Italiani dopo 100 anni ritornano sulle Ande di Gigi Mattana

Italiani dopo 100 anni ritornano sulle Ande Quattro sciatori di Bardonecchia Italiani dopo 100 anni ritornano sulle Ande Dopo quasi cent'anni gli italiani tornano nelle Ande per vincere: nel 1880 i due fratelli Carrel di Valtournanche che accompagnavano Whymper conquistarono la vetta del Chimborazo, 6270 metri, in Ecuador; ora quattro sciatori di Bardonecchia tentano di giungere in vetta alla stessa montagna e ridiscenderla con gli sci ai piedi. «Per quanto ci risulta — dice Ezio Laboria, maestro di sci e istruttore nazionale di sci alpinismo, capo della spedizione — mai nessuno al mondo è giunto a un'altezza simile con gli sci ai piedi ed è sceso a valle con lo stesso mezzo; anche il celebre tentativo "acrobatico" di Sylvain Saudan sul Mount McKinley si è svolto a quota inferiore». Laboria e i suoi compagni. Fulvio Baudino, Renato Momo e Silvano Ferraris, partiranno da Torino il 2 ottobre e contano di rientrare in Italia dopo circa un mese; giunti in aereo a Quito proseguiranno in camion per Ambato, circa duecento chilometri a Sud, e di qui con una carovana di muli arriveranno fino al limite delle nevi eterne, intorno ai 4800 metri, dove sistemeranno il campo base. «Le Ande sono giustamente di moda presso gli alpinisti italiani in questi tempi — continua Laboria — e lo testimoniano le ultime scalate allo Huandoy e all'Alpamayo; queste montagne infatti offrono un terreno abbastanza simile all'Himalaya, molte vie ancora inesplorate, e non costringono gli scalatori all'estenuante e costosa trafila burocratica di Tibet, Nepal o Pakistan per ottenere i permessi di esplorazione». Al campo base, una modesta tenda senza comodità, i quattro faranno capo alcuni giorni necessari per acclimatarsi alla quota; saliranno e scenderanno più volte tratti di montagna per attrezzare i passaggi più difficili, specie un lungo bastione di roccia e ghiaccio, con corde fisse, poi sferreranno l'attacco finale: in dieci ore contano di giungere in vetta e, se possibile, compiere la discesa nella stessa giornata. «A questa quota e a questa latitudine, praticamente a cavallo dell'Equatore — dicono i quattro — non dovremmo incontrare grandi difficoltà per il tipo dì neve, in genere fredda e. polverosa; per la salita ci siamo convertiti allo ! sci corto, dì un metro e 70 centimetri, perché in alcuni passangi avremo bisogno di attrezzi estremamente maneggevoli, più le solite pelli di foca e i coltelli Bilgeri per aumentare la tenuta. La nostra attrezzatura è tutta qui». Ormai siamo abituati a spedizioni alpinistiche dai costi proibitivi e dai larghi finanziamenti di enti e industrie, ma i quattro piemontesi non hanno la fortuna di godere dell'appoggio di un mecenate: «Con un milione a testa, i nostri risparmi — dicono — ci pagheremo tutto; forse ricaveremo qtialcosa dalle fotografie e dai film che gireremo lassù. Ma, oltre che una soddisfazione, questa salita sarà una buona pubblicità per la nostra sctiola di sci alpinismo che apriremo il prossimo inverno a Bardonecchia». Gigi Mattana

Persone citate: Carrel, Ezio Laboria, Fulvio Baudino, Renato Momo, Silvano Ferraris, Sylvain Saudan, Whymper

Luoghi citati: Bardonecchia, Italia, Nepal, Pakistan, Quito, Tibet, Torino