L'assistenza antitubercolare

L'assistenza antitubercolare SICUREZZA SOCIALE L'assistenza antitubercolare Il disegno di legge numero 909 che migliora l'assistenza antitubercolare è stato approvato in via definitiva dai due rami del Parlamento e sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento soddisfa tutte le richieste dei sindacati dì categoria, meno l'istituzione delle cure climatiche. Ma il sottosegretario al Lavoro ha promesso di inserire questo ed altri problemi di minor conto nel più ampio quadro della riforma sanitaria. La nuova legge, che rappresenta una chiara affermazione dei sindacati, consentirà di perfezionare l'assistenza ai tubercolotici ormai giunta, del resto, a livelli soddisfacenti. A suo tempo ci siamo soffermati sui miglioramenti sanitari ed economici richiesti ed ora disposti per legge. Ci limitiamo a ricordare, perciò, che alcuni di essi, come l'estensione delle prestazioni antitubercolari ai pensionati e, al ritorno in fabbrica, l'assegnazione di lavori adatti alle residue capacità fisiche del prestatore d'opera, erano perseguiti da anni. Significativa e di grande rilievo sindacale l'ammissione nei consigli di amministrazione degli enti ospedalieri qualificati e rappresentanti dell'Ult (Unione per la lotta alla tubercolosi) e dei Nad (Nuclei assistenza degenti): le due associazioni di categoria che — operando senza tentazioni concorrenziali — hanno contribuito in misura determinante all'evoluzione della legislazione antitubercolare. Molti e sensibili anche i miglioramenti delle prestazioni economiche, cosi importanti perché i tubercolotici dimessi, per guarigione o stabilizzazione clinica, non debbano riprendere, deperiti, la via del sanatorio. Si può quindi ritenere che la lotta contro la tubercolosi, condotta sino a pochi anni fa con il ritmo convulso che l'aggressività della malattia imponeva, sia entrata ormai in una fase di riflessione, e questo è il segno più del suo successo. Istituita alla fine degli Anni Venti, quando questo male spauriva le moltitudini, l'assicurazione contro la tubercolosi ha conseguito il suo scopo: i morti per toc che allora erano più di 50 mila all'anno non arrivano attualmente a ottomila, benché nel frattempo la popolazione italiana sia passata da 36 a 56 milioni di unità. E questo risultato si deve, oltre che al progresso della medicina e della farmacologia, anche alla densa legislazione approvata e attuata al riguardo in questo ultimo cinquantennio. Auguriamoci perciò che l'assistenza contro la tubercolosi possa disporre al più presto degli strumenti legislativi e terapeutici che le mancano per consolidare definitivamente il posto d'onore che occupa nella graduatoria delle conquiste previdenziali. Osvaldo Paita

Persone citate: Osvaldo Paita