Psichiatri a favore di dissidenti sovietici

Psichiatri a favore di dissidenti sovietici Psichiatri a favore di dissidenti sovietici (Dal nostro corrispondente) Londra, 20 luglio. L'associazione mondiale degli psichiatri ha condannato l'uso della psichiatria nell'Unione Sovietica come strumento politico per punire e terrorizzare i dissidenti. E' una decisione di grande importanza, anche perché preceduta da circa due anni di dibattiti e di indagini, conclusisi sempre con la vittoria dei contrari a «intervenire» nelle questioni interne russe. Ma questa volta, in un convegno a Londra, la maggioranza ha accettato le vedute della delegazione britannica, e la «World Psychiatric Association» si è pertanto « associata» alla sdegnata protesta inviata a Mosca dal Royal College of Psychiatry. Il telegramma è firmato da Sir Martin Roth, presidente uscente del Royal College, ed è indirizzato al prof. A. F. Snezhnevsky, presidente dell'«Istituto di psichiatria» presso l'«Accademia delle scienze mediche» di Mosca. «A nome del Royal College, desidero protestare con il massimo vigore contro il continuo incarceramento di Gluzman, Bukovsky e Plyushch, incarceramento che costituisce una perversione della prassi psichiatrica e un ripudio della giustizia naturale. Il suo rifiuto di agire o di rispondere è una macchia sulla nostra professione». Allo stesso tempo, Sir Martin Roth, sempre con il consenso della World Psychiatry Association, ha inviato un telegramma di «solidarietà e amicizia)» a Semyon Gluzman, il medico di Kiev condannato per aver contestato la «validità» della diagnosi ufficiale del generale Grigorenko, descritto come «malato di mente». Grigorenko è stato rilasciato ma Gluzman è invece prigioniero in un campo. Nello stesso campo, e gravemente infermo, è detenuto Vladimir Bukovsky, uno scrittore condannato per aver informato gli psichiatri occidentali degli «abusi» commessi dai colleghi sovietici. Leonid Plyushch è il matematico rinchiuso in una clinica psichiatrica «speciale» (cioè penale) a Dniepropetrovsk. E' «colpevole» di aver scritto ai giornali sovietici protestando contro le «illegalità e le repressioni», m. ci.

Persone citate: A. F. Snezhnevsky, Bukovsky, Martin Roth, Vladimir Bukovsky

Luoghi citati: Kiev, Londra, Mosca, Unione Sovietica