dalla compagnia televisiva | americana e l'offerta dell'Ebu, il | comitato organizzativo canadese | verrebbe a percepire 34 milioni e mezzo di dollari contro I 12 versati complessivamente a Monaco alle ultime Olimpiadi — ha poi dichiarato lord Killanin —. Ho fatto anche presente che la città deI signata ad ospitare i Giochi ohmI pici è tenuta a fornire, in base al'■ lo statuto del Ciò, tutti i mezzi \ per assicurarne la massima dilluì sione dovunque. Non va dimenj ticato che il Comitato Internazioi naie conserva sempre tutti I di' ritti relativi ai Giochi olimpici e [ la cessione di quelli televisivi è \ soggetta al suo beneplacito ». Questo implica la facoltà, da ' parte del Ciò, di revocare il contratto stipulato dal Cojo per 25 : milioni di dollari con la compagnia ! americana televisiva. | La scadenza fissata al 3 setlem: bre per la chiusura delle trattative e stata posticipata ora al 15 per i permettere ancora un tentativo in j extremis. Fra il presidente del co] mitato organizzatore canadese, Roger Rousseau, e il sindaco di Montreal. Jean Drapeau, ì rapporti non I sono stati buoni negli ultimi due ! anni, durante i quali la costruzione dello stadio principale e delle altre attrezzature è andata sempre più a rilento mentre i costi hanno continuato a salire. Ora nella controversia televisiva Rousseau è diventato più conciliante mentre Drapeau è un « falco ». Nella sua lunga carriera di sinI daco, Jean Drapeau ha sofferto | parecchi rovesci finanziari, specialmente quello per l'Expo '67. Accettando i nove milioni e 300 mila dollari dall'Ebu, Drapeau subirebbe un nuovo smacco politico e quasi sicuramente aumenterebbe a Montreal il numero degli oppositori alle Olimpiadi. Forse dieci milioni di dollari gli salverebbero la faccia. Carlo Ricono

Persone citate: Carlo Ricono, Charles Curran, Jean Drapeau, Roger Rousseau, Rousseau