Zorzi, dai camion della Pirelli al debutto fra i draghi di F. 1 di Arturo Merzario
Zorzi, dai camion della Pirelli al debutto fra i draghi di F. 1 Zorzi, dai camion della Pirelli al debutto fra i draghi di F. 1 (Dal nostro inviato speciale) Monza, 5 settembre. Il Gran Premio dà a chiunque uno «choc» vigoroso al primo impatto, iigriamo a correrlo, a entrare nel novero ristretto dei primi della classe che possono prendere il via nella F.1. Renzo Zorzi, 28 anni, collaudatore della Pirelli, uomo du punta in F.3 e vincitore della gara di Montecarlo, esordisce in F.1 e non lo fa nelle migliori condizioni poiché si trova a guidare la seconda Williams, Eppure, per Zorzi arrivare in F.1 è già un traguardo. Mercoledì mattina, mentre Fittipaldi si ritemprava giocando a golf e Lauda e Regazzoni provavano a Fiorano, Renzo Zorzi guidava un camion per le rampe del Gottardo per provare gomme nuove. Il salto dal Gottardo a questo palcoscenico monzese, già oggi affollato, è piuttosto forte, e per colmo di sfortuna il pivellino è capitato in un box vicino ai draghi della Ferrari, cosicché recita il suo ruolo di Calimero senza nessuno sforzo. Non giovanissimo, sposato, Zorzi ha già una sua piccola corte, gli accompagnatori della F.3, piombati un po' spaesati in questo mondo nuovo. Lui guida tutti con discreta autorità, evita che diano fastidio ai meccanici del «team» Williams che non sono né troppo numerosi né proprio i più bravi. Zorzi ha girato nel primp tur¬ no di prove stando appoggiato praticamente sulle anche, poiché l'abitacolo della vettura - troppo stretto - non gli permetteva di infilarsi completamente nel sedile. Non deve essere una sensazione piacevole, soprattutto quando si gira a 200 e tanti all'ora. Ha avuto anche guai meccanici, soprattutto un motore sfiatato, come era nelle previsioni. In definitiva, ha trovato un solo avversario da battere, Tony Trimmer che ha fatto due giri soltanto con la Maki. Modesto schietto com'è, dice: «Molto di più non potevo fare, però è proprio difficile». Ride, già disteso, a vedere lo stupore di chi lo ascolta e prosegue: «Cosa volete che dica, che vinco io? No,sono qui per fare una prova, un collaudo anche personale. Certo, trovassi chi mi dà un appoggio potrei anche prendere un impegno globale e sperare in risultati completi. In queste condizioni mi basta poter figurare». — Che impressione le fa correre in mezzo ai campioni? «Sono bravi, tutti bravi, e poi c'è più correttezza che in F.3, forse perché tutti sanno esattamente quello che debbono fare». E in mezzo ai campioni anche Renzo Zorzi va a prendere la sua fettina di gloria pressato dalle richieste di autografo, strattonato e spintonato dalla gente che magari non lo riconosce ma lo identifica come un divo grazie alla tuta che indossa. A fianco, inosservato, passa un altro giovane, Alessandro Pesenti Rossi, jeans e maglietta, e una faccia ingrugnita, dura. Anche lui puntava all'esordio in F.1 a Monza e per farlo aveva noleggiato una Hesketh, vecchio modello, dall'austriaco Herald Erti, prezzo dieci milioni, non uno scherzo. Pesenti Rossi, vincitore domenica scorsa in F.3, i quattrini li aveva trovati, ma la macchina in compenso no, perché il signor Erti, pilota lui stesso, si è rivelato un magliaro alla rovescia. Con rabbia rimane fuori il quinto pilota italiano, e con Zorzi saranno in gara invece la Lombardi, Brambilla e Arturo Merzario. g. vigl.
Luoghi citati: Montecarlo, Monza
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