Titolo e vittoria per Lauda-Ferrari? di Michele Fenu

Titolo e vittoria per Lauda-Ferrari? Domenica nell*Autodromo di Monza si corre il Gran Premio d'Italia Titolo e vittoria per Lauda-Ferrari? All'austriaco basta un punto per diventare campione del mondo - Non si accontenterà, però, di un piazzamento, ma punterà ad una brillante affermazione - Un «occhio» su Reutemann Nel 1964. undici anni fa, un inglese di 29 anni, John Surtees, vincendo a Monza il Gran Premio d'Italia con una monoposto Ferrari 158 di un litro e mezzo di Cilindrata pose le basi per la conquista di quel titolo mondiale di Formula 1 che doveva matematicamente conseguire in Messico Da allora nessun pilota di Maranello è stato in grado di ripetere l'impresa di Surtees: motivi tecnici ed umani, qualche volta la sfortuna (chi non ricorda le Incredibili disavventure di Chris Amon?) impedirono alla nostra Casa di ottenere nuovamente ;l più ambito riconoscimento u.l'impegno profuso nelle corse. Questo lungo intervallo colmo di gioie e di delusioni, di polemiche e di lodi sta per finire. Domenica, sempre a Monza, sempre nel Gran Premio d'Italia — intanto giunto all'edizione numero 46 —, Niki Lauda potrebbe riportare a Maranello il titolo mondiale. All'austriaco manca mezzo punto per raggiungere il sospirato traguardo. Niki ha 51.5 punti contro i 34 di Carlos Reutemann. Il distacco fra i due è di i7.5 punti con due sole gare da disputare: appunto quella di Monza e il Gran Premio degli j Stati Uniti. Reutemann dovrebbe vincere entrambe le competizioni per totalizzare i 18 punti (al trionfatore di ogni Gran Premio ne vengono assegnati nove) necessari per scavalcare Lauda, il quale, intanto, non dovrebbe conseguire neppure un punto, cioè neppure un sesto posto. Basta, insomma, che a Monza Reutemann non vinca perché Lauda sia campione del mondo, indipendentemente dal suo piazzamento. L'austriaco potrebbe anche ritirarsi: l'argentino, con un secondo posto, guadagnerebbe sei punti che, sommai' a quelli di una ipotetica affermazione negli Usa, porterebbero in totale il suo bottino a 15 punti. Lauda, in ogni modo, avrebbe alla fine un margine di due punti e mezzo. Nelle corse non si sa mai cosa possa capitare — è vero —. ma a questo punto ci pare che il Gran Premio d'Italia debba trasformarsi per Lauda e per la Ferrari in una mera formalità burocratico-matematica. Però, proprio questo aspetto della vicenda, questo dare per scontato il titolo mondiale suggerisce un interrogativo: come ottenere il mezzo punto decisivo? Con una condotta di gara alla ragioniere oppure puntando ad una brillante affermazione che costituisca il coronamento della stagione 1975? Il sesto posto di Lauda a Zeltweg nel Gran Premio d'Austria ha già scatenato le solite polemiche all'italiana. L'austriaco è stato attaccato duramente perché non si è impegnato allo spasimo come Vittorio Brambilla o James Hunt o Ronnie Peterson. Ma cosa hanno fatto Reutemann ed Emerson Fittipaldi, gli unici due piloti che potevano ancora vincere il titolo insieme con Niki? Lauda, con una vettura messa a punto per l'asciutto, misurato la sua gara su quelL dell'argentino e del brasiliano senza cercare rischi inutili. Fosse uscito di pista — poteva capitare —, si fosse infortunato, cosa si sarebbe detto? Il magnifico Brambilla, Hunt, Peterson non avevano nulla da perdere II loro motto — giustamente — era « O la va o la spacca ». Al monzese, autore con una March preparata per il bagnato di una corsa eccezionale, è andata bene, ma chi l'ha seguito a Zeltweg o per tv non può non aver tremato vedendo certi sorpassi del « Brambillone ». Bravissimo lui, ma ridicole certe critiche a Lauda, che forse non ecciterà gli animi ma, intanto, sta conducendo in porto un titolo mondiale. Lauda, comunque, ha già detto che a Monza non correrà per quel mezzo punto che ancora gli manca, ma anche per vincere il Gran Premio d'Italia. » Per il 90 per cento — ha affermato Niki — punterà domenica al successo, per il 10 per cento osserverò la corsa di Reutemann. Orinai, ho meno preoccupazioni per il titolo e penso di poter lare senza troppi problemi la mia gara ». Abbiamo notato, in certi commentì, la tendenza a presentare il nostro Gran Premio come una gara « decisiva » per valutare Lauda e la Ferrari. Ma stiamo scherzando? Sono le cifre di tutta la stagione che vanno considerate, soprattutto in questo momento. E le cifre sono chiare: in dodici prove del campionato Lauda ha conquistato 7 pole positions, 5 giri più veloci. 4 vittorie e un secondo posto, oltre ad altri piazzamenti. Solo in Spagna è stato costretto al ritiro — gettato fuori pista da Andretti — e solo in Inghilterra non si è classificato fra i primi sei (settimo per un « pasticcio <■ dei meccanici nel cambio di una gomma). Se, dunque, la conquista del titolo da parte di Lauda e della nostra Casa e il come questa avverrà costituiscono il tema principale del Gran Premio d'Italia, altri interessanti motivi di questa corsa «storica» (per gli spettatori che vi assisteranno, per il fatto che potrebbe essere l'ultima Monza) sono individuabili nella presenza di cinque piloti italiani — Brambilla, Merzario, Leila Lombardi, gli esordienti Zorzi e Pesenti-Rossi, — di cui uno, il « Brambillone » potrebbe imporsi, nel debutto di nuove vetture — come la Hesketh 303 C — nell'ennesimo confronto tra le Ferrari e le monoposto britanniche. Una grande domenica. Speriamo. Michele Fenu