Sul Po come vacanza di Fulvio Cinti

Sul Po come vacanza INCONTRI E SCOPERTE DI UN VIAGGIO FLUVIALE Sul Po come vacanza Sosta a Sannazzaro, all'attracco delle bettoline, dove una trattoria offre il suo schietto menu A Casalmaggiore gli storioni sono diventati il sogno di qualche pescatore da weekend (Dal nostro inviato speciale) Casalmaggiore, 13 luglio. / rombi bianchi e rossi che si allineano in successione sulle sponde, ora a destra ora a sinistra, guidano amichevolmente colili che scende lungo il Po. Sono i segnali di richiamo e dominano, assieme alle boe degli stessi colori, i canali navigabili da Piacenza alle bocche del fiume. Rispettandoli non si corre il rischio di finire in qualche subdolo vortice di corrente o di insabbiarsi. L'ideale via d'acqua, che manca completamente da Casale al ponte ferroviario di Piacenza, muta lo stato d'animo del pilota di una barca a motore, lo rasserena e lo distende. Ma se fino a Valenza il fiume è quasi deserto, l'asse?iza di segnaletica da Pavia a Piacenza è una grave negligenza che nega al Po la possibilità di essere un'utile via navigabile. In due giorni siamo scesi da Casale a Piacenza, circa 145 chilometri percorsi a velocità ridotta per rispettare gli scopi di questo viaggio, cioè accertare la possibilità di una vacanza sul Po conuna piccola barca inferiore a cinque metri e mossa da un motore adatto alle acque basse quale si è rivelato l'idrogetto Piaggio. Adesso andiamo velocemente verso il mare, tra argini che si aprono ad ogni svolta, in anse vastissime come piccoli laghi, una vera strada navigabile anche alle grosse bettoline e ai rimorchi possenti. Ma non è una via affollata. Tanti pescatori, ovunque accovacciati sulle sponde, sulle spiaggette molti bagnanti che prendono il sole e fanno il bagno, diverse barchette strette e lunghe sulla cui prua o sulla cui poppa si innalza la bilancia della pesca e qualche fuoribordo. Gli altri amici di chi naviga il Po sono i meatori, una specie di angeli custodi di questo immenso fiume che spacca il Nord dell'Italia dalle Alpi all'Adriatico. Ad essi è affidata la segnalazione della linea di rotta, le variazioni di fondale, della corrente e degli argini. Di questi uomini si raccontano storie fantastiche di interventi provvidenziali in giornate di piena o in disastrose alluvio ni come quella del 1966. Un tempo essi percorrevano il Po a bordo di piccole barche di legno, adesso vanno veloci su motoscafi dipinti in giallo azionati da idrogetti. Non rifiutano aiuto né informazioni. Amano il fiume come se stessi sebbene dicano che porti loro addosso qualche reumatismo che il sole poi scaccia in estate. Sosta d'obbligo a Sannazzaro. Dinanzi all'attracco delle bettoline che scavano sabbia c'è una tipica trattoria del Po, forse la più vecchia. La casa è del 1818, la sua cucina offre dolcissime anguille frìtte, si beve gutturnio piacentino. Antonio Rossi è il proprietario e intrattiene i turisti che attendono l'apertura della diga in Monticelli d'Ongino, una vasca profonda una ottantina di metri chiusa tra enormi portelloni in ferro. Senza l'intervento amichevole del trattore di Sannazzaro, si rischia di attendere diverse ore prima di passare dall'altra parte del fiume. A monte non è possibile poiché il braccio che raccoglie le acque dell'Adda è sbarrato da una diga permanente che alimenta un tratto idroelettrico. Questo è uno dei vari controsensi che regolano la giurisdizione del fiume. La chiusa di Monticelli non ha guardiano fisso ed è affidata alla buona volontà di un signore che fa un altro mestiere. Quando lui non è in casa o in bottega, bisogna armarsi di pazienza e aspettare. All'imbarcadero di Cremona si incontra la piccola nave che tre volte la settimana porta turisti sul Po da Venezia e viceversa. E' bianca, ben attrezzata per un lungo e piacevole viaggio sul fiume. La gente del luogo dice che farà fortuna più avanti nel tempo quando gli italiani avranno scoperto, se ne avranno voglia, le bellezze del loro Mississippi. Con il «Mambo» lanciato a trenta all'ora raggiungiamo Casalmaggiore prima di sera e un momento prima che si scateni un forte temporale. Prima di approdarvi abbiamo risalito per un tratto il torrente Taro dalla cui foce si allineano per varie centinaia di metri i «bilancioni», grosse reti a imbuto sospese sull'acqua e azionate da riva. Qui si è alimentata per molti anni la leggenda degli storioni del Po. Le casupole un tempo erano in legno e vi vivevano questi fiumarali pescatori di storioni, adesso sono piccole e moderne casette in muratura e lungo la settimana sono deserte. I nuovi cacciatori di storioni sono pescatori dilettanti di fine settimana. Quelli veri hanno cambiato mestiere. Eppure qualche storione in queste acque profonde e limacciose si nasconde ancora. Lo si pesca ogni tanto e subito la cattura diventa quasi una favola. L'attracco degli amici del Po accoglie la nostra imbarcazione a Casalmaggiore. Renzo porta in tavola i suoi rigatoni innaffiati di generoso bonar da. Nella grande piazza, passato il temporale, suona la banda e la gente, cos'i alla buona, ascolta beata marce, mazurke e brani d'opera. Fulvio Cinti

Persone citate: Antonio Rossi, Monticelli, Sannazzaro, Sosta