I rapporti tra Egitto e Urss

I rapporti tra Egitto e Urss I rapporti tra Egitto e Urss (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 3 settembre. Il presidente Sadat, che parlerà domani sera ad una riunione congiunta del comitato centrale dell'Unione socialista araba (il partito unico ammesso nel Paese) e dell'assemblea del popolo (il Parlamento), rivolgerà subito dopo un messaggio radiofonico alla nazione. Nell'attesa il Rais ha anticipato oggi in un incontro avuto con i direttori dei giornali egiziani i punti essenziali del suo bilancio conclusivo sull'operazione «accordo con Israele». Molti concetti li aveva già espressi nella conferenza stampa tenuta ad El Mamura subito dopo la firma (vantaggi territoriali, avviamento ad un'intesa più ampia anche con i siriani, «svolta» nel conflitto mediorientale ecc.). Ma alcuni punti, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con le superpotenze e l'orientamento generale della politica estera egiziana, appaiono nuovi e meritano d'esser considerati da vicino. « / colloqui di Alessandria — ha detto fra l'altro il presidente, secondo la relazione che dell'incontro fa il direttore di Al Ahram — sono stati molto difficili, estenuanti e ad un certo momento persino il dottor Kissinger stava per perdere le ultime speranze, ma invece ce l'abbiamo fatta». Ora il mio compito è duplice, ha aggiunto Sadat (ma non c'è un testo ufficiale della sua dichiarazione): da una parte esercitare ogni sforzo perché si giunga ad una «convenzione di disimpegno» anche sul fronte del Golan, beninteso senza trascurare il problema dei diritti dei palestinesi, e dall'altra dedicarmi in ogni modo alla ripresa economica dell'Egitto. A tale scopo, ha precisato Sadat, egli discuterà con il vicepresidente Mahmud le misure più urgenti rese necessarie dalla politica della porta aperta agli investimenti stranieri per la «rifondazione» industriale. Circa l'atteggiamento delle «nazioni arabe sorelle», Sadat ha affermato che il re del Marocco Hassan II gli ha espresso il suo pieno appoggio con la frase: «Non sarò più nazionalista di coloro che hanno combattuto e vinto la loro battaglia». Quanto al presidente dell'Algeria, Sadat ha rivelato che durante la guerra dell'ottobre '73 Bumedien acquistò segretamente armi, per l'Egitto e per la Siria, per un totale di 200 milioni di dollari e «anche oggi è al nostro fianco». Così pure la Tunisia ha visto con favore l'accordo per il Sinai. Il presidente Sadat si è anche soffermato a lungo sui rapporti con l'Unione Sovietica. Ha detto d'aver inviato al Cremlino una copia del testo dell'accordo per informare le autorità moscovite «ma non ci siamo mantenuti in contatto durante le trattative perché l'Egitto non consulta nessuno per quanto riguarda i propri affari». Sadat ha anche rivelato che egli ebbe i primi contatti con Kissinger dopo che si era conclusa, con un nulla di fatto, la missione degli esperti sovietici. «Ho trattato con i russi per dieci anni, l'ambasciatore d'allora, Vinogradov, veniva da me ogni lunedì alle dieci del mattino. Discutevamo i vari problemi fino all'una. Veniva regolarmente, senza nemmeno prendere appuntamento e pei' noi andava bene così. Ma poi morì e venne un altro Vinogradov». Con tutto ciò, ha aggiunto Sadat, «noi non abbiamo affatto denunciato il trattato che abbiamo con Mosca, come i russi stessi si aspetta¬ vano che facessimo, perché noi non pugnaliamo alle spalle chi ci è stato vicino». Durante l'ultimo incontro che ebbe con Gromyko, ha infine rivelato Sadat, egli affermò che l'Egitto è deciso a mantenere una «politica d'equilibrio» nelle sue relazioni con l'Urss e gli Stati Uniti. Ma Gromyko incominciò a protestare. «In quel momento io interruppi il ministro degli Esteri sovietico dicendogli che noi abbiamo un trattato e concediamo alla Russia certe facilitazioni nel Mediterraneo che non concediamo all'America. Se c'è qualcuno che ha il diritto di protestare, dovrebbe essere l'America ». Dell'America il Rais ha parlato poco, ma (basterebbe la frase citata) ha lasciato intravedere molto. Dopo aver con¬ fermato d'aver accettato l'invito del presidente Ford a recarsi in visita negli Stati Uniti (la data deve ancora essere concordata, si prevede il prossimo ottobre), Sadat ha aggiunto semplicemente che le relazioni egitto-americane sono «senz'altro buone». Kissinger intanto è di nuovo in volo, come è in volo il vicepresidente egiziano Mobarak. Sembra quasi che le parti siano state assegnate. Mobarak ha avuto due rapidi incontri con i dirigenti siriani e dell'Arabia Saudita. Kissinger anche egli con siriani (evidentemente i più difficili da convincere) e con Re Hussein di Giordania che aspetta ancora i suoi missili Hawk. In giornata dovrebbe rientrare a Washington. Umberto Oddone