Milano-Torino, una rivincita

Milano-Torino, una rivincita I migliori a confronto a pochi giorni dai "mondiali,, Milano-Torino, una rivincita La « corsa del centenario » promette emozioni, specie nel finale ricco di asperità - Moser ha provato ieri Superga e La Maddalena: soddisfatto - Tra i favoriti De Vlaeminck - La vigilia con le « vecchie glorie » (Dal nostro Inviato speciale] Milano, 5 settembre. Nel «salotto» di Milano, l'elegantissima galleria Vittorio Emanuele, la Milano-Torino ha vissuto la vigilia del suo centesimo compleanno, suggellandola con la più tradizionale delle manifestazioni: il soffio di tante bocche di vincitori di ieri e di «capitani» delle squadre di oggi sulle candeline accese infilate in uno schieramento di torte, una per ciascuna delle nuove formazioni che saranno al via domattina. A questo simpatico prologo del centenario dellt più vecchia corsa ciclistica del mondo hanno partecipato, accanto ai protagonisti della corsa di domani, tanti e tanti campioni del passato, il cui nome figura nel libro d'oro della Milano-Torino: dall'ultra-ottuagenario Tano Belloni, vincitore nel 1918. a Giuseppe Graglia — l'attuale direttore sportivo dei ciclisti del C. S. Fiat — che si affernò due volte, nel 1931 e nel 1933; da Del Cancia a Chiappini, Ortelli, Luciano Maggini, Fiorenza- Magni. Una carrellata di vecchie glorie del ciclismo, unite in un ideale abbraccio per festeggiare un secolo di vita della Milano-Torino, sotto lo sguardo vigile di Vincenzo Torriani, leggermente infastidito tuttavia per i frequenti passaggi in galleria di un gruppo di operai in sciopero, per i quali la minaccia della cassa integrazione attenuava giustamente ogni istinto gioioso nei confronti di una corsa ciclistica. La vera festa del centenario, quella che di più interessa agli appassionati di ciclismo, si celebrerà però domani, sui 243 chilometri del percorso che unisce la città della Madonnina a quella della Mole. L'indispensabile, azzeccata coreografia di manifesta¬ zioni collaterali con cui gli organizzatori hanno significativamente fiancheggiato la corsa, non influisce sulla sostanza agonistica di questa Milano-Torino nata nel 1876, e cui si chiede di confermare, cento anni dopo, tutto il suo fascino e la sua validità spettacolare. Le intenzioni dei protagonisti sono buone e, giustamente, la corsa di domani può essere considerata una prima rivincita del «mondiali», anche se saranno assenti proprio il campione del mondo Hendrik Kuiper ed il più grande degli sconfitti dall'olandese, cioè Eddy Merckx. La maglia iridata ed il fuoriclasse belga non hanno potuto svincolarsi da una serie di ingaggi in Belgio ed in Olanda ed il loro nome non figura nell'elenco dei novanta partenti, cosi come quello di Battaglin, Bertoglio e Tino Conti, impegnati nel giro della Catalogna. Per il resto non si annunciano defezioni e la qualità dei presenti è tale da far dimenticare, o almeno far passare in secondo piano, il prestigio degli assenti. Il favorito, l'uomo da battere, è Roger De Vlaeminck che ha già vinto due volte, nel 1972 e l'anno scorso, sul traguardo torinese del motovelodromo. Saranno in molti — e non solo i reduci dal carosello Iridato di Yvoir — a cercare di impedire il tris del fiammingo capofila della Brooklyn. Francesco Moser, innanzitutto, il quale è deciso ad evitare il ripetersi di situazioni come quelle verificatesi domenica scorsa a Yvoir: alla sua aspra rivalità con i belgi, senz'altro indiscutibile, il trentino vuol dare un contenuto costruttivo, cercando con la massima determinazione di aggiungere la «classica» piemontese al suo record di successi. Moser si è allenato ieri sull'impegnativo finale sulle colline torinesi. Ancora stamane, prima di ripartire per Milano, ha voluto rivedere la ripida discesa che dal Colle della Maddalena, ultima asperità dopo Superga e l'Eremo, conduce in soli sei chilometri al ponte che scavalca II Po verso corso Vittorio. «£' un finale che mi piace — ha detto Francesco — ma avrei avuto bisogno di conoscere di più la discesa per giocare il tutto per tutto alla mia maniera. Non mi tiro comunque indietro e conto di potermi ritrovare tra i migliori, in vista del traguardo di via Roma". Oltre a Roger De Vlaeminck e a Francesco Moser, i più «gettonati» alla vigilia della Milano-Torino sono un altro belga, Freddy Maertens (che capeggia con Pollentier la squadra della Flandria) ed Enrico Paolini. Per il marchigiano la corsa di domani non rappresenta una rivincita dei «mondiali» ma se mai un'occasione di rivalsa su chi, a Yvoir, ha vestito la maglia azzurra meritandolo forse meno di lui. A questa rosa di favoriti bisogna aggiungere Italo Zilioli (lui sì, conosce a fondo la discesa su Torino, ma per affrontarla a suo modo deve arrivare alla Maddalena nelle necessarie condizioni di lucidità) e magari anche l'altro «vecchio» Gimondi, desideroso di riscatto dopo la magra giornata dei «mondiali». Ci sono anche Giovan Battista Baronchelli e Franco Bitossi, entrambi al rientro dopo un lungo periodo di inatività: sia il giovane bergamasco che il «veterano» toscano si considerano tuttavia un po' fra gli «ospiti» di Torriani. Gianni Pignata Il via da Milano verrà dato alle 10,20. Il passaggio da Novara è previsto alle 12,15; a Vercelli 12,45; a Casale 13,20; ad Asti 14,20; a Superga 15,30; l'arrivo a Torino dalle 16 in poi