Con Mazzone i "viola,, ritornano a sudare

Con Mazzone i "viola,, ritornano a sudare Dopo la gestione all'antica di Rocco, una preparazione diversa per la Fiorentina Con Mazzone i "viola,, ritornano a sudare Palloni medicinali da 5 chili, tanta corsa per i primi sette giorni - Poi il lavoro verrà intensificato con l'interval-training I giocatori sono entusiasti dei metodi del nuovo allenatore - Sul piano tattico, più indietro Merlo e più avanti Antognoni (Dal nostro inviato speciale) Massa Marittima, 3 agosto. La Fiorentina dei giovani si presenta in bianco, come le spose. La divisa da riposo nella quiete di Massa Marittima non è altro che un candido completo da tennis: i tempi delle tute sociali obbligatorie perché nessuno potesse sgattaiolare via (almeno così spiegava Helenio Herrerà, strizzando l'occhio, nelle sue prime stagioni al l'Inter) sono finiti. Altri giocatori, altri dirigenti, altri tecnici. Così Antognoni sembra avviarsi a disputare un «singolare» quando lascia il collegio-albergo che da anni ospita i toscani seguito da Bertini, muscoli poderosi e maschera truce alla Tiriac. Invece delle bianche palline da tennis, li attendono sul campo i rossi «palloni medicinali» da cinque chili che dovranno lanciarsi a vicenda e tenere ben stretti nelle torsioni. Prima ancora, giri e giri di campo, cinque chilometri buoni di corsa anche se a ritno di riscaldamento o poco più. E' domenica mattina, il secondo turno di lavoro dei giovani viola con Carlo Mazzone, loro nuova guida. Guerini, uscendo dal campo mormora: «Fra una settimana vedremo chi starà in piedi». Ma è solo una battuta scherzosa. E' il primo ad ammettere: «Ci siamo di nuovo; si lavora in modo diverso, con maggiore impegno. Mi pare di essere tornato ai tempi di Gigi Radice». Sembra sia il miglior complimento che i giocatori viola possono rivolgere ad un tecnico, il paragone con l'attuale trainer granata. In estate, è già stato ricordato. sono stati molto duri con Rocco. Da una minitavola rotonda in Versilia sono usciti giudizi di fuoco. Ora Guerini, per tutti, riesamina la situazione con serenità e spiega: «Accusare è facile, ma ogni situazione va guardata a fondo. Rocco superato? Non spetta a noi dare simili pareri. Più semplicemente Rocco pensava che noi fossimo uomini fatti, atleti capaci di amministrarci in campo e fuori come altri campioni che probabilmente aveva avuto con lui al Milan. Invece siamo ancora ragazzi o quasi, questa è la nostra forza ed il nostro limite. Occorre uno che parli con noi non soltanto di calcio ma anche della vita, uno con il quale sentirci legati anche come uomini, non soltanto negli spogliatoi. Con Rocco, forse per la differenza di età, questo legame non siamo riusciti a realizzarlo. Tutto qui, peccato che in questo modo abbiamo buttato via una stagione, Coppa Italia a parte». Discorsi piacevoli, me non solo discorsi d'estate. Nel calcio che cambia c'è da tener conto anche di questo. Molti atleti sono nell'età degli studenti, e se all'università si chiedono contatti sempre più aperti, non si vede perché — nella loro sfera di attività e d'interessi — i giovani del football non debbano pretendere dal loro tecnico qualcosa di più dei colpi di fischietto che comandano gli scatti. Mazzone sarà forse meno portato alla dialettica di Radice, ma per loro è già un ritorno all'antico. Non sopportavano Rocco anche per le sue partite: lui credeva di te¬ nerli su di giri e loro a denti stretti lo mandavano al diavolo. Un tipo di rapporto che non regge più, evidentemente, e che diverte soltanto al primo approccio. Per ora con Mazzone hanno parlato di preparazione atletica e di schemi base di gioco. Il trainer ha spiegato loro che il lavoro dei primi sette giorni sarà a ritmo blando, senza mai superare le 120-130 pulsazioni al minuto, onde preparare il successivo salto di qualità, l'ingresso nella fase de/rinterval-training che prevede lavori al limite delle 160 pulsazioni, con pause per il ricupero fino alla normalità dei battiti. Anche questo è un tipo di discorso che accompagna i tempi nuovi. Con ostacoli Dopo l'allenamento del mattino dedicato alla corsa lunga, a esercizi per gli arti superiori, a brevi tratti di corsa con ostacoli, Mazzone ha precisato ulteriormente le sue idee, parlando dell'utilità di favorire la capillarizzazione, spiegando quale programma farà svolgere per aumentare il tono e l'elasticità muscolare, addentrandosi nel suo sistema di interval-training applicato al calcio, con sino a sette-otto «ripetute» sui trecento metri in cui però — ha precisato — «più della velocità assoluta conterà la rapidità dei passi. Allungare troppo la falcata non serve infatti al giocatore di football, il quale, salvo rare situazioni che fanno eccezione come un recupero lungo, deve sempre aver un assetto più raccolto, utile a consentirgli di ricevere e dominare il pallone». Massa Marittima, antica città medioevale, lontana dal mare quel tanto che basta a metterla fuori tiro dal turismo di massa, ma in grado di fondere l'aria iodata a quella dei suoi boschi di pini e castagni, ha adottato da anni la Fiorentina. La portò ai 600 metri delle colline metallifere (il primo codice mi. nerario d'Europa è stato infatti scritto nel Medioevo, qui, nel Massetano) quel gentiluomo di Liedholm, il quale apprezzava la calma del luogo, la perfezione del terreno di gioco, la bellezza della cattedrale sulla cui vasta e ripida scalinata ogni sera i giovani, anche i tennisti della Fiorentina, fanno gruppo. Adesso, alla sera, le gambe sono un po' fiacche ma lo spirito è altissimo. «Non penso che sia soltanto un discorso dei soliti — dice Antognoni — che si fanno quando si riprende la preparazione, ma credo che andiamo incontro ad una buona stagione. Un anno in più ha il suo peso, l'amara esperienza dello scorso anno ci deve servire da stimolo. Mazzone ci ha già parlato delle sue idee sul gioco. La parola spetterà al campo, ma dovremmo trovarci meglio: In passato io e Merlo eravamo quasi in linea, ambedue liberi di partire e tornare. Ora sarà diverso». Diverso come, è già noto. Merlo farà da centromediano metodista alla Capello, ed Antognoni si muoverà più avanti a ridosso delle punte. In tal modo Mazzone, oltre a disciplinare la manovra, vuole da una parte far durare di più Merlo, il quale giocando a tutto campo non regge — è dimostrato — un intero campionato, e dall'altra far in modo che la carenza di un « bomber » specializzato sia compensata dall'arrivo di Antognoni più fresco alle soglie dell'area avversaria onde piazzare il suo forte tiro. Merlo nuovo La parola agli interessati, o meglio agli interpreti del nuovo modulo. Merlo: «Penso di adattarmi bene, il trainer mi aiuterà magari con un grido se inizialmente mi prenderò troppe licenze. Del resto ho avuto a fianco un De Sisti che era un maestro in questo tipo di gioco. Adesso tocca a me». Antognoni, guardandosi i piedi taglia quarantuno e mezzo, ideale per un battitore di schoot: «Certo, quattro gol in una stagione come l'anno scorso sono un po' pochini. Vedremo di farne di più con una nuova situazione di squadra. A me giocare più avanti non dispiace». Chi lo conosce afferma che questa è la voce della sua indubbia buona volontà, ma non della coscienza che lo porta invece a correre per tutto il campo. «Con quelle gambe — sostengono in Toscana — può fare il giro del mondo», ed è come dire che non vorrebbero vederlo sacrificato da Mazzone con compiti tattici troppo rigidi. Il trainer, per ora, misura chilometri e sudore, non vuole addentrarsi in altri discorsi. I viola lo seguono, sul campo indossano magliette di lana grigia che presto si impregnano di sudore. Senza maniche, tipo pullover, per chi è già in peso, con maniche lunghe per gli altri e sono pochi. Ne meriterebbe forse due Beatrice, tornato dal matrimonio un po' in carne. Una novità anche al termine dell'allenamento. Il massaggiatore arriva con un enorme contenitore di plastica, pieno di ma cedonia di frutta. Sembrano al dessert, non reduci da una faticaccia. Sarà così ancora per una settimana, poi il ritmo salirà ma anche loro saranno più preparati. Sembrano in grado di spaccare il mondo. Mazzone li guarda, e sollecitato dal collega fiorentino Masieri mormora: «Forti è un conto, ma le ventitré giornate di squalifica della scorsa stagione non mi stanno proprio bene. L'ho già detto: picchiare decisi sulla palla, ma massima lealtà e bocca chiusa. Il pubblico fiorentino è di palato fine, non tollera chi fa scene ». / giocatori sono attorno, sorridono e promettono. Guerini vuole chiudere una polemica, prima di ripartire per una nuova stagione: «A Torino, in Coppa Italia, ebbi una reazione nervosa, dissi che non avrei mai giocato fra i granata anche se mi avessero voluto, che piuttosto sarei andato in serie B. Me ne dispiace, spero che abbiano capito che era solo un momento di rabbia. Avevo avuto dei ripicchi in campo con Cereser e Castellini, avevamo preso un gol in extremis o quasi, vedevo la Coppa sfuggire. Mi era uscita una frase che adesso non ripeterei certo. Il Torino è un grosso club, chissà, la carriera è lunga...». Bruno Perucca Giancarlo Antognoni avrà un ruolo nuovo nella Fiorentina guidata da Mazzone (La Stampa)

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