Ad una coppia pavese il "Trovatore d'Italia,,

Ad una coppia pavese il "Trovatore d'Italia,, Sagra dei cantastorie a Bologna Ad una coppia pavese il "Trovatore d'Italia,, Bologna, 13 luglio. I coniugi Vincenzina e Angelo Cavallini, di Tromello (Pavia), hanno vinto oggi a Bologna il titolo di «Trovatore d'Italia 1975 ». La coppia ha conquistato il primato, al termine della XIII sagra nazionale dei cantastorie, con // voto ai diciottenni, di Raffaele Burchi. La loro storia si rifà al recentissimo passato, plaudendo alla decisione di abbassare l'età per l'elettorato. Vincenzina e Angelo Cavallini hanno elevato un vero inno alla serietà e alla maturità delle giovani generazioni: « Fin dai tempi arcaici, lontani, / fu conflitto di generazioni: / appannaggio era dei vecchioni... / scriver leggi per la società » comincia la loro storia, che ricorda il sacrificio dei vent'anni sul Grappa, subito però dimenticato da una legge « itigiusta e dttra », fino a quando i « titubanti senator e deputali / stabilirono che a diciott'anni I s'era uomini e, senza danni, I si poteva pertanto votar». Giungendo così ad una « trasfusione di giovane sangue » che « può soltanto a tutti giovare; I può indurci a bene operare f per il ben della società ». I coniugi Cavallini sono forse l'unica coppia nel Nord (insieme con i Molinari di Moncalieri, dati da molti per vincitori anche per premiare la massiccia presenza dei piemontesi) che vive di questo lavoro. Ogni mattina partono in macchina per tornare a casa di notte perché « non siamo dei nomadi e vogliamo dormire nel nastro letto ». Di solito formano gruppo con Antonio Ferrari di Pavia, autore di una ballata assai gustosa sui problemi di Rivera commendatore Giovanni, che finisce con una impietosa morale (sono aedi che prendono spunto dai fatti di cronaca ma li commentano sempre) sull'idolo pensionato. A loro si aggiunge Adriano Callegari che a Bologna funge da presentatore. Suonatore di sassofono, è un uomo che conosce tutti i trucchi per fermare il pubblico di una piazza. E' degno figlio di quell'Agostino Callegari, di cui tutti a Bologna sono allievi, e che era chiamato il « Fausto Coppi » dei cantastorie. Adriano, da bravo imbonitore, è riuscito a vendere il suo disco su papa Giovanni all'uscita di una festa dell'Unità con un incasso di ben 150.000 lire. E si vanta « la crisi del teatro è dovuta ad un fatto sostanziale, a teatro fanno pagare il biglietto prima, noi lo facciamo pagare dopo ». La giuria, presieduta da Roberto Leydi ha premiato anche Leonardo, figlio dello straordinario Michele Strano, padrino di tutti i cantastorie; Matteo Musumeci di Paterno (un siculo non lagnoso); Marino Piazza che ha aggiornato la sua Zirudella inserendovi all'ultimo il caso Savoldi. La sagra, che ha avuto il merito di aiutare questi curiosi personaggi a sopravvivere creando loro occasioni nuove e un contatto con un pubblico ben diverso da quello sempre più impoverito delle piazze, ha allargato il suo discorso inserendo sabato sera il revival di teatro popolare con tre gruppi: Almanacco Popolare con un amaro e pungente canto militare piemontese del '700, La generala, che è il rullo dei tamburi con cui si svegliavano i soldati; il Teatro Gruppo di Salerno che mise in scena il Marat Sade di Weiss nel '71; il Folkstudio di Palermo. a. g. Vincenzina e Angelo Cavallini vincitori della sagra