Il caos per le patenti e i libretti è voluto per offrire la Motorizzazione in appalto?

Il caos per le patenti e i libretti è voluto per offrire la Motorizzazione in appalto? Le violente accuse di un sindacalista contro il "vertice Il caos per le patenti e i libretti è voluto per offrire la Motorizzazione in appalto? Ci sarebbe la soluzione : "Utilizzare gli impiegati degli enti inutili" - Personale decisamente scarso, pratiche inevase da anni «Guardi se c'è la mìa patente, per favore». L'impiegato controlla: «Mi spiace, non c'è ancora». Aria di disappunto sul viso della ragazza che ribatte: «Non è possibile, ho appena telefonato e mi hanno detto che era arrivata». «Forse avrà parlato con qualche altro untelo, è Improbabile che noi rispondiamo al telefono. Siamo soltanto In tre». La ragazza esce seccatissima, convinta che le abbiano mentito. Nell'ufficio autoveicoli della prefettura sabato mattina c'erano ben più di tre persone. L'impiegato però ha detto la verità: sono davvero in tre. Lui, ad esempio faceva servizio sulle «volanti» ed è stato «prestato» dalla questura. Tutti gli altri dietro gli sportelli, a servire 11 pubblico, sono titolari di scuole guida che si offrono volontariamente per mandare avanti 11 lavoro. Allo sportello 1 c'è Emma Sarforetti, 25 anni, che viene qui da quando aveva 10 anni. E' la titolare dell'autoscuola Maccagno. Allo sportello 3 c'è invece la titolare dell'nAurora», Elsa Nebiolo. Al 5 11 barbuto titolare di una scuola di S. Antonino di Susa, Domenico I Giacomelli. I dipendenti veri e propri della prefettura sono 7, ma in questi giorni ce ne sono tre in ferie ed uno è ammalato. Tra i | volontari c'è anche una ragazza j che non ha nulla che fare con le scuole guida: Marisa Tacchi, 25 anni, segretaria della Federazione | motociclistica Italiana. I rapporti con le autoscuole comunque non sono Idilliaci. Sovente ci sono degli attriti. Il lavoro talvolta non è più molto volontario. «Una volta — dice la titolare di un'autoscuola — ho presentato le domande di alcuni miei clienti sema riempire la scheda che deve essere compilata dagli Impiegati della Prefettura. Quelle domande sono rimaste bloccate lino a quando non ho compilato, come le altre volte, le schede ». «Normalmente — dice il responsabile dell'ufficio, il vice prefetto Romano Fusco — svolgiamo II lavoro rapidamente. Le patenti arrivate Ieri dall'Ispettorato le ho già firmate tutte e questa mattina sono in distribuzione al pubblico. Le convalide richieste questa mattina le laccio immediatamente». Sulla scrivania del funzionario c'è la patente di Michele Vinella, via Millefonti 43, originario di Bari. E' un duplicato richiesto in marzo. «Sono stato fortunato — dice il signor Vinella ritirando il documento — perché l'Ispettorato di Bari ha risposto Immedlatamennte ». II duplicato avrebbe tardato molto di più se il signor Vinellla avesse preso la patente a Torino. Addirittura il documento non sarebbe più giunto se avesse superato l'esame a Torino dopo il '71. E' dalla fine di quell'anno infatti che l'Ispettorato non trasmette nei paesi d'origine I cartellini delle patenti. Mancando quindi la scheda nel Comune di nascita bisogna cercare il fascicolo nelle cantine della Prefettura che dal '59 non archivia più in ordine alfabetico le pratiche. Per trovare i propri documenti bisogna conoscere il numero della patente. Consigliamo quindi a tutti di fare una fotocopia del proprio documento, e farla autenticare da un notaio n dall'ufficio autoveicoli della Prefettura. Nel caso si smarrissa l'originale con la fotocopia sarà possibile non solo circolare ma anche ottenere il duplicato. Diversamente è solo una questione di fortuna. Un torinese, Eugenio Pasquero, è dal 27 marzo che ha chiesto la conversione della patente militare in quella civile e non è ancora riuscito ad averla. Ha già l'impiego all'Atm che lo aspetta, ma non può prendere servizio lino a quando non otterrà il documento. In quasi tutti gli uffici della Mctorizzazione di Torino c'è un solo impiegato. Uno anche nell'archivio: Leonilda Fiorillo, 60 anni. « Tre anni fa — dice — eravamo in otto. Ora sono da sola e tra qualche mese andrò in pensione. Non credo che faranno una legge per costringermi a continuare a lavorare ». Dappertutto montagne di pratiche ammucchiate che aspettano da anni di essere messe in ordine: fogli di collaudo di esemplari unici, figurini di omologazioni di ganci da traino e di autovetture, pratiche di revisioni. Se il possessore di un veicolo revisionato smarrisce il libretto di circolazione, gli impiegati dell'Ispettorato non sono in grado di stabilire attraverso l'archivio se il collaudo è stato effettuato. Il duplicato del libretto viene consegnato senza il timbro di convalida e il camionista deve rifare la revisione. Alcuni titolari di scuole guida si sono offerti di andare a lavorare per tutta l'esta¬ te negli uffici dell'Ispettorato per smaltire tutto il lavoro arretrato. In tal modo, al ritorno dalle ferie, gli impiegati troverebbero una situazione più facile da affrontare. « In cambio — dicono — vogliamo soltanto essere trattati con un maggiore rispetto. Comprendiamo che sono costretti a lavorare in condizioni Impossibili, però talvolta perdono la pazienza troppo facilmente ». Ne abbiamo parlato con Enrico Mortara, presidente Interregionale dell'Unasca (Unione nazionale autoscuole a studi di consulenza automobilistica) e con Walter Germano, segretario provinciale del sindacato. « Questa soluzione — dice Mortara — non è naturalmente gradila ai sindacali, anche se sarebbe più ammissibile la collaborazione di estranci alla Motorizzazione che non alla Prefettura. La situazione si sta avvicinando al punto di rottura. Se smettiamo di fare da cuscinetto tra il pubblico e questi uffici, succede il finimondo ». « Ci troviamo ogni giorno — interviene il signor Germano — di fronte a gente tmbesttaitta dai rilardi assurdi. A chi ha bisogno di un libretto di circolazione o di una putente per lavorare non si possono raccontare tante storie. Due o trecento di queste persone esasperate potrebbero piombare da un giorno all'altro negli uffici della Motorizzazione o della Prefettura scatenendo il finimondo ». « A Palermo — informa il presidente — che ha la metà degli abitanti di Torino, e un quarto delle immatricolazioni, c'è il quadruplo degli Impiegati. Ciò significa che per ogni pratica evasa da un impiegato di Palermo, uno di Torino deve evaderne 16. Inoltre gli straordinari vengono retribuiti dalle .100 alle S00 lire all'ora fSOO per i laureati. Il letto per gli Impiegati è di 600 lire). Con queste cifre non si può certo pretendere che tornino in ufficio il pomeriggio per fare lo straorJ dlnnrlo. Qualunque altro latore facciano fuori guadagneranno di più ». « Siamo sovente interpellali — dics il segretario provinciale Germano — dal ministero per collaborare, ma non si riesce mai ad andare in porto anche per t continui mutamenti politici. Nel frattempo nuove leggi fanno ricadere sull'Ispettorato nuovi cumuli di lavoro senza che venga fatto nulla per fronteggiare la situazione i. In marzo il direttore generale, Augusto Sirignano, è venuto da Roma. « Noi però — dicono gli impiegati — non l'abbiamo visto. | Non è venuto a controllare di persona In quali condizioni slamo costretti a lavorare. L'unico italo tangibile del suo interessamento è stato la partenza per Roma ili un'impiegato che pare fosse raccomandata dal ministro In persona e che non riusciva ad ottenere II trasferimento ». « Una soluzione corretta del ' problema — dice Gennaro Trapa! ni, 35 anni, segretario del sinda; cato Cgil della Motorizzazione — i sarebbe quella di utilizzare II per: sonale di enti riconosciuti tnu| MI. Questo però contrasta con ' certi centri di potere che restano Inamovibili. E' una soluzione che ! non costerebbe allo Stato una lira perché utilizzerebbe del per■ sonale che già paga ». Secondo I il sindacalista la legge che istii tuisce l'albo dei trasportatori e , quella che prevede la targa per 1 1 ciclomotori, provocherà il tra; collo. « Questa situazione — dice Tra> pani — non si è determinata per | caso. Nelle alte sfere esistono conflitti di potere per vendere le competenze appetibili dell'Ispettorato a gruppi privati ». Già in passato l'Udi (Unione dirigenti ! internazionali) aveva cercato di 1 appaltare le revisioni, e non è i escluso che nel momento del tra! collo totale dell'ufficio si presen! ti un imprenditore privato dispoI sto a svolgere correttamente 11 I lavoro, accaparrandosi una torta i che vale miliardi. « Non possiamo neanche accettare — dice Trapani — l'offerta del titolari di autoscuole. Il metodo della pezza elevato a sistema non risolve t problemi della Motorizzazione. Volendo si può snellire la procedura dei concorsi limitandoli a semplici colloqui. Il fatto è che non si vuol sanare questa situazione ». I | j | Il idlit Ti Il sindacalista Trapani

Luoghi citati: Bari, Palermo, Roma, Susa, Torino