I duecento metri più veloci del nostro "Pieretto-sprint,,

I duecento metri più veloci del nostro "Pieretto-sprint,, I duecento metri più veloci del nostro "Pieretto-sprint,, L'atletica azzurra va quindi a Nizza, per la finale di Coppa Europa di Ferragosto. L'ha trascinala 10 slancio poderoso di un Mennea che migliora di gara in gara, ohe vince dominando, che guarda in faccia la l'olla osannante con disinvoltura nuova, finalmente cosciente in pieno della sua forza, inseguito dopo il traguardo dagli avversari che vogliono stringergli la mano e finalmente vederlo in faccia. Ieri nella seconda giornata ha completato il suo capolavoro nella città che — lo aveva detto alla vigilia — gli ha sempre portato fortuna. Dopo 11 doppio trionfo di sabato sui 100 e nella volata finale della staffetta 4x100, ha dominato i 200 metri chiudendo la battaglia con gli avversari già prima dell'uscita dalla curva, e dedicandosi poi al cronometro sulla dirittura finale: cento più cento, totale al « crono » elettrico 20"23 centesimi, il più veloce duecento metri della sua carriera dopo il 20"30 fatto registrare alle Olimpiadi di Monaco, nel 1472, Con un cronometraggio manuale sarebbe stato un 20" netti senza discussione, e persino un 19"9 con giudici un po' facili all'entusiasmo. Con il « crono » manuale. Mennea ha un record italiano di 20" I: chiaro che non ha mai volato come ieri sulla distanza che più gli piace. Il doppio cronometraggio crea al momento inevitabili confusioni, ma il pasticciaccio finirà, c'è solo da avere pazienza qualche tempo. In un mondo che va sempre più avanti sulla strada della tecnologia, l'atletica non può certo restare all'abbici. Mennea ha dato il tono ad una giornata giocata in difesa (forzatamente, visto l'andamento di molte gare) dall'atletica azzurra, che tuttavia ha aumentato il margine sulla seconda per elleno della bagarre alle sue spalle, con la Romania emergente sui calanti magiari (davanti a tutti i tedeschi dell'Ovest, secondo pronostico e senza troppo affanno vista la loro compattezza di squadra). Lo sprinter ha avuto ancora una valla la settima corsia, anche per questo non l'hanno mai visto in viso. Il magiaro Lcopold che gli era più vicino, e con un limile stagionale di 20"b pareva in grado di roti farsi proprio distruggere, è allogalo già all'uscita dalla curva, bocca spalancala per lo sforzo ed il gran caldo. Degli inseguitori il migliore si rivelava presto Brijdcnbach. il belga già dominatore dei quattrocento di sabato, che non poteva però evitare sci-sette metri di dislacco sul filo di lana. Pieretto ai ccntottanta — quando la fatica cominciava a mordere — serrava i pugni e non mollava, perdendo solo qualcosa in fallo di stile. Allargava un po' le braccia dal corpo, le mulinava per aiutarsi, non perdeva però di efficacia. I ventimila del Comunale impazzivano, il pubblico della curva Filadcllia pareva protendersi per abbracciarlo. In attesa che Nebiolo, puntuale, lo accogliesse sul podio, Mennea andava a spiegare in tv elv proprio non pensava di essere andato così forte; Polemizzava garbatamente con il giamaicano Don Ouarrie che l'ha accusalo di « nascondersi » un poco, si dichiarava disponibile per altre slide. Un argomento pericoloso: il pur magico Piercuo si icnga soprattutto l'Europa, pensi a quel Borzov che misura gli sforzi col bilancino de! farmacista segno inequivocabile di una sempre maggior necessità di concentrazione e quindi di dillicoltà affiorami. Gli statunitensi, i giamaicani ed i cubani e prudente non pizzicarli, sono gattoni pericolosi. Delineate le posizioni di classifica già al termine del programma di sabato, la giornata di ieri ha vissuto sugli spunti individuali, visto che la battaglia per il terzo posto alle spalle dei nostri (pur premiando i meriti della Romania) aveva in pratica un valore meno che platonico. Fra gli azzurri si è distinto Silvio Fraquelli. finalmente ad una grande vittoria dopo stagioni di incertezze. Uno dei due gemelli astigiani (l'altro, Osvaldo, si è purtroppa perso per strada fra cento difficoltà) si è trovato « titolare » per il forzato forfait di Dionisi. ma si è avvalso all'arrivo a Torino dei consigli di Renato sul tranquillo campo di Riva del Garda. Abbiamo visto un Fraquelli sicuro nella rincorsa, a ginocchia ben alte e sufficentemente veloce, buono tecnicamente sul regolo tanto da fallire di poco — una volta dominata la gara a 5.20 — due prove a 5,30, misura che avrebbe costituito in suo record stagionale. Per gli altri azzurri, ad eccezione di De Vincentis che e finito ottimo terzo in una gara di disco di notevole livello, è stato un pomeriggio di sofferenze. Dei « dolori » di Fava, Cindolo e Fontanella, del momento diffìcile del mezzofondo, dice Antonio Tavarozzi nella quattordicesima pagina dedicala all'atletica, ma anche Siega ha avuto delle delusioni nel salto triplo, dove sperava di più se non in fatto di piazzamento almeno come misura (è finito quarto con metri 15,88). Conlava di ripetersi sui sedici metri, di passare almeno il tedesco Franz, mentre davanti a lui battagliavano oltre i sedici e mezzo il cecoslovacco Fiser ed il veterano Carol Corbu, riemerso dopo un doloroso incidente alla schiena. Siega avrà altre occasioni, comunque. Ieri è parso un po' fiacco al terzo balzo, anche l'emozione può aver concorso ad « ammorbidirgli » i muscoli (come era successo sabato al martellista Podbersehek, come poteva accadere a Ballali che ha saputo reagire in pista con notevole grinta). Più sereni, u finale sicura, hanno gareggiato i quattrocentisti nella staffetta: Di Guida, Maroldi, Borghi ed Abeti hanno limato notevolmente il primato stagionale, andando a cogliere uno splendido secondo posto nella scia dei tedeschi, e ben davanti agli altri tra i quali ha finito per spuntarla il Belgio, trascinato da quell'ivo Vati Damme che si era beccato un sacco di fischi vincendo anche a gomitate (dote da non sottovalutare, comunque) gli 800 metri, e che sarà un bel cliente per tanti alle Olimpiadi di Montreal. Ed a proposito di fischi, va detto con rammarico che parte del pubblico non era evidentemente al corrente dello spirito dell'atletica se ululava mentre il tedesco Guntcr Lohrc cercava di impensierire Fraquelli. Non e mancata però l'ovazione per il romeno Ilio Floroiu, che ha bissato sui 5 mila (staccando di forza un Puttemans magari un po' deconcentrato ma pur sempre ricco di mezzi) la vittoria di sabato sui dieci chilometri. Imbattuto quest'anno nelle gare disputale, il piccolo romeno ha davanti a sé una carriera splendida. Corre leggero, sciolto, pare senza peso tanta è la sua facilità di azione. Se ce l'imprestassero per ferragosto, Mennea non sarebbe troppo solo nella finale di Coppa dove ci saranno davvero tutti i big del continente e dove speriamo che molti dei nostri possano confortare l'indubbio coraggio dimostralo a Torino con una condizione di forma più rassicurante. Bruno Perucca

Luoghi citati: Belgio, Europa, Montreal, Nizza, Riva Del Garda, Romania, Torino