Quando Sala imparerà la lezione di Bruno Bernardi

Quando Sala imparerà la lezione Il gioco di Claudio davvero determinante per il Torino Quando Sala imparerà la lezione "So che debbo muovermi di più, contro i bulgari ero frenato da un malanno alla gamba" - Trovato il regista (Pecci) occorre che i granata utilizzino le fasce laterali - Cresce Patrizio Sala Gigi Radice crede nel Tori-1 no. E fa bene, poiché ai granata — prescindendo dai «chiaroscuri» prevedibili dell'amichevole con l'Academic — nessun traguardo è vietato; tuttavia, nell'«equazione tattica» del nuovo Torino, una delle incognite potrebbe essere rappresentata da Claudio Sala. Ci spieghiamo in termini meno algebrici. Una premessa: con il felice innesto di Pecci, il Torino ha trovato l'uomo d'ordine, il cosiddetto centromediano metodista che agisce a ridosso della retroguardia, dal cui piede nascono quasi tutte le azioni. Pecci è giovane, ma, investito nel Torino di maggiori responsabilità, riesce ad esprimere doti tattiche che, nel Bologna, non sempre risaltavano. L'ex rossoblu «vede» e «fa» gioco, distribuisce con l'autorità di un consumato regista sebbene l'esuberanza lo porti, talvolta, a tentare la conclusione. Lo assiste anche una sorprendente determinazione: nei contrasti si fa rispettare, non tira indietro la gamba ed in questo somiglia a Giorgio Ferrini. Sabato sera — malgrado qualcosa non abbia funzionato a dovere nei colle¬ gamenti tra reparto e reparto — Pecci si è esibito in alcuni lanci a lunga gittata e, quando si è spinto in avanti, ha conservato lucidità per l'ultimo passaggio: il gol-pareggio, segnato in extremis da Graziani, è scaturito da una pennellata del romagnolo. Pecci può diventare l'uomosquadra del Torino, il perno che rende finalmente equilibrato il complesso. Dovranno sorreggerlo, in questo compito, con la loro attività Zaccarelli (che con i bulgari non ha brillato), il mediano di spinta, sia esso Salvadori o Patrizio Sala, ed il movimento degli attaccanti. Con l'avvento di Pecci il Torino potrà sfruttare Claudio Sala in chiave più offensiva, senza soffocarne la personalità né l'inventiva, offrendogli, anzi, l'opportunità di esprimersi compiutamente. Sino all'anno scorso, Sala era il perno della « forbice » che aveva in Pulici e Graziani le due lame. A volte doveva sacrificarsi nel lavoro di raccordo (anche se la sua funzione era di regista avan zato) partendo la lontano. Adessc potrà mettere al servizio della squadra il suo palleggio raffinato, le finte sec- che e imprevedibili, i cross precisi da fondo campo, il tiro con ambo i piedi, cioè le risorse del suo repertorio che, per stile ed efficacia, è tra i più spettacolari della serie A. La collocazione di Sala, nel contesto del nuovo Torino, è importante. Contro l'Academic stazionava spesso in una zona «morta», a stretto contatto con le punte, anziché allargare il suo raggio d'azione sulle ali, secondo copione. Sala, poiché sa difenderla come pochi altri, aveva in passato la tendenza a portare la palla: adesso se ne libera di prima, ma il suo dribbling può esser di grande utilità per « saltare » difese arroccate, attirare su di sé l'attenzione degli avversari e consentire a Pulici e Graziani di smarcarsi in spazi utili, servendoli poi con dosati passaggi. Radice ha capito come utilizzare Sala: in partenza assume la posizione di centravanti arretrato, poi svaria sugli « out », in sintonia con i movimenti e gli scambi di posizione che dovranno operare Graziani e Pulici i quali, l'altra sera, si sono incrociati poche volte o arretravano fuori tempo. L'Academic non era l'avversario ideale per consentire al Torino di verificare schemi nuovi che richiedono automatismo. Ecco perché c'è stata un po' di confusione, ecco perché i granata si ammucchiavano attorno al pallone. I tardivi sganciamenti sulla destra di Zaccarelli e la riluttanza di Sala a divagare sulla sinistra, hanno inceppato la manovra. Sala ha una valida attenuante. Dice che ha giocato al risparmio per timore di infortunarsi. «Accusavo una leggera contrattura al quadricipite della gamba destra — spiega — e per questa ragione ho evitato certi allunghi». Sala si dice disposto a seguire le direttive di Radice: «Con l'Academic ero frenato. Quando starò bene non riliuterò certo di spostarmi a sinistra o a destra. Un Sala nelle migliori condizioni può dare il suo apj porto concreto al nuovo modulo, entrando nel vivo dell'azione. Nelle prime partite del la stagione è difficile che tutto funzioni subito alla perfezione. Io dovrò giocare alle spalle di Pulici e Graziani, partendo centralmente per poi aprirmi sulle fasce laterali. Quasto sistema mi consentirà di sottrarmi alla marcatura stretta. Sono schemi che dobbiamo imparare a memoria, migliorando gli automatismi e la continuità d'azione». Sala non è una punta, ma con il suo movimento sul fronte offensivo potrà rendersi pericoloso anche in zonagol. Per un Sala in rodaggio, perché in condizioni fisiche imperfette, un altro Sala, Patrizio, che sta rivelandosi un acquisto prezioso. Sabato è stato utilizzato per novanta minuti come laterale dovendo sostituire il titolare Salvadori, squalificato, a Verona nella prima partita di Coppa Italia. E' piaciuto. Ha percorso parecchi chilometri denotando garretti solidi, tenuta e buone qualità tecniche. Tra le note liete anche Castellini | (che non ha colpe sulla punizione di Simov e ha evitato un gol sicuro, in apertura di ripresa, con una prodezza), Gorin, Salvadori e Pulici. Il «bomber» è a un passo dalla forma: deve solo calibrare la mira. Altri elementi, come Graziani, sono più lenti a entrare in condizione ma danno garanzie di rendimento. E' un Torino da registrare, che progredisce però sul piano atletico. Un Torino che promette, e merita fiducia. Bruno Bernardi

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