Che dice il nuovo Maestrelli di Mario Bianchini

Che dice il nuovo Maestrelli Prima intervista rilasciata dopo mesi dall'ex allenatore della Lazio Che dice il nuovo Maestrelli Risanato, abbandonate le cure, è di nuovo l'anima dell'ambiente laziale - II calcio d'oggi e le speranze dei giovani ■ Un giudizio sul ruolo di Savoldi e Chinaglia nel '76 (Dal nostro corrispondente) Roma. 2 settembre. «Ecco, adesso hanno finito", dice Tommaso Maestreili sobbalzando leggermente sulla poltrona di vimini. I suoi ex ragazzi della Lazio, con cui visse U. meravigliosa avventura dello scudetto, stanno rientrando negli spogliatoi di Tor di Ouinto dopo l'allenamento. Dal. balcone di casa che domina una riposante vallata di prati verdi, distante poche centinaia di metri in linea d'aria dal quartiere generale dove il trainer preparava i suoi piani di battaglia per la scalata al titolo, Maestrelli scruta attraverso il binocolo ogni movimento dei giocatori. Ha trascorso una intera estate su quel balcone gustando i progressi della convalescenza dopo la grave malattia che lo colpì nell'aprile scorso. Le forze stanno tornando vigorosamente. 10 sguardo è lucido, la cicatrice di tante sofferenze si adagia nel mondo dei ricordi. «Mi davano per spacciato — dice con voce velata di malinconia — invece eccomi qui. Mi sento benissimo, 11 miglior medico di me stesso sono proprio io. In un mese il peso corporeo è aumentato di tredici chili. Mangio con appetito, laccio delle lunghe passeggiate e qualche volta anche le ore piccole^. Aggiunge sorridendo: «I medici hanno deciso di sospendere ogni cura». Non era nelle nostre intenzioni parlare di una vicenda tanto personale e delicata, in cui il facile scandalismo ha trovato l'esca per un romanzo «strappacuore» da offrire in pasto alla pubblica opinione. Ma è lo stesso Tommaso a voler aprire e subito chiudere, rapidamente, una parentesi che dà l'avvio alla prima intervista concessa dopo mesi di silenzio. Mettiamo da parte pillole e punture. Parliamo di calcio che è una delle tante espressioni della vita serena. Per un uomo come Maestrelli che ha vissuto da protagonista gran parte della sua esistenza nel mondo del football, l'argomento è stimolante. Nel riposo forzato fatto di lunghi silenzi, il trainer segue assiduamente le vicende calcistiche. A Maestrelli preme innanzi tutto difendere la credibilità del «miglior gioco del mondo»: «Il calcio non è in crisi — afferma convinto — basta guardare l'entusiasmo del pubblico che si registra negli stadi in queste prime partite di Coppa Italia. Sono d'accordo, non abbiamo al momento dei grandi fuoriclasse. Ma io credo che i tecnici delle nuove leve abbiano imboccato la strada giusta. Puntano principalmente sulla preparazione atletica. Ne potrà trarre beneficio la stessa Nazionale in attesa che maturino i vari Antognoni, Pecci, che acquistino una maggiore convinzione i Grazianl, Pulici, Rocca e altri giovani che stanno venendo fuori». Una domanda a bruciapelo: chi vincerà lo scudetto? «Ci sono due o tre squadre, mi riferisco a Torino, Napoli e Roma, che nutrono grosse ambizioni. Ma dovranno fare i conti con l'interlocutrice principale che rimane sempre la Juventus. Con l'acquisto di Gori e Tardelli, la compagine bianconera ha compiuto un altro salto di qualità. Non si badi troppo alle false apparenze di queste prime gare. La Juventus è la più forte. Vedrete in seguito cosa sarà capace di lare». E la Lazio? «Sembrava una squadra in fase di assestamento dovuto ad un parziale rinnovamento dei quadri. Ma l'arrivo di Chinaglia ha dato una scossa all'ambiente, lo penso che anche i biancoazzurri potranno inserirsi nel gruppetto delle pretendenti al titolo». Tornando al Napoli, che viene accreditato come il più serio ostacolo per i campioni d'Italia bianconeri, pensa che Savoldi riuscirà ad integrarsi nel gioco ideato da Vinicio? «L'inserimento del giocatore può incontrare qualche osta(olo solo sul piano psicologico. Savoldi sente sulle spalle il peso dei due miliardi e di riflesso anche i compagni sono un po' condizionati. Ma non credo che esistano problemi di carattere tecnico. Savoldi é fortissimo nel gioco di testa, è intelligente. Però dovrà segnare subito del gol. Il pubblico esuberante di Napoli potrebbe avere una reazione contraria». Maestrelli. lo ha affermato lo stesso Chinaglia appena tornato in Italia, ha avuto una parte determinante nel ripensamento del giocatore. Il trainer si schermisce. Tuttavia rivela qualche retroscena che conferma la dichia¬ razione del centravanti: «Ci siamo mantenuti costantemente in contatto telefonico — racconta Maestrelli —. se devo essere sin cero credevo proprio che Chinaglia avesse deciso di restare in America. Ma circa un mese la ho cominciato ad avvertire nel tono dei suoi discorsi una certa nostalgia. Ho preso la palla al balzo. Sapevo che Chinaglia non può rimanere lontano dai campi di calcio senza soffrirne. La Lazio non gli avrebbe mai dato il permesso di giocare negli Stati Uniti. Abbiamo discusso, l'ho convinto a rientrare a Roma per il bene suo e della società. Giorgio terminerà la carriera con la maglia biancoazzurra. Non è vero che è tornato per ottenere la libertà a fine stagione. E' stato già deciso che la moglie e i figli verranno spesso in Italia a fargli visita». Insomma lei ha fatto recuperare alla Lazio un capitale di oltre un miliardo eh'* sembrava ormai perduto. Maestrelli replica con un sorriso. Nonostante la malattia che l'ha relegato in seno al club biancoazzurro con la platonica carica di «consulente tecnico», l'allenatore è stato realmente l'artefice di un prezioso «acquisto» che non è costato una lira. Nel dialogo con il trainer traspare tuttavia la malinconia dell'uomo che non riesce a rimanere troppo a lungo distante dal suo lavoro. Le espressioni di so¬ lidarietà gli hanno fatto scoprire tanti amici, lo incoraggia l'affettuosa presenza della moglie Lina che non si è mai allontanata dal suo fianco. Ma si intuisce chiaramente che il brusco distacco dalla vita attiva gli ha procurato una infinita amarezza. «Dopo tanti anni trascorsi sui campi di football — dice Maestrelli con voce divenuta improvvisamente fioca —. questo riposo forzato è per me un latto Innaturale. Mi conforta il recupero della salute, è la cosa più importante. Ma non è facile mettere da parte la nostalgia di tanti ricordi vissuti sulla panchina, gli allenamenti con i miei giocatori, le emozioni che si provano durante una gara, le vittorie conquistate fra l'entusiasmo dell'Olimpico nell'anno dello scudetto». Guarda le pantofole quasi con rabbia. Gli servivano solo alla sera, prima di andare a letto dopo una giornata di lavoro. •Ma chi mi conosce sa che non sono tipo da arrendermi facilmente — aggiunge riacquistando un tono sicuro —. la lotta è appena iniziata. Ho passato un brutto momento. Ma spero che la sorte mi riservi ancora la soddisfazione di tornare a guidare al più presto una squadra tutta mia. di riassaporare profumo di calcio e di vita. Per il momento devo pensare soltanto a guarire completamente. Poi si vedrà». Mario Bianchini Roma. Maestrelli dal suo balcone guarda verso Tor di Quinto Roma. Tommaso Maestrelli e la moglie Lina hanno finalmente ritrovato la serenità (Telef.)