Una bambina francese di otto anni raggiunge la vetta del Monte Bianco di Gigi Mattana

Una bambina francese di otto anni raggiunge la vetta del Monte Bianco Accompagnata da una guida, era al secondo tentativo Una bambina francese di otto anni raggiunge la vetta del Monte Bianco Chamonix, 1 settembre. Una bambina francese di otto anni, Christelle Bochatey, figlia del gestore di un rifugio, ha scalato, accompagnata da una guida, i 4810 metri del Monte Bianco lungo la via normale, impiegando lo stesso tempo di un alpinista ben addestrato. Christelle era al suo secondo ten-1 tativo di raggiungere la vet- j ta: la prima volta era stata | costretta a desistere per maltempo. L'alpinismo moderno ci lui abituati ai record e anche questa ascensione, nel suo piccolo, lo è. Quasi due secoli ja per la prima volta, un uomo arrivò sulla vetta del Bianco e du allora Ut montagna è stata esplorata nelle sue pieghe più riposte, nei passaggi più difficili, alla ricerca del sovrumano: la salita dì una bambina sulla montagna più alta d'Europa ci riporta indietro a quegli anni eroici, quando si cominciò a capire che le montagne non erano soltanto cattedrali abitate da divinità, du guardare con rispetto e timore, ma anche una eccezionale palestra per il fisico e la mente dell'uomo. Il' il 1760 quando Horace Benedici de Saussure, professore di filosofia e scienze naturali all'Università di Ginevra, decide di salire in vetta al Bianco e offre un premio in denaro ai montanari di Chamonix affinchè scoprano una via per vin cere il colosso. Ufficialmente t suoi scopi erano scientifici: compiere rilevazioni, osservare t ghiacciai, la fauna e la flora della montagna: ma forse in pieno Illuminismo l'esigenza era soprattutto dominare la natura con la forzu e la mente umana. Se ancor oggi la via normale al Bianco è tutl'attro che una passeggiata, immaginiamo che difficoltà presentava a quel tempo risalire la cresta dei liossons senza scarponi, corde o piccozze, privi di tende o abbigliamento termico e senza la provvidenziale ospitalità di qualche rifugio. In uno dei molti tentativi an¬ dati a vuoto, il montanaro savoiardo lialmat pernottò una volta in mezzo al ghiacciaio: tornò a valle e il suo racconto suscitò dapprima incredulità, poi stupore, infine rispel";. In montagna non c'erano i móstri e i folletti, era un ambiente difficile, freddo, nemico, ma ci si poteva vivere: un tabù era caduto, e i montanari da questo momento sono pronti ad accompagnare sempre più in ulto i « signori » che hanno già infranto la superstizione con la ragione, ma non hanno Ut forza e l'esperienza per salire. E sono un cittadino, il dottor Miche! Gabriel Puccurd e un valligiano, facques Balmat, ad arrivare per la prima volta in vetta l'S ugosto 1786; anche De Saussure, con una spedizione scientifica che gli consentì di j compiere parecchie rilevazioni. ; riuscì a realizzare il suo sogno ; nell'anno seguente. i Nel 1855 le guide di Courj mayeur, senza essere « pungola| le » du un cliente, scoprirono la via italiana. Dieci anni dopo t proprio nei giorni in cui il Cervino cedeva a Whymper). Malhews e Moore giungevano in punta attraverso lo sperone della Brenva, coronando lu prima ricerca del « più difficile » nella storia dell'alpinismo. Poi sono venuti Gervasutti, Bonatti, Desmaison e tanti altri, le vie invernali, i lunghi bivacchi in parete, le tragedie, ma il fascino delia montagna, anche dui versanti più facili, non è stato sminuito: la tormenta improvvisa che trasforma la giornata estiva in un inferno, i fulmini, le valanghe, ribadiscono ogni giorno che lassù non vi è nulla di banale e che arrivare sul Bianco è sempre un'impresa. Le funivie lo aggrediscono e l'attruversuno, un tunnel ne buca le viscere, le strade Io circondano, ma quella statuii un po' ingenua sulla piazza di Chamonix. con Balmat che indica la via della sulita, ancor oggi ha un significato. Gigi Mattana

Persone citate: Balmat, Bonatti, De Saussure, Desmaison, Gabriel Puccurd, Gervasutti, Horace Benedici De Saussure, Moore, Whymper

Luoghi citati: Europa