Pillola e aborto

Pillola e aborto Pillola e aborto A giudicare dalle statistiche, dalle inchieste e — quel ch'è peggio — dalle leggi, si direbbe ohe la « libertà sessuale » in Italia è esistita, almeno fino a ieri, soltanto nei modelli proposti dalla pubblicità. Basta scorrere la « piccola posta » di un rotocalco femminile — che pure in altre pagine insiste su una donna stereotipa quanto Improbabile — per rendersi conto di quanto pesino su una molto presunta emancipazione cattive informazioni, sbagliati pudori, malintesi sessuali vecchi come vecchia è l'ideologia della « stirpe » che li ha generati. Si dice che ogni anno in Italia si compiano 3 milioni di aborti clandestini. L'aborto in Italia è un reato. « Lo Stato — è la tesi di quanti ne chiedono la depenalizzazione — si comporta, guanto a strutture, come se i problemi della procreazione, della maternità e dell'in/anzia fossero un /atto strettamente privato. Ma interviene all'improvviso trattando come una criminale la donna che questa maternità — di Ironie a cui è sola — decide di interrompere ». « Il problema — è la tesi di quanti si oppongono alla depenalizzazione — sta a monte: esistono metodi numerosi per evitare la procreazione ». Sul fatto che il problema stia « a monte » non c'è chi non sia d'accordo. Le stesse femministe che provocatoriamente inalberano cartelli con su scritto « La pancia è mia e la gestisco come voglio » sono le prime a sostenere che « l'aborto non è una cura di bellezza per l'utero n e che ricorrervi è sempre rimedio, estremo. Il fatto è, perii, che la propaganda contraccettiva è stata legalizzata soltanto nel '71. E ricorrere agli anticoncezionali oggi è ancora un lusso. In primo luogo perché è forse ottimistico definire la pubblicità che in questi anni se n'è fatta « massiccia »: una percentuale elevata di donne denuncia, in ogni statistica, la propria ignoranza in materia. Non solo: pesano, su tutto quanto riguarda il sesso, la doppia eredità di una propaganda fascista di incremento demografico e di una morale che considera il sesso non inteso a fine di procreazione un peccato da confessare. C'è da aggiungere una insensata diffidenza (nata da un malinteso senso del pudore) che allontana le donne dal ginecologo: ricorrere allo specialista è per troppe ancora un « estremo rimedio » a scopi terapeutici e non un consapevole gesto di prevenzione. E infine: il costo dei contraccettivi, della « pillola » in particolare, è elevato e dissuade dall'uso proprio quelle donne per cui (anche a causa delle disagiate condizioni economiche) una maternità risulta insostenibile. E' cosi che — dicono i critici più radicali — « l'aborto clandestino diventa contraccettivo di Stato ». La problematica dell'interruzione di maternità è appena sollevata. Nota è la richiesta di referendum per la depenalizzazione ohe è riuscita a raccogliere vastissimi consensi. Mentre si attende che 11 Parlamento vari finalmente una nuova normativa sulla delicata materia, una prima risposta giunge dal Senato. E' la legge per il controllo delle nascite approvata giovedì scorso all'unanimità dopo qualche ora di dibattito. Con essa si istituiscono i consultori familiari. Gli scopi: assistenza psicologica e sociale per la preparazione alia maternità e alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche In ordine alla problematica minorile; la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo In ordine alla procreazione nel rispetto delle convinzioni etiche e dell'integrità fisica; la tutela della salute della donna e del nascituro; la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere o a prevenire la gravidanza consigliando 1 metodi e i farmaci adatti a ciascun caso. I consultori, a quanto prevede la legge, saranno istituiti dai comuni, mentre è consentito ad enti pubblici e privati di istituirne, mediante convenzioni con le unità sanitarie locali. Per finanziare il nuovo servizio, lo Stato assegnerà 5 miliardi alle Regiorl - r il '75, 10 per gli anni successivi (il 50 per cento sarà attril ... proporzione alla popolazione residente; il 50 in proporziou al tasso di natalità e di mortalità Infantile). L'onere della prescrizione dei prodotti farmaceutici andrà a carico dell'ente cui compete l'assistenza sanitaria. Ultima Innovazione: la abrogazione di ogni norma incompatibile o in contrasto con la legge. Cade cosi l'art. 552 che puniva « chiunque compie su persona atti per renderla impotente alla procreazione », anche se temporaneamente. La legge (che attende ora l'approvazione delia Camera) nasce dalla fusione di 5 proposte (la Zanti, pei; la Finto, pri; la Falcucci, de; la Cipelli, psi; la Ariosto, psdi) e trova — In linea di massima — consenso in tutti i gruppi politici. Non sono mancati, ovviamente, i motivi di scontro: soprattutto per quanto riguarda la denominazione della legge U Consultori laminari ») che per molti è dizione riduttiva, in odore di reazione. « Ma — dice l'on. Carmen Casapleri — essendo le leggi d'attuazione affidate alle Regioni, molto dipenderà dall'ente locale ». Per quan to riguarda, poi, l'istituzione di consultori gestiti da privati E, infine, la nuova legge è guardata con perplessità da quanti temono che l'indubbia conquista civile dei consultori si trasformi in una manovra per frenare la nuova normativa dell'aborto.

Persone citate: Ariosto, Carmen Casapleri, Cipelli, Falcucci

Luoghi citati: Italia