Macario lancia la Pavone

Macario lancia la Pavone In settembre alFAlfieri "Due sul pianerottolo,, Macario lancia la Pavone Il comico, in vacanza lavorativa, parla della sua ultima commedia, protagonista un anziano professore di violino che scopre una "stella" (Dal nostro inviato speciale) S. Margherita, 3 agosto. Macario, come tutti gli anni, trascorre a Santa Margherita le sue vacanze lavorative. Lavora alla messa a punto del copione di Due sul pianerottolo, la commedia in due tempi che la sera del prossimo 12 settembre riporterà alla ribalta dell'Alfieri il popolare attore, affiancato da Rita Pavone. Macario sarà a Torino il 20 agosto per avviare le prove: con il 1" settembre il teatro di piazza Solferino concluderà l'attuale stagione cinematografica estiva e il palcoscenico sarà a totale disposizione de^a compagnia che in questi giorni si sta completando nei ruoli minori. Il copione, eccolo: un'ottantina di fogli dattiloscritti, formato protocollo, appena giunti dalla copisteria, dopo che Macario ha riveduto e corretto ogni riga del testo, qua aggiungendo e là tagliando; alcune facciate sono riscritte da lui a mano quasi per intero. Non che le battute primitive, inventate al solito da Amendola e Corbucci, fossero poco valide, ma l'attore che le dovrà pronunciare è un « perfezionista» al quale dialogo e atteggiamenti devono adattarsi con la massima precisione. D'altra parte l'idea della commedia è sua: il personaggio del protagonista, Macario se lo taglia e cuce addosso in questa fase preliminare con la minuzia e il puntiglio, l'estro e la fantasia che gli derivano da una esperienza (non solo teatrale) di oltre mezzo secolo. — Dimmi, Erminio, questo personaggio chi è, e come si chiama? Va catalogato con i tuoi precedenti e un po' macchiettistici dottor Achille Ciabotto, avvocato Antonio Pautasso o «monssù» Carlin Cerutti sarto per tutti? « // personaggio che vorrei ben approfondire è stavolta un professore — risponde Macario — non di scuola, ma d'orchestra. Si chiama Gigi Savoia ed è invecchiato suonando il violino nei teatri d'opera. Le prime scene di " Due sul pianerottolo" lo mostrano un po' fuori dal giro delle stagioni liriche: è a spasso, come si suol dire, e viene aiutato nel suo tirare a campò da un'ex cantante lirica ritiratasi dalle scene e diventata la padrona d'una pensione dove un letto e un posto a tavola il buon professor Gigi li trova sempre. In questa pensione capita Mimma Castiglione, provìncìalì- na esplosiva, venuta a Torino per partecipare a un concorso all'incirca cinematografico tosto rivelatosi come una truffa. Tocca all'anziano violinista rincuorare la malcapitata, cos'i a terra da manifestare intenzioni suicide, e darle la possibilità di rimettersi non solo in sesto, ma anche di rivelarsi effettivamente come una ragazza dotata, con valide qualità canore e uno spiccato senso dell'umorismo espresso attraverso una serie di gustose imitazioni di celebrità della scena, del microfono, dello schermo ». ' — Chiaro che questo è il personaggio affidato a Rita Pavone, la cui antica birichineria, l'inclinazione a'ia caricatura, e le virtù innate di commediante possono, se accortamente riunite, dar vita a una figura scenica rilevante. « Esatto — conferma Macario —. Ma il personaggio di Mimma che sarà creato da Rita è assai sfaccettato; al primo finale eseguirà anche la canzone appositamente scritta per lei dai fratelli De Angelis. Rita canterà dal vivo su base registrata e amplificata da uno speciale parco microfonico ». — E tu, suo Pigmalione, come Calvero-Chaplin lo fu di Claire Bloom, salvata dal suicidio anche lei, in Luci della ribalta, sta a vedere che ti innamorerai tu pure della tua scoperta... « Non proprio. Mim?na ha un altro innamorato, il figlio del suo editore musicale, e non sarò io a intromettermi fra loro. Li accompagnerò coi pensiero e con una sonatina, per creare il giusto clima patetico del distacco, ma... basta così. Il personaggio ha un suo dignitoso pudore, si commuove e commuove, ma con giudizio ». Con Due sul pianerottolo Macario, dopo sette anni, tornerà, come lui dice, « a fare il Giro d'Italia ». Nelle precedenti stagioni le caratteristiche tipicamente vernacole dei testi lo avevano sconsigliato di affrontare piazze nelle quali il dialetto piemontese è poco accessibile, e si era limitato a mietere allori nei teatri subalpini. Quest'an¬ no invece egli andrà lontano. L'organizzazione « Mediolanum Spettacoli » gli ha fissato un « giro » comprendente ottimi teatri. Fino al 26 ottobre la commedia si replicherà all'Alfieri; quindi le rappresentazioni saranno via via spostate a Cuneo, Biella, Asti, Casale, Novara. Al 18 novembre, esordio all'Odeon di Milano, dove la compagnia si fermerà un mese. Quindi trasferimento in Liguria, prima al « Margherita » di Genova, poi a Sanremo, per il periodo delle feste. Seguiranno Bologna, Firenze, Roma, Napoli ecc. L'Italia è lunga, i « fans » di Macario sono infiniti, egli si prodigherà a dispensare risate per tutti. « Sai — mi dice — che cosa viene fuori se anagrammi il mio nome? "A rio mac", in piemontese "ridono soltanto". Credo che di questi tempi uno che si proponga di esclusivamente suscitare l'ilarità, sia pure con lo spolvero di un po' di pathos, debba ottenere l'unanimità dei consensi ». Achille Valdata NKtA DI BRUNO ;juim« oogì FI >I Dopo la pausa estiva, Macario ritroverà l'atmosfera raccolta del camerino di teatro