Interrogati quattro "minori" sul rapimento della Mazzotti

Interrogati quattro "minori" sul rapimento della Mazzotti Al Palazzo di Giustizia di Novara Interrogati quattro "minori" sul rapimento della Mazzotti (Dal nostro corrispondente) Novara, 10 settembre. Il procuratore della Repubblica proseguendo l'istruttoria sommaria per il caso Mazzotti, ha interrogato sino a tarda sera altri quattro detenuti: Bruno Abramo, Alberto Menzaghi, Vittorio Carpino e Luigi Gnemmi. Arrivando al palazzo di giustizia il magistrato a chi gli chiedeva « Anche oggi si tratta di pesci piccoli » ha risposto « Mica tanto: qualcuno la sa lunga ». Il primo ad essere portato nel suo ufficio è stato l'Abramo. E' un calabrese di Santa Eufemia trasferitosi al Nord, risiede ad Abbiate Guazzone, in provincia di Varese e fa il piastrellista. Ha 27 anni e gli amici lo chiamano Gianni. E' lui, secondo l'accusa, che sia pure per un giorno o due ha fatto da carceriere a Cristina nell'appartamento di Gnemmi e della Cristiano in via Ticino a Galliate. Pare che proprio in quei giorni i carabinieri di Galliate bussarono alla porta di casa Gnemmi per notificare non si sa bene cosa. Si affacciò la Cristiano e con poche battute sbrigò la faccenda. Dentro, l'Abramo che pure in precedenza si era vantato di avere custodito altri ostaggi, si prese una tale paura che non volle più saperne di quell'incarico. Se questi episodi corrispondessero al vero, appare più che giustificata la urata del suo interrogatorio: tre ore esatte, dalle 15 alle 18. Cosa abbia detto non si è saputo. Non avendo ancora un difensore di fiducia gliene è stato assegnato uno di ufficio, l'avvocato Franco Beccani di Novara che all'uscita non ha rilasciato dichiarazioni. « Posso dire soltanto — ha detto — cne aita nne l'Abramo ha nominato difensore di fiducia l'avvocato Brìggina di Varese il quale si riserverà di accettare o meno ». Dopo l'Abramo è stata la volta del Menzaghi, 31 anni, il macellaio residente a Bruggiate in provincia di Varese, il paese dove fu rapito lo studente Emanuele Riboli nell'ottobre scorso. La sua posizione nella vicenda è poco chiara: s'era detto in un primo tempo che fosse il finanziatore dell'impresa; poi che fosse interessato di trasmettere i messaggi di Cristina ai familiari | quando chiedevano una prova se era ancora viva. Sembra che una parte attiva vera e propria non l'abbia avuta. D'altro canto il suo difensore di fiducia, avvocato Romano di Varese, non ha rilasciato dichiarazioni. Ha parlato invece sua moglie nel cortile di Palazzo di Giustizia dove insieme con la cognata e la suocera aveva accompagnato il legale di famiglia. E' Caterina Casacchia, nativa di Cosenza. Ha sposato il Menzaghi il giugno scorso. Anche il suo interrogatorio è andato per le lunghe ed erano ormai le 20 quando è stato introdotto nell'ufficio del procuratore Vittorio Carpino, 25 anni, nato a Gizzera, in Calabria, ma residente a Vedano Olona, nel Varesotto. Pare abbia fatto lui il «corriere dei messaggi» per cui dovrebbe trattarsi di una figura di secondo piano. Non aveva difensore e l'ordine degli avvocati di Novara ha provveduto ad assegnargli uno d'ufficio. L'ultimo della serie è stato Luigi Gnemmi, 41 anni, l'unico novarese tra i 18 sin qui arrestati, gestore, sino ad un paio di mesi or sono del bar gelateria «Primavera» a Galliate. Gnemmi, che ha nominato difensore l'avv. Fernando Cardinali oggi assente e sostituito dall'avv. Gianni Correnti, giura di non avere saputo che in casa sua c'era la ragazza. Il racconto che fa è questo: « A metà luglio la Cristiano, la donna che vive con me è stata chiamata dall'Angelini a Castelletto per dare una mano in casa perché aveva o- spiti. Mi spiegò poi che si trattava di rapinatori fuggiti da Prato dopo un colpo. La misi di guardia ma lei rispose che ne vale va la pena perché avrebbe avuto una forte ricompensa ». Piero Barbe Novara. Bruno Àbramo dopo l'interrogatorio (f. G i o\ citi)