Centro di spettacoli al Nuovo che riapre

Centro di spettacoli al Nuovo che riapre Buazzelli, film e avanguardia Centro di spettacoli al Nuovo che riapre L'inaugurazione con il "Commesso" di Miller - Accanto al teatro centrale, una saletta per il cinema e una per compagnie "off" Torino recupera al suo pubblico un teatro che diverrà centro culturale per molteplici esperienze. E' il Nuovo, situato nel complesso di Torino Esposizioni, per anni sede della stagione lirica del Regio, occasione di prime teatrali e anteprime cinematografiche. Negli ultimi tempi gli appuntamenti si erano diradati, gli spettatori parevano familiarizzati con altri locali. Poiché però la stagione teatrale tende a dilatarsi e i programmi cinematografici toccano argomenti e temi fino a ieri impensabili, ecco sorgere l'opportunità di un rilancio. Ne ha parlato ieri durante una pausa dei lavori di riattamento Gian Mesturino, che su incarico di Torino Esposizioni ha varato un ambizioso cartellone. In primo luogo la prosa, che non sarà la cenerentola. Riapertura giovedì 18 con la compagnia di Tino Buazzelli il quale, sempre con la collaborazione del regista Edmo Fenoglio che con lui ha allestito Svevo e Ibsen, riproporrà un suo successo: Morte di un commesso viaggiatore. Accanto al protagonista nella congeniale parte dell'«uomo in grigio» Willy Loman, saranno Gabriella Giacobbe, Tino Bianchi, Massimo De Francovich, Roberto Paoletti, Aurora Cancian. Per Buazzelli, che conduce un'annosa polemica contro gli Stabili, il testo di Miller costituirà l'occasione di verificare la sua facoltà di richiamo, in stagione morta e senza un grosso apparato alle spalle. Una sorta di scommessa dunque, insolita come le altre iniziative del Nuovo. Il fabbricato è ampio. Oltre alle proposte ospitate nella sala di 1300 posti (si parla di una rivista con Rie e Gian e del musical Storie di periferia con Tony Cucchiara), sarà possibile avviare un cartellone per il cinema e il teatro d'avanguardia, la proiezione di audiovisivi e pellicole in lingua originale, i concerti di jazz e musica pop. In breve tempo verranno ricavate al piano terreno due salette da 300 posti, al primo piano un'altra saletta da 100 posti più tutta una serie di locali attrezzati con moviola, proiettori per diapositive, apparecchi per la trasmissione di videocassette. I programmi — alcuni dei quali alla fase di studio — hanno già attirato l'attenzione degli specialisti. Tre compagnie «off» riunirebbero i loro sforzi per offrire un ciclo di rappresentazioni sperimentali, da allestire senza aggravio di spese per le prove e con una concentrazione maggiore di quella abituale per gli spettacoli al di fuori del circuito tradizionale. Alcuni film maledetti perché dimenticati dal grande noleggio, troverebbero qui ampia risonanza. Manifestazioni curiose come la «Maratona dell'horror» o i cicli sui divi del passato avranno al Nuovo un diverso respiro. Gian Mesturino ha annunciato per il 18 la proiezione d'una novità e per i mesi successivi una formula associativa del tipo cineclub (saranno interpellati, per forme varie di collaborazione, il sindacato dei critici cinematografici e gli assessorati culturali del Comune). Non è escluso che qui si riversi una fase dell'ampio cartellone del Teatro Stabile. Nei sotterranei infine i solisti del jazz dovrebbero trovare l'atmosfera adatta per esecuzioni di classe. Questo richiamo alle «caves» non sarà l'unico collegamento con il mondo dello spettacolo parigino. Il faraonico ingresso del Nuovo muterà a poco a poco fisionomia: posti di ristoro tipici, negozi di «poster» e dischi, bancarelle con libri e riviste in luogo degli attuali spazi morti. Per Torino indubbiamente la cosa ha sapore di novità. Le folle che spesso cinema e teatri non riescono a smaltire, avranno dal 18 — e soprattutto nelle settimane successive — prospettive non banali. Se il cartellone sarà nutrito e il pubblico attento, l'appuntamento a Torino Esposizioni diverrà un fatto di cronaca e di cultura. Altrimenti, un'occasione buttata al vento. p. per.

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