Dalla pianta di Buonaiuti

Dalla pianta di Buonaiuti Dalla pianta di Buonaiuti Non è agevolo spiegare la fio- ritura di opere sul modernismo ài questi anni. L'interesse italiano per i movimenti chiesastici fu sempre molto relativo, il modernismo è stato superato nel tempo da movimenti ben più tempestosi, non sopravvive alcuno di quanti ne costituirono anche figure secondarie. Può darsi che si tratti di un interesse creato dal valore di alcuni scrittori — così come non di rado un critico d'arte di fama riesce a fare uscire dall'oblio figure di artisti, dando loro un risalto spesso eccessivo —; può pensarsi al fascino che la figura di Buonaiuti continua ad esercitare sui suoi allievi, ormai vecchi (Raffaele Morghcn. cattolico ortodosso. Ambrogio Donini. marxista. la cui storia del cristianesimo e nettamente demolitrice di quanto è essenziale per i credenti. Max Ascoli): ma può anche darsi che l'interesse sia dovuto allo scorgere nel modernismo quasi un'anticipazione dell'odierno cattolicesimo del dissenso. E sicuramente non lo è. Ribellioni all'insegnamento ufficiale, a pronunce di papi e concili, si ebbero fin dai primi secoli: la rivendicazione dei diritti della ragione è pur essa antica. Con Galileo siamo all'osservazione della natura, delle cose quali sono, che deve prevalere su ogni testo (e credo non si avverta cos'abbia significalo per le masse aver di¬ strutto la visione comune, che ispirò Dante, di un ben ordinato « al di là » così intelligibile agli uomini); la rivendicazione dei diritti della critica storica è già forte nel Seicento e nel Settecento, ed ispira l'opera dei bollandisti. d'illustri oratori , . ...iiani: la ripugnanza alle pie leggende, alle rivelazioni, e del-lo stesso tempo, e percorre tut-lo l'epistolario del pio Muralo-ri: cosi come l'avversione alle pratiche devozionali che da sole lascino appagalo e sicuro della propria salvezza il fedele, è in tutto il movimento antigesuitico. _ E non scorgerci che alcuna di queste rivendicazioni o ripugnanze, che si ritrovano nel modernismo, sia elemento propulsore dei cattolici del dissenso, che le lasciano dietro di sé, come stazioni da gran tempo superale. Caratteristica loro è la socialità, un cristianesimo orizzontale, ossia che si esplica tulio nei rapporti tra gli uomini, con la esclusione della verticalità: il rapporto con Dio si esaurisce nell'obbedire al precetto di trattare tutti gli uomini come fratelli, nell'attuazione di assetti socialisti, di uguale distribuzione dei beni della terra. Ma la socialità ha un posto ben scarso nel modernismo: pressoché nullo nei maggiori esponenti stranieri: in Italia lo stesso Romolo Murri. che dal punto di vista dottrinale rimane un ortodosso, non va oltre il radicalismo. Circa Ire lustri prima della condanna del modcrnismo Nini aveva potutoscrivere un volumetto sul socia-lisno cattolico, considerandol'opera di prelati, tedeschi ebelgi, per lo più. d'indiscussa fedeltà al Vaticano. Comunque questo interesse per il modernismo c'è: e lo attcstano due recenti opere: quella di don Lorenzo Bcdcsehi. infalicabilc e sagace ricercatore ddocumenti. Interpretazioni e sviluppo del modernismo cattolico (Bompiani) e l'altra di Maurilio Guasco. Alfred Loisy in Italia (Giappichelli). Bene il Bcdcsehi dà risalto apassaggio tra il pontificalo dLeone XIII, che aveva nominato cardinale un Nesvman, e quello di Pio X. che coincideva poi con l'avvento di nuove classi, l'allargamento del suffragioin tulli gli Stati europei, ed osserva che « la concezione ecclcsiologica di tipo giuridico ebcllarminiano veniva portata alla più rigida incompatibilità con la vita, la cultura, la libertà ela democrazia moderna, considerate come forze nemiche decristianesimo » (le concezioni dPio X erano le slesse di Pio IXma con un impulso all'azione che non aveva avuto papa Mastai, e senza quel rimettersi alla volontà di Dio artefice della storia, quasi che il Vicario dCristo non abbia a condannare combattere). II come il Sillabo di Pio IX aveva fatto un fascio di liberalismo, socialismo e comunismocosì la Pascenti di Pio X condannava quanto nel modernismo c'era di veramente inconciliabilc con tutta la tradizioncattolica (la «filosofia del modernismo », si dirà poi, e farsì che un p. Gcnocchi, ttfeatiànaio dagli avversari come unpatriarca del modernismo, approvi Pio X e le sue condanne), quanto era soliamo in contrasto con la teologia divenula ufficiale soprattutto nella seconda metà dell'Ottocento, e quan lo sul terréno della critica sto rica la Chiesa avrebbe poi do-1 vino riconoscere l'ondato. Farci i ,,, . ;j„„„. \mvecc .serve sulle coincidenze , che Bcdcsehi scorge Ira la Pa- \ scendi e certe vicende dell e- , conomia italiana in quegli anni. : 11 libro del Guasco c'illumina j sui corrispondenti italiani di i Loisy. quelli che continuano ad esserlo dopo la condanna dello storico francese e la sua uscita dalla Chiesa, e quelli che da allora si arrestano. Loisy non fu uomo con cui fosse agevole il tratto: orgoglio e suscettibilità suoi peccati principali. Sembra appropriato il giudizio di Martinetti che Guasco riporta: la grandezza di Loisy non si l'onda sull'opera di esegeta e di filosofo, «ma in qualche cosa che vale ben di più di ogni esegesi e di ogni filosofia: nella sua alta personalità, che attraverso tutta la vita e l'opera sua ha incarnato una volontà insopprimibile di libertà e di sincerità nella vita religiosa ». A. C. Jemolo

Luoghi citati: Giappichelli, Italia