Cunhal si è salvato protetto dai militari di Sandro Viola

Cunhal si è salvato protetto dai militari Sfiorato il dramma ieri notte in Portogallo Cunhal si è salvato protetto dai militari Il leader comunista è fuggito tra spari e feriti dopo essere stato assediato nello stadio di Alcolaca - Durante il comizio è stato colto da malore (Dal nostro inviato speciale) Alcobaca, 17 agosto. Alvaro Cunhal c sci o settecento seguaci tenuti in assedio, le sparatorie, i feriti, l'arrivo della truppa, c finalmente l'evacuazione dei comunisti nei camion militari, l'atteggiamento spaurito, le mani sul viso a riparare gli occhi dai fari delle televisioni di mezzo mondo. I fatti di Alcobaca, stanotte, avevano qualcosa d'incomprensibile. Perché il pcp ha portalo la sua gente verso un altro scacco, perché Cunhal — in una fase politica che vede il suo partito sulla difensiva — ha voluto tentare la prova di forza? Cinquemila abitanti, poco più di 100 chilometri da Lisbona, celebre per il monastero cistercense del XII Secolo, Alcobaca era stata teatro, un mese fa, d'una delle prime devastazioni di sedi comuniste. E qui il partito ha voluto tornare in forze ieri sera, come a dimostrare che per il pcp non esistono «zone proibite» e che «la reazione» attacca solo in determinate circostanze, quando può radunare una massa di gente contro un gruppo isolato di militanti comunisti. Ecco quindi l'idea d'un comizio nello stadio coperto, con pullman di simpatizzanti affluiti dagli altri centri del Ribatejo, c all'ultimo momento la notizia che Cunhal sarebbe stato presente, avrebbe parlalo. Ma il segretario del pcp ha parlato soltanto per pochi minuti, c poi ha dovuto smettere. Fuori dello stadio s'era infatti radunata una folla di circa tre o quattrocento persone, che prima ha bloccalo le uscite e quindi ha iniziato una sassaiola contro le finestre della costruzione. Cunhal s'era appena alzato a parlare quando s'è sentito il fracasso dei vetri infranti. I] leader comunista è apparso esitante, ha fatto una lunga pausa (il volto tirato, livido), poi ha concluso. Un invito alla calma, e una promessa: «Un giorno torneremo qui ad Alcobaca, e faremo una grande festa. Quel giorno i fascisti saranno tutti in galera. Costi quel che costi, l'ordine democratico deve essere ristabilito». Nello stadio l'atmosfera era già molto tesa, e si è fatta drammatica quando un militante s'è avvicinato al microfono e ha detto questa frase: «/ compagni che hanno con sé delle armi si preparino a difendere le vite di tutti». Alcune donne sono scoppiate in grida isteriche, Cunhal ha avuto un leggero malore ed è stato soccorso da un medico. Da fuori, intanto, la piccola folla degli anticomunisti continuava a scagliare sassi. Poi, improvvisamente, si sono sentili i primi colpi d'arma da fuoco. Erano le 23, e quando noi, più tardi, siamo arrivati sul posto, nessun testimone attendibile era in condizioni di dire con certezza chi avesse sparato per primo, se gli assediati o gli assediane. 1 primi a cadere feriti (alla fine i feriti ammontavano a 20, di cui quattro in gravi condizioni) sono stati comunque due comunisti. Ma ormai si sparava anche dallo stadio, c la folla degli assalitori (in maggioranza giovani, ma anche parecchi anziani comprese alcune donne che recavano lunghi bastoni) era stata costretta a rinculare e ad attestarsi sulla strada, un centinaio di metri più indietro. Essi non avevano però alcuna intenzione di lasciare via libera all'uscita dei comunisti dallo stadio, così che questi sono stati costretti a un'azione di guerriglia urbana: una sortita improvvisa, veloce, d'un gruppo di giovani, che tirando bombe-carta e qualche bottiglia incendiaria hanno costretto gli assalitori a retrocedere ancora. Secondo alcuni testimoni, questi «commandos» non erano portoghesi, ma francesi. La cosa certa è che al comizio prendevano parte almeno un centinaio di giovani delle sinistre ed estreme sinistre europee, italiani inclusi. Comunque, la sortita aveva migliorato, ma non sbloccato la situazione. Gli anticomunisti non premevano più, ora, contro le mura dello stadio, ma occupando la strada impedivano che Cunhal e i suoi raggiungessero le automobili e i pullman con cui erano venuti ad Alcobaca. Erano le 2 circa, e l'assedio durava ormai da 5 ore. Abbiamo visto allora giungere la truppa, una mezza compagnia del reggimento d'artiglieria di Leiria e una mezza del reggimento di fanteria di Caldas da Reinha. 90 uomini in tutto. I soldati hanno l'ormato un corridoio, e conlavano di farvi passare in mezzo i comunisti. Ma proprio allora gli assediami hanno operato un'avanzata, tentando di gettarsi sui comunisti e gridando «A morte Cunhal». Così i soldati hanno preso a sparare in aria, due lunghi mi¬ nuti di fuoco, poi di nuovo un'altra salva di raffiche, e gli assedianti si sono dispersi. Dallo stadio la gente del pcp scendeva sino ai camion militari, vi saliva pretetta da vicino dai soldati, quindi i camion si muovevano. Erano le 3 e mezzo, Cunhal era uscito da pochi minuti attraverso una porla sul retro dello stadio. Di tulto l'episodio, quel che sfugge è perché i dirigenti del pcp siano andati incontro agli incidenti di Alcobaga. Per reagire all'ondata di violenze anticomuniste, per tema di dare (non solo all'esterno ma anche all'interno) un'immagine indebolita del parlilo? Forse. Resta il fatto che l'evacuazione dei loro aderenti a bordo dei mezzi militari, sotto l'ombrello delle truppe (una scena che ormai si ripete continuamente), non è certo un risultato politicamente positivo. E anzi, dev'essere proprio uno dei dati che hanno fatto affiorare, in queste settimane, una fionda anlicunhalista nell'ufficio politico e nel comitato centrale del pcp. Il quadro generale della crisi di Lisbona è intanto sempre più incerto. Proprio ieri sera, mentre da tre giorni tutti si attendono le sue dimissioni, il primo ministro Goncalvcs ha fatto un discorso che a tutto fa pensare meno che a una sua intenzione di uscire dalla scena. Egli attribuisce alle divisioni ncll'Mfa la mancanza di forza del suo governo, ma ne ribadisce la capacità di condurre la transizione al socialismo. Man mano, deteriorandosi, il «caso portoghese» è diventato un «puzzle». Sandro Viola Alcobaca. Un momento dei gravi incidenti dell'altra notte nella cittadina portoghese. Alcuni dimostranti, armati di bastoni e pietre, si accaniscono contro un rivale politico

Persone citate: Alvaro Cunhal, Cunhal

Luoghi citati: Alcobaca, Lisbona