Atletica senza pause, reggono gli assi

Atletica senza pause, reggono gli assi Dalla Coppa Europa ad Algeri bilancio onesto per gli azzurri Atletica senza pause, reggono gli assi Franco Arese è partito ieri per il Brasile alla guida di un gruppetto di giovani che parteciperanno alle gare della Coppa Latina: arriveranno a Rio de Janeiro mentre Mennea (appena giunto da Algeri, dove ha vinto 100 e 200 ai Giochi del Mediterraneo) starà per andare in pista a Lignano Sabbiadoro (stasera) in una riunione internazionale con polacchi, jugoslavi ed austriaci. E Mennea aveva pure un invito per affrontare, sempre stasera, Jenkins in Inghilterra sulla distanza dei 300 metri. Il calendario dell'atletica leggera non concede soste: la finale di Coppa Europa a Nizza non è stata certo la conclusione della stagione, ma solo un importantissimo traguardo volante. La prossima settimana a Palermo gli azzurri dovranno affrontare una Finlandia che ha battuto in questi giorni una Unione Sovietica in formazione ridotta ma sempre valida, poi dal 18 al 21 settembre a Roma ci saranno i Giochi mondiali universitari. Una mini-olimpiade con grossi nomi in molte specialità, che per molti protagonisti avrà una interessante coda nel « memoria! Zauli » in programma il 24 settembre a Cagliari. Dopo, al momento di tirare il fiato, f migliori dovranno entrare nel vivo della programmazione in vista di Montreal, delle Olimpiadi del 76. Il menù è ricco, la « cucina » azzurra stenta logicamente a reggere il ritmo delle portate ma si batte con il massimo im¬ pegno possibile. Ci sono atleti che sono sulla corda da febbraio, dal tempo delle prime corse campestri, è umano che adesso mostrino i segni della fatica. Il mancato ritorno di Arese, che ha incontrato più difficoltà del previsto nel pieno recupero dopo l'operazione al tendine, i ricorrenti malanni di Renato Dionisi, la stagione balorda di Fiasconaro, hanno lasciato Pieretto Mennea da solo a battersi a livello mondiale. Anche lo sprinter ha avuto i suoi guai, ma si è ripreso bene ed ora sta pensando e ripensando all'idea dei 400 metri per Montreal, un obbiettivo che per ora deve ancora entrare nella testa del campione (mentre ne è già convinto, in attesa di un test sulla distanza, il suo allenatore prof. Vittori). Mennea e i 400 E' possibile che Mennea prenda di petto per la prima volta i 400 già a Palermo contro la Finlandia, al cospetto di quel bestione di Kukkoaho, un tipo che metteva paura anche al Fiasconaro dei bei tempi. La nuova strada di Mennea, la ripresa di Fiasconaro (che tornerà come e noto in Sud Africa agli ordini di Banner, dopo che il distacco dal suo primo allenatore ha provocato un vero disastro), i miglioramenti di tipi che mostrano di avere margini di progresso (Zarcone, De Vincentiis, Dorio, Buttari, Del Forno, Ferrari, saprà amministrarsi Paola Pigni dopo il magnifico rientro ai Giochi del Mediterraneo, sono i temi che accompagneranno i discorsi sull'atletica italiana di qui a Montreal. Sono argomenti sufficienti, oppure troppo pochi e dimostrano quindi che nella « regina dei Giochi » siamo in crisi? La risposta è una sola, se si ragiona tenendo sempre ben presente l'università della disciplina (che resta lo sport più praticato, di conseguenza presenta campioni che arrivano da una base ben più vasta di quella che, poniamo, sorregge il ciclismo ed il tennis, lo stesso nuoto): l'atletica azzurra patisce una difficoltà di « ricambio » che è appena logica se si pensa all'abbandono in cui è stato lasciato per anni lo sport nella scuola ed alla difficoltà di un reclutamento giovanile al di fuori dei centri cittadini; soffre anche di una evidente carenza di tecnici specializzati ad alto livello (e per questo spiace che incomprensioni di vario tipo creino divorzi che ci auguriamo momentanei), ma senza dubbio si difende bene in un panorama in cui le battaglie sono di anno in anno più dure. I Giochi del Mediterraneo hanno confermato (anche se la Francia non è andata ad Algeri con una grossa squadra) la nostra situazione: siamo nelle posizioni di testa fra le nazioni di pari « cultura generale » in fatto di sport. Dieci meda¬ glie d'oro, altrettante d'argento e sei di bronzo rispondono alle previsioni della vigilia, le défaillances di qualche elemento (i due ritiri di Cindolo nel mezzofondo, i piazzamenti inferiori alle previsioni di Buttari e Liani, di Fava) sono state compensate da una serie di buone prestazioni. Momento difficile L'atletica sta vivendo in tutto il vecchio continente un momento difficile, che non può non avere riflessi anche in Italia. Ci si deve accontentare quasi ovunque, quando si parla di competizioni di squadra, di una difesa generale e dell'exploit di poche punte. La stessa finale di Coppa Europa ha ribadito che lo spettacolo lo si può trovare nel meeting ad invito (ed in Italia la situazione è stata capita in tempo, tanto che ora siamo accusati di allettare troppi campioni stranieri rubandoli ad altri). L'atletica azzurra si batte per mantenere le posizioni, i dirigenti debbono fare il massimo sforzo possibile per diffondere le gare di corsa che sono la base di questo sport e lo saranno sempre di più. Pigni e Dorio non ci consolano del tutto, contiamo intanto che Zarcone nella sua Palermo al cospetto dei finnici ci offra nuovi motivi per sperare. Aspettando i 400 di Mennea e la maratona di Fava. Bruno Perucca