Che grida crudeli dalla savana

Che grida crudeli dalla savana PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Che grida crudeli dalla savana Sotto l'intento « ecologico », immagini raccapriccianti, come quella dell'uomo sbranato dal leone, con gusto masochistico - « L'importante è amare », dramma con Romy Schneider Ultime grida dalla savana di Antonio Climati e Mario Morra. Commento di Alberto Moravia. Cinema Ambrosio. (s.c.) «Tutto ciò che vedrete è assolutamente vero», annuncia la pubblicità. Da Jacopetti a oggi il nostro cinema documentario ha allenato gli spettatori a digerire anche i bocconi più pesanti, anzi a ricercarli con gusto quasi masochistico. Nell'intenzione di Climati e Morra, come nel commento di Alberto Moravia, si avverte chiaramente una denuncia ecologica, una difesa degli animali che scompaiono per la furia sterminatrice dell'uomo. Ma il cinema è fatto di immagini, non di parole. Così mentre conosciamo con simpatia il naturalista che ha scelto di vivere in amicizia con i lupi nelle foreste della Baviera e scopriamo gli affascinanti e crudeli metodi di caccia degli aborigeni australiani, eccoci spettatori atterriti della tragica fine del turista Pitt Doenitz sbranato dai leoni in un parco africano o dell'esecuzione sommaria di alcuni indios dell'Amazzonici catturati da killer delle compagnie commerciali interessate allo sfruttamento di quelle zone selvagge. Sono questi «2 documenti sconvolgenti» sui quali soprattutto punta il richiamo pubblicitario. Certo sono immagini che si inchiodano nel¬ la memoria, come il piccolo africano giustiziato dai mercenari ai tempi di «Africa addio». Anche se invece dei fatti filmati impressiona sempre di più il sangue freddo degli uomini che stanno dietro la macchina da presa e magari hanno la furbizia e il mestiere di dedicarsi ai primi piani dei familiari della vittima chiusi in macchina mentre a pochi metri alcuni leoni finiscono il macabro banchetto. In sala, durante la proiezione di ieri pomeriggio, qualcuno fischietta mentre sullo schermo corrono le immagini dell'assassinio degli indios amazzonici e delle terrìbili mutilazioni che i carnefici eseguono sui loro corpi. E' un modo di scaricare la tensione. La maggior parte del pubblico non sembra però turbato da questi episodi di atroce violenza. E coglie nel complesso soltanto il positivo messaggio ecologico rimasto sullo sfondo del film. Patrizia, studentessa, 23 anni, dice: «Mi piacciono molto i documentari e li seguo tutti. Questo ha momenti davvero terribili, ma l'ho trovato molto interessante ed educativo». «E' pieno di belle scene ed ha anche momenti di poesia», aggiunge l'amica Antonella, di 19 anni, studentessa, «L'episodio del turista sbranato non mi ha colpito eccessivamente. E' la verità e bisogna accettarla, così, senza commenti». Un signore di mezza età spiega: «Sono venuto a vederlo da solo perché mia moglie non sopporta le immagini di violenza. Penso di aver fatto proprio bene». Per Sandro, 18 anni, studente, il film dimostra che «gli animali sono migliori dell'uomo». La «maschera» della sala, 55 anni, conferma l'indice di gradimento della platea. «La pente esce soddisfatta — dice —. Il film piace. Alcune sequenze sono violentissime. Passo la vita al cinema e posso dire che raramente ho visto cose tanto forti. Comunque il pubblico sembra gradirle e quando esce non protesta». Anche la cassiera non ha ricevuto alcuna lamentela: «Non ci sono trucchi e gli spettatori non fanno reclami. Sanno quello che vengono a vedere. Dicono, ci sia una scena di leoni che sbranano un uomo. Penso che non mi fermerò mai in sala per vederla». * * L'importante è amare di Andrzei Zulawski con Romy Schneider, Fabio Testi, Klaus Kinski, Nicoletta Machiavelli. Italia-Francia-Germ. Occ, colori. Drammatico. Cinema Doria. (s. c.) Preceduto da premi prestigiosi e giudizi favorevoli di tanti critici internazionali, arriva sugli schermi torinesi questo confuso e am¬ bizioso filmetto di cui il nostro giornale ha già riferito dal festival di Taormina. E' la storia di un fotografo e di un'attricetta che in co. mune hanno soltanto la necessità professionale di sguazzare nelle produzioni pornografiche. Lei è sposata con una larva d'uomo servile e innamoratissimo, lui ha il carico penoso di un padre drogato e donnaiolo. Si incontrano per oaso sul set di un film e comincia una strana relazione piena di amore taciuto o manifestato per contrasti rabbiosi. Tira e molla si arriva all'abbraccio finale. Lui pestato a sangue dai pornografari mafiosi, lei finalmente vedova e anche fisicamente disponibile. Romy Schneider ha vinto a Taormina con L'importante è amare il premio per la miglior interpretazione femminile, al libro da cui è stata tratta la pellicola fu assegnato nel '72 il Prix Renaudot, e il regista Zulawski pare essersi guadagnato (secondo la pubblicità) giudizi entusiastici su giornali di mezzo mondo. Il prodotto però risulta ampiamente inferiore alle credenziali. Carico di ambienti e personaggi letterariamente minuziosi, ma del tutto inutili alla storia, il film riesce una concitata vicenda sentimentale piena di lampi e di scoppi tutti epidermici e con scarso spessore psicologico.

Luoghi citati: Africa, Baviera, Francia, Italia, Taormina